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Weedy Point, da oggi puoi richiedere anche un trattamento con un pranoterapeuta

In moltissimi punti vendita in Paesi dove sia la cannabis terapeutica sia ricreativa ora e’ stata legalizzata hanno introdotto e dato spazio a pranoterapeuti qualificati e certificati, per dare un valore aggiunto al loro prodotto dal punto di vita terapeutico.

Weedy Shop non e’ da meno: da oggi nasce la collaborazione con un professionista del settore. Basterà portare con voi una bustina vuota per avere diritto ad uno sconto del 20% sul primo trattamento!

Per info e prenotazioni il numero da chiamare è 3518399707. Per chi volesse delucidazioni in merito, il sito da visitare è https://www.indacopranoterapia.it/

 

Weedy Point, aperto h24, si trova in via Turati 101 a Porto d’Ascoli. Segui Weedy Point su Instagram www.instagram.com/weedypoint_h24_san_benedetto, facebook www.facebook.com/weedypointh24sanbenedettodeltronto/, TripAdvisor www.tripadvisor.it/Attraction_Review-g194895-d16643746-Reviews-Weedy_Point_H24-San_Benedetto

Weedy Point, la Cannabis light può contrastare il cancro

Malgrado il fatto che il “National Cancer Institute” negli Stati Uniti abbia già affermato che la Cannabis sia una funzione di sollievo ma anche di possibile cura in caso di cancro, per alcuni rimane una leggenda urbana. Oggi altri due recenti studi, di cui uno proviene della prestigiosa università di Harvard, confermano che la Cannabis e le sue componenti hanno delle proprietà attive contro certi tipi di cancro.

Sapevamo che la Cannabis usata dalle persone colpite dalla malattia del secolo, ovvero il cancro, poteva aiutare loro a gestire meglio gli effetti collaterali delle terapie dello stile chemioterapia.

Dopo le numerose testimonianze di persone che ritrovarono la dignità di una vita quasi normale usando la Cannabis in parallelo al loro trattamento, oggi la bella verde si impone sempre di più come la medicina moderna.

Chi di noi oggi non ha attorno a se una conoscenza un parente, un amico/a colpito/a da questo male? Il cancro è ovunque, in quasi tutte le famiglie italiane, da lontano o da vicino.

Le cause sono multiple, quasi tutte legate alla vita moderna ed il suo modello economico. Le soluzioni sono poche, ma dalla Cannabis arrivano nuove speranze.

Messa da parte per anni per colpa della proibizione, oggi è sempre più permesso per i scientifici fare esperienze con la Cannabis. Alla luce dei risultati che ne emergono, c’è da chiedersi perché questo stesso divieto duri da cosi tanto tempo?

Non possiamo parlare di Cannabis e cancro senza nominare il famoso Rick Simpson che fu uno dei primi ad aver avvertito del potenziale della Maria contro il cancro. In effetti quel signore di origine canadese, dopo aver scoperto di avere un tumore alla pelle, si è curato con successo e in pochi giorni applicando un estratto di Cannabis direttamente sull’epidermide.

Ottenuto grazie al procedimento di estrazione dei Cannabinoidi con l’utilizzo di solventi come l’alcool puro, Rick Simpson ha offerto dal 2003 il suo olio di Cannabis gratuitamente a oltre 5.000 pazienti. Affetti da varie patologie, tra cui tutti i tipi di cancro, leucemia, melanoma, diabete, dolore cronico, verruche, infezioni virali o batteriche … i malati dicono ottenere risultati convincenti.

Rick afferma che il 70% dei pazienti che seguono il suo protocollo si libera dal cancro ingerendo 60 grammi di olio di Cannabis di alta qualità. Specifica inoltre che per i casi in cui è purtroppo troppo tardi per curare la malattia, il suo olio consente almeno di migliorare la qualità della fine della vita del paziente, in modo che possa morire con dignità.

Per esempio, i ricercatori del Dana-Farber Cancer Institute dell’Università di Harvard sono stati in grado di scoprire che una molecola di Cannabis sia particolarmente promettente. Nel loro studio, indicano che una delle molecole di Cannabis chiamate “flavonoidi” sia efficace nel trattamento del cancro del pancreas. Con un tasso di sopravvivenza per questo tumore di solo 20%, questa scoperta suscita grandi speranze.

I “flavonoidi” si trovano in molte piante, frutta e verdura. Tuttavia, nel contesto del trattamento del cancro, la sua forma FBL-03G, proviene solo dalla Cannabis.

Questa scoperta aumenterebbe drasticamente il tasso di sopravvivenza, che è attualmente dell’8% su cinque anni. Se il cancro del pancreas colpisce solo il 3% di tutti i malati di cancro negli Stati Uniti, nel 2020 è la seconda causa di decesso per cancro.

Inoltre, un esempio ancora più significativo oggi lo abbiamo per le persone con diagnosi di glioblastoma, il tumore più comune e più maligno del cervello, di solito hanno una prognosi sfavorevole e i recenti progressi nella ricerca non sono riusciti a migliorare significativamente il loro tasso di sopravvivenza.

Pubblicando i loro risultati sul Faseb Journal, Gross e i suoi colleghi hanno studiato le cellule di glioblastoma umano e canino. Hanno prima testato gli effetti su queste cellule con dell’isolato che ha un tasso al 100% di CBD, e anche con estratto di CBD, che contiene pure piccole quantità di altri composti naturali come flavonoidi e THC.

Dopo alcune ricerche, gli scienziati hanno scoperto che il CBD rallenta la crescita delle cellule di glioblastoma da esseri umani e cani. Sembra esserci una differenza significativa con l’estratto di CBD rispetto a questo effetto, ricordando l’importanza dell’effetto “entourage”.

Gross e i suoi colleghi hanno in programma di valutare gli effetti del CBD sugli animali con glioblastoma. In attesa del successo di questa ricerca, sperano di iniziare studi clinici sul CBD come trattamento per il cancro al cervello nel “Colorado State Veterinary University Hospital“.

 

Per maggiori informazioni, consegne e ordinazioni Weedy Point ti ricorda di chiamare o scrivere al 349 1513761. Le consegne sono gratuite.

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Weedy Point, la cannabis light è il miglior alleato del nostro sistema gastro intestinale

La Cannabis è il miglior alleato del nostro sistema gastro-intestinale.
Il sistema microbiota, la cosiddetta flora batterica intestinale, è un elemento fondamentale per il nostro benessere: tutto ciò che mangiamo, prima di entrare in circolo nell’organismo, viene metabolizzato da questi batteri, il cui compito è quello di proteggerci da agenti patogeni, intervenendo nel metabolismo, conservando l’integrità della mucosa intestinale e regolando tutto ciò che attraverso l’alimentazione entra in circolo nel nostro sistema.

Dalla metà dell’800, con l’avvento dell’industrializzazione, abbiamo iniziato a mangiare diversamente: siamo “ipernutriti”, mangiamo peggio, sostanzialmente assumiamo ciò che l’industria alimentare ci ha imposto, generando scompensi e disfunzioni a livello intestinale. Stiamo parlando di patologie dalle più comuni a quelle più complesse: colite, costipazione, difficoltà di digestione, colon irritabile possono talvolta degenerare in malattie veramente molto serie, come il morbo di Crohn e le ulcere intestinali, arrivando fino allo sviluppo del cancro colon-rettale.

Già nel 2017, l’autorevole rivista “Aadvanced Research in Gastroenterology & Hepatology” ha definito la cannabis come il Guardiano dell’integrità delle membrane che ricoprono l’intestino e di tutti gli agenti antinfiammatori. Questo perché il nostro intestino è ricco di recettori CB1 e CB2 per la cannabis: i primi vanno a regolare la mobilità dell’intestino, i secondi moderano e controllano tutto il processo antinfiammatorio.

Ne deriva che la cannabis, un amico totalmente naturale, è il primo alleato che possiamo interpellare per prevenire e curare patologie gastro-intestinali, prima che queste degenerino in problemi peggiori. La cannabis è quindi il miglior rimedio naturale per combattere stati infiammatori gastrici che rischiano spesso di sfociare in infiammazioni sistemiche di ben più ampia portata.

Il consiglio è sempre quello di sfruttare l’intero fitocomplesso della cannabis (l’insieme dei cannabinoidi) e non un solo cannabinoide isolato: l ”effetto entourage” mai come in questo caso si è dimostrato tanto superiore rispetto all’assunzione di un solo principio attivo.

Per maggiori informazioni, consegne e ordinazioni Weedy Point ti ricorda di chiamare o scrivere al 349 1513761. Le consegne sono gratuite.

 

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La cannabis light influisce sulla perdita di peso? Risponde Weedy Point

Ii CBD è recentemente diventato un promettente integratore per la perdita di peso.

Questa pianta può davvero offrire i benefici di dimagrimento promessi? Il verdetto di Weedy Point: sì, ma non direttamente. Il CBD agisce attraverso altri sistemi del corpo per restituire uno stato di salute ideale, il che include il peso corporeo.

Esaminiamo insieme a Weedy Point il CBD e come può essere usato per potenziare il tuo programma di perdita di peso insieme ad altri cambiamenti dell’alimentazione e dello stile di vita.

Il CBD influisce sulla perdita di peso in 3 modi principali:

 – Supporta i nostri mitocondri e la nostra salute metabolica:
Forse ti ricorderai dalle lezioni di biologia di terza media che i mitocondri sono la centrale energetica della cellula. È la parte della cellula responsabile della conversione di zuccheri, grassi e persino proteine in energia utilizzabile dalla cellula.

I mitocondri pigri ci fanno ingrassare. Quando il funzionamento dei nostri mitocondri non è ottimale, il che può accadere per una serie di motivi diversi, diventa più difficile fornire al corpo l’energia di cui ha bisogno e persino più difficile perdere peso extra.

Quello che succede qui è che il corpo assorbe molta energia dal nostro cibo, ma le nostre cellule hanno difficoltà a trasformare quell’energia in una forma che possiamo usare. Per evitare che troppi zuccheri e grassi si accumulino nel flusso sanguigno, il fegato li converte quasi tutti in grasso che immagazzina per poterlo utilizzare in un secondo momento.

 – Normalizza i livelli di insulina per favorire la combustione dei grassi

Ogni volta che mangiamo un pasto, i nutrienti di quel pasto vengono assorbiti attraverso l’intestino e nel sangue. Quando questi pasti sono fatti di cibi pieni di energia, come cibi ricchi di zuccheri e grassi, il corpo riceve un’ondata di energia nel flusso sanguigno.

Se stiamo anche bruciando una tonnellata di energia, attraverso l’esercizio fisico e un normale metabolismo, questo non è un problema. Energia che entra = energia che esce.

Tuttavia, con le persone obese, c’è un problema: assumono tantissima energia, ma non la utilizzano. Questo permette a cose come lo zucchero e i grassi di accumularsi nel sangue, il che è molto pericoloso. Alti livelli di zuccheri e grassi nel sangue sono strettamente collegati a gravi condizioni mediche come cardiopatie, diabete, steatosi epatica e persino il morbo di Alzheimer.

Per mantenere il corpo sano, il fegato interviene convertendo tutto lo zucchero in eccesso in grasso, immagazzinato poi in tutto il corpo. Conservando questa energia in eccesso sotto forma di grasso, il corpo non subisce troppi danni. L’unico modo per eliminare il problema è assorbire meno energia e bruciarne di più (meno energia che entra e più energia che esce).

È qui che entrano in gioco cambiamenti di dieta e stile di vita. È ancora questo il modo migliore in assoluto per perdere peso e tenerlo a bada. Tuttavia, quando il nostro corpo entra in una routine che dura così a lungo, è molto difficile uscirne.

Molte persone, anche dopo aver cambiato alimentazione e aggiunto più esercizio alla loro quotidianità, scoprono di non riuscire più a perdere peso. Dimagriscono molto all’inizio, ma perdere quegli ultimi chili sembra quasi impossibile. Il problema sta nei livelli di insulina. È qui che entra in gioco il CBD.

CBD e insulina: in un ampio studio che coinvolgeva circa 4700 pazienti affetti da malattia metabolica, è stato rilevato che il CBD e l’uso di marijuana offrivano una riduzione del 17% dell’insulina a digiuno.

Questo è importante perché se riusciamo a ridurre i livelli di insulina, diventa molto più facile perdere gli ultimi chili in eccesso.

Questi effetti sono estremamente preziosi anche per gli obesi, poiché aiutano a stabilizzare i livelli di insulina e avviano il processo di riduzione del peso a livelli sani. Questa è forse l’attività più vantaggiosa fornita dall’olio di CBD per l’obesità a lungo termine.

È importante notare che, sebbene il CBD sia considerato il principale cannabinoide che conferisce questi effetti, esso funziona meglio in un estratto a spettro completo, piuttosto che negli isolati di CBD. Weedy Point consiglia sempre di provare un estratto di canapa a spettro completo di alta qualità per supportare i livelli di insulina e il dimagrimento.

 – Riduce l’appetito diminuendo l’assunzione calorica:

Uno dei fattori principali che portano all’obesità è il nostro appetito. Il nostro corpo si è evoluto in un ambiente in cui il cibo era difficile da trovare, quindi dovevamo assicurarci di averne assorbito abbastanza per sopravvivere ai periodi in cui non ce n’era.

Nel mondo moderno, questo processo ha iniziato a ritorcersi contro di noi. Abbiamo sempre un appetito elevato, ma il cibo è sempre facilmente disponibile. Questo ci fa arrivare all’obesità troppo facilmente.

Pertanto, uno dei modi migliori per dimagrire e raggiungere un peso sano è frenare il più possibile l’appetito. l CBD è uno strumento eccellente per questo obiettivo.

Potresti pensare: “Ma la marijuana ci fa venire fame, ci fa venire voglie improvvise”.

Questo è vero, ma è dovuto al THC, non al CBD. L’uso di marijuana psicoattiva stimola l’appetito, ma l’olio di CBD che contiene solo minuscole quantità di questo particolare cannabinoide ha in realtà l’effetto opposto.

Il THC è considerato uno stimolante dell’appetito, mentre il CBD è considerato un soppressore dell’appetito. Funziona migliorando la sensibilità dell’ipotalamo, la regione del cervello responsabile del controllo di quasi tutta l’omeostasi, compresi i livelli di fame.

La migliore selezione di cannabis la trovi solo da Weedy Point e te la consegna anche dovunque tu preferisca senza costi aggiuntivi e senza quantitativi minimi. Basta contattare il 3491513761.

 

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Weedy Point, la cannabis light può contrastare e rallentare demenza e Alzheimer

Weedy Point ti illustra come la sua super pianta possa avere grandissimi benefici per contrastare e rallentare malattie come la demenza e l’Alzheimer.
La cannabis, esercita un effetto sul sistema nervoso, agisce legandosi ai nostri recettori per gli endocannabinoidi, cioè a recettori a cui si legano sostanze endogene che entrano in gioco in meccanismi di segnalazione cellulare e che sembrano esercitare un’azione protettiva nei confronti dei danni infiammatori della β-amiloide.

La marijuana, o meglio il suo principio attivo, il CBD, quando assunta si lega a questi recettori per gli endocannabinoidi. Quale ruolo giochi esattamente l’accumulo di β-amiloide nello sviluppo della malattia di Alzheimer non è ancora completamente chiaro. Sia perché si accumula β-amiloide anche nel normale invecchiamento (senza alcuna malattia di Alzheimer), sia perché tutti i farmaci anti-β-amiloide che si stanno testando non sembrano in grado in maniera conclusiva di arrestare il decadimento cognitivo della malattia di Alzheimer.

Alcuni ritengono che siano i meccanismi infiammatori auto-immuni connessi all’accumulo di β-amiloide a giocare il ruolo più rilevante nella malattia. Proprio per questo appare promettente lo studio, in quanto suggerisce una doppia azione: rimuovere gli accumuli e prevenire la morte cellulare in conseguenza dei processi infiammatori.

Studi da più fronti ormai indicano che è sempre più importante affrontare molto precocemente una “neuro-protezione” piuttosto che cercare solo di contrastare i fenomeni neurodegenerativi dell’Alzheimer quando esso è già in fase avanzata. D’altra parte, il fenomeno dell’accumulo di β-amiloide è qualcosa che inizia molti anni prima dell’esordio dei sintomi dell’Alzheimer.

Quello che appare suggestivo che anche l’esercizio fisico aumenta la liberazione dei nostri endocannabinoidi. Come è noto, studi epidemiologici e di laboratorio hanno ormai consolidato la conoscenza che un costante esercizio fisico possa esercitare un ruolo neuroprotettivo per l’Alzheimer.

Siamo in presenza di una svolta decisiva nella ricerca per un trattamento o prevenzione dell’Alzheimer. La risposta è probabilmente “No”. Come nel caso dei disturbi del sonno o di alcune specifiche manifestazioni del sonno (i cosiddetti “complessi K”) che possono agire da marcatori precoci dell’Alzheimer, siamo in presenza solo di un piccolo passo nella ricerca dei meccanismi e dei possibili trattamenti. Dobbiamo convivere con questo.

Abituandoci a considerare ogni singola ricerca non come una “soluzione finale”, ma come un ulteriore e promettente passo nella direzione auspicata. La malattia di Alzheimer rappresenta uno dei principali problemi per la salute pubblica e una delle malattie dai più elevati costi sociali. Anche come semplice conseguenza (non solo) dell’aumentata durata della vita media, i dati di prevalenza della malattia aumenteranno ancora nei prossimi anni. Anche con questo dovremo convivere.

Anche per questo dobbiamo chiedere che gli investimenti nella Ricerca siano sempre più adeguati, al passo con l’aumentata diffusione della malattia. E abituarci sempre più a pensare alla “protezione” dalla malattia piuttosto che solo al “trattamento” della malattia.

 

Weedy Point ricorda che è sempre attivo il servizio di consegna a domicilio senza quantitativi minimi e spese aggiuntive. Scrivi o chiama al 3491513761 e il tuo ordine ti sarà recapitato il pomeriggio stesso. Buona settimana a tutti i lettori!

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La cannabis light può aiutare i ragazzi affetti da autismo. Ecco uno studio presentato da Weedy Point

Weedy Point questa volta affronta il problema relativo a ragazzi che soffrono di autismo e trattano i sintomi con la cannabis.

L’autismo è un disturbo dello sviluppo che è caratterizzato da problemi comportamentali prevalentemente legati a un deficit della comunicazione verbale e non verbale, associata a delle stereotipie, a una rigidità e ritualità quotidiane, interessi spesso ossessivi e talvolta associati a delle anomalie sia sensoriali che motorie.

Weedy Point discute di questo tema facendo riferimento a uno studio che è stato pubblicato un anno fa da un gruppo israeliano formato da padri nobili della ricerca sul campo come Mechoulam. Lo studio è stato effettuato su 188 ragazzi affetti da autismo, all’80% maschi e con un’età media di 13 anni. I disturbi presentati andavano dall’irrequietezza alla rabbia, passando per agitazione, disturbi del sonno, nell’espressione verbale, disturbi cognitivi, ansia, incontinenza urinaria e limitazione motoria. Inoltre alcuni manifestavano altre patologie come l’epilessia, disturbi dell’attenzione e sindrome di Tourette.
Dopo 6 mesi di trattamento il 30% circa dei casi ha riferito un importante miglioramento e il 54% dei casi un miglioramento moderato. Quindi l’85% circa dei pazienti è migliorato. Riuscite a immaginare cosa possa significare sia per i ragazzi sia per le famiglie che ora possono contare su una qualità di vita migliore? Circa un quarto dei pazienti si sono ritirati perché non tolleravano la cannabis. In questi casi, come detto,è possibile il solo utilizzo di CBD. Le conclusioni degli autori è che in questi pazienti è bene utilizzare la cannabis perché può dare un aiuto: gli effetti collaterali sono minimi e la cannabis tutto sommato è un medicamento di facile utilizzo.

Per informazioni di qualsiasi genere o in particolare della produzione di cannabis light di Weedy Point scrivi o chiama al 3491513761, inoltre restano attive le consegne gratuite, senza minimo d’ordine, in tutta la provincia e non solo!

Weedy Point è sempre operativo e a disposizione per fornirti il massimo per te e per il tuo benessere!!!

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La cannabis light e le sue proprietà benefiche nello sport, ce ne parla Weedy Point

CBD e sport rappresentano un connubio sempre più proficuo per chi vuole garantirsi recuperi ottimali senza incorrere nel doping e tutelando il proprio benessere.

Il cannabidiolo infatti è considerato salutare dalla scienza sia in caso di infortunio sia per il recupero dopo sforzi fisici importanti in sport che provocano al corpo un forte stress.

Negli Stati Uniti è abbondantemente utilizzato nel Football e nell’ MMA, sfruttando in particolar modo le proprietà antidolorifiche.

Perchè assumere CBD
I benefici correlati all’assunzione di CBD sono numerosi e possono essere efficaci non solo nelle attività sportive ad alta sollecitazione fisica, ma anche in quelle che richiedono una lucidità massima e tranquillità psicologica, grazie al supporto nella funzione cognitiva.

Enecta, azienda che vende e distribuisce CBD di qualità, collabora con molteplici sportivi per condividere le loro esperienze nell’utilizzo regolare del cannabidiolo durante la loro attività.

Un modo questo per dimostrare sul campo l’efficacia del CBD nello sport e conoscerne tutti i vantaggi possibili al fine fornire agli atleti un sostegno importante al loro corpo, senza alcun rischio per la salute. Dal 2018 infatti l’Agenzia Mondiale Anti-Doping ha eliminato il cannabidiolo dall’elenco delle sostanze tossiche.

Funzione detox di CBD e sport
Lo sport è sicuramente il metodo più efficace per liberare il nostro corpo dalle tossine. Chi pratica sport ad alta intensità conosce appieno questi benefici e, dall’utilizzo del cannabidiolo, potrebbe trarre un effetto detox nel recupero post allenamento. Il concetto è valido anche per chi pratica sport in maniera più sedentaria, magari facendo jogging o lunghe passeggiate a passo svelto. Il CBD infatti agisce sui recettori cannabinoidi presenti nel nostro corpo, partecipando al processo di disintossicazione.

Funzione antinfiammatoria
Dopo un duro allenamento spesso si hanno dolori ed infiammazioni dovuti allo sforzo, che creano fastidi nell’atleta e rischi per la prosecuzione dell’attività nei giorni successivi.

L’assunzione di CBD contribuisce ad alleviare i dolori ed agisce immediatamente sulle infiammazioni.

Se oltre ai dolori da sforzo si subisce un vero e proprio infortunio, il cannabidiolo diventa importante anche per il recupero più veloce, perché attiva una risposta antiinfiammatoria rapida che agisce subito su dolore e gonfiore, sollecitando il recupero fisiologico. Infine, un ruolo importante al CBD è stato riconosciuto anche nel trattamento di lesioni muscolo-scheletriche e patologie croniche alle quali sono soggetti gli atleti.

Weedy Point ricorda a tutti i lettori che sono sempre attive le consegne sia a mano che a mezzo corriere, in maniera totalmente gratuita e senza ordini minimi richiesti. Scrivi o chiama il 349 1513761 per qualsiasi informazione o per ordinare. Il negozio si trova in via Turati 101 a Porto d’Ascoli.

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Weedy Point presenta le due nuove genetiche di produzione propria, ad alto tasso di Cbd

Weedy Point vi illustra due nuove genetiche di produzione propria ad alto tasso di CBD che aiutano nel relax, per problemi infiammatori, insonnia, emicranie e quant’altro possano essere le vostre problematiche.

Attualmente Weedy Point sta portando avanti un progetto di costruzione di una linea di produzione propria di diverse genetiche. Le prime due attualmente ad essere pronte sono una pura e una Lemon che, da analisi, risulta essere ad alto tasso di CBD e con THC nei limiti di legge.

Al momento Weedy Point la sta distribuendo personalmente così da raccogliere quanti più feedback possibili e valutare o meno se inserirla nella produzione.

Per questo e mille altri motivi continua il discorso consegne a domicilio per tutto l’anno non solo per i prodotti qui descritti ma per tutti quelli che trovate anche in negozio. In caso contrario potrete comunque recarvi presso lo shop in via Turati 101 a Porto d’Ascoli.

Per informazioni di qualsiasi tipo potete chiamare o scrivere al 349 1513761. Weedy Point prende gli ordini nella mattinata e consegna nel pomeriggio.

 

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Depressione, Weedy Point ci spiega come contrastarla con la cannabis light

Con Weedy Point oggi parliamo di depressione visto il periodo che ancora dovrà essere lungo, purtroppo, prima di poter dire a cuore leggero di esserne fuori. Sempre più evidenze scientifiche confermano l’efficacia del cannabidiolo (CBD) nell’attenuare i sintomi della depressione.

L’assunzione di cannabidiolo (CBD) può comportare dei benefici nel trattamento della depressione. Il principale principio attivo non psicoattivo della pianta di cannabis, infatti è in grado di esercitare un effetto positivo sui recettori della serotonina, aiutando a stabilizzarne i livelli.

Una qualche forma di depressione colpisce, secondo i dati Istat riferiti al 2018, ben 2,8 milioni di persone. Ogni anno si è registrato, inoltre, una particolare incidenza della depressione nelle persone anziane. Si tratta di un problema considerevole, una malattia mentale contro cui molti individui lottano ogni giorno.

Ci sono molti farmaci che vengono impiegati per il trattamento della depressione; tuttavia, di recente, in molti preferiscono impiegare prodotti a base di CBD per evitare gli effetti collaterali di certi farmaci. È stato dimostrato da vari studi scientifici, infatti, che l’azione del cannabidiolo sul sistema endocannabinoide del corpo umano comporta un effetto positivo.

Depressione, cannabidiolo (CBD) e miti da sfatare

Negli anni è diventato comune associare la carenza di serotonina come l’unico fenomeno responsabile dell’insorgere della sindrome depressiva. Allo stesso modo si tende a semplificare e a chiamare “depressione” quello che è un insieme di manifestazioni e sintomi estremamente variegati e diversi da persona a persona.

In questo contesto si è osservato, negli anni, che il cannabidiolo e la sua funzione “regolatrice” del sistema endocannabinoide potrebbero avere un ruolo importante come agente terapeutico per quelle persone che soffrono di depressione.

Nel 2018 gli scienziati dell’Università di Washington hanno pubblicato uno studio condotto su 1.400 pazienti a cui sono state somministrati vari tipi di cannabis (con diverse percentuali di CBD e THC) per poi registrarne gli effetti su particolari sintomi, fra cui quelli tipici della depressione. I risultati sono stati sorprendenti. Più del 50% dei volontari ha percepito un attenuarsi della depressione. In particolare era la cannabis ad alto contenuto di cannabidiolo (CBD maggiore del 9%) e basso di THC (inferiore allo 5,5%) ad ottenere il risultati migliori.

Da molti anni i ricercatori di varie università stanno indagando sempre più le potenzialità della cannabis nell’intervenire su quelle persone che soffrono di depressione. Nello studio pubblicato nel 2014 dai ricercatori dell’Istituto di Psichiatria della Federal University di Rio de Janeiro è emerso come il cannabidiolo (CBD) abbia quasi sempre dimostrato la sua efficacia sui modelli animali per ridurre i sintomi di ansia e depressione. Il potenziale psicoterapeutico del cannabidiolo è enorme, basti pensare che il CBD è in grado di stemperare gli effetti psicotropi più acuti del THC, l’altro famoso principio attivo della pianta di cannabis.

Anche in tempi recenti, le sperimentazioni che vengono compiute sui modelli animali indicano chiaramente quanto il cannabidiolo si promettente per intervenire sulla depressione. C’è ancora molta strada da fare e vanno condotte ancora molte ricerche per fare luce sui potenziali terapeutici della pianta di cannabis. L’importante, al momento, è rivolgersi sempre a produttori che seguano scrupolose linee guida per la produzione e il confezionamento dei propri prodotti.

Weedy Point ricorda, infine, che è sempre attivo – ora e durante tutto l’anno – il servizio di consegna a domicilio gratuito in giornata (ordinazioni fino alle 14) con pagamento alla consegna, nella province di Ascoli e Teramo. Altrimenti potete recarvi presso il negozio in via Turati, 101, vicino alla stazione di Porto d’Ascoli.

Per assistenza, ordini e informazioni basta contattare il numero 349 1513761.

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Un caro saluto a tutti da Weedy Point

Shop&GO: tagga il nostro Partner e ricevi il suo regalo… a casa tua!

Weedy Point regala un pacchetto di cannabis light (8 grammi).

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Tra coloro che risponderanno estrarremo un fortunato lettore, che riceverà a casa il regalo.

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