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Mal di testa? Scopri come alleviarlo con la cannabis light. Parola a Weedy Shop

Quante volte capita di rientrare a casa dopo una lunga giornata di lavoro e trovarsi a fare i conti – una volta che la tensione della routine si allenta – con un mal di testa martellante, che non lascia godere del relax serale? Si tratta di un’esperienza che tutti, con maggiore o minore frequenza, facciamo nel corso del tempo. Molto spesso mettersi a letto non basta e si finisce per fissare il soffitto in attesa che il sonno arrivi, mentre il dolore non cessa di rimbombare e dare il tormento.

Il mal di testa (o cefalea) è un disturbo molto comune, che spesso porta a consultare un medico per il timore che sia il campanello d’allarme di altre patologie. Nella cefalea cosiddetta ‘primaria’, che non è sostenuta da ulteriori malattie, si percepisce un dolore localizzato e palpitante dietro la testa: molto spesso si lega anche a una certa predisposizione nel soggetto. La causa scatenante solitamente è – come accennato – uno stress prolungato, che spesso è legato al lavoro. Ma anche l’insonnia e gli sbalzi ormonali possono innescarla. Il meteo che cambia, la percezione di certi odori particolari e persino l’esposizione a luci molto forti sono tutte potenziali cause di questo disturbo.

Le persone che più sono soggette a cefalee sviluppano come un sesto senso e riescono a predirne la comparsa. Tra i migliori rimedi naturali al mal di testa ai quali è possibile ricorrere c’è senza dubbio il CBD, utile anche nella fase della prevenzione del malessere. Il cannabidiolo, metabolita della cannabis sativa, sta infatti acquisendo una sempre maggiore popolarità anche in questo ambito per via delle sue proprietà rilassanti, ansiolitiche e antinfiammatorie (ma non solo).

Come agisce sul nostro sistema endocannabinoide 
L’utilizzo della cannabis mal di testa è una pratica antichissima. Oggi questa sostanza nella sua versione light sta conoscendo una grande ribalta, anche mediatica, dovuta alla (ri)scoperta delle sue molte proprietà positive. Studiosi ritengono che il CBD sia in grado di compensare una particolare mancanza nel nostro sistema endocannabinoide (ECS), che causa la comparsa del mal di testa. Il sistema endocannabinoide si occupa di regolare qualsiasi sensazione: dalla fame al malessere generico e non solo. Si ritiene che una carenza importante di anandamide – in pratica la molecola della felicità – possa legarsi alla comparsa di emicranie anche pesanti. Dunque, riuscire a colmare questa mancanza di endocannabinoidi naturali sembra davvero la soluzione migliore. Ecco spiegato il motivo per il quale molte persone scelgono di affidarsi, soprattutto la sera, a una dose light di cannabis emicrania sia con scopo preventivo che per combattere il dolore pulsante. Per quanto riguarda la modalità di assunzione, questa è in genere per via orale: si mettono poche gocce di olio sotto la lingua, prima di distendersi aspettando che faccia effetto. Ma qualsiasi metodo assuntivo – fumare, vaporizzare – andrà bene: basta fare riferimento alle personali preferenze, sempre sfruttando il binomio vincente formato da cannabis e mal di testa.

Anche il sonno migliora grazie alle proprietà rilassanti 
Le persone sempre più spesso preferiscono ricorrere al CBD piuttosto che ai farmaci da prescrizione: l’obiettivo è riuscire a ottenere una diminuzione – più sicura e veloce – del dolore legato alla comparsa delle emicranie più pesanti. In genere sono minori anche gli effetti collaterali connessi all’assunzione, come il mal di stomaco o i dolori ai muscoli. Riuscire a stabilire una routine assuntiva di CBD, soprattutto quando vi sia una personale predisposizione alla comparsa di cefalee, è dunque essenziale per uscire dal tunnel del malessere serale e ricaricare al meglio le pile. Anche perché le proprietà rilassanti del CBD possono essere di grande supporto per la risoluzione di ulteriori disagi – spesso connessi al mal di testa – come l’insonnia e l’ansia (oltre naturalmente allo stress causato dalle tensioni in ufficio). Anche per coloro che sono in grado di percepire l’arrivo del malessere e predire in un certo senso l’emicrania sarà utile ricorrere a questa sostanza: è perfetta per ridurre l’intensità dei sintomi, così come la frequenza della comparsa dei dolori alla testa. Utilizzare il CBD (l’olio da assumere per via orale o comunque la sostanza da fumare o vaporizzare) rappresenta dunque una nuova frontiera terapeutica nella lotta all’emicrania cannabis.

 

Per olii al CBD e informazioni contatta Weedy Shop al numero 3248169597.

Il negozio aperto H24 si trova in via Cesare Battisti 24, in pieno centro ad Ascoli. Consegne a domicilio e spedizioni gratuite.

Se vuoi scoprire le tipologie di cannabis light disponibili, con le relative descrizioni, vai al sito http://www.weedy-shop.com Visita la pagina facebook: Weedy_shop_H24_ascoli_

Weedy Shop: la cannabis light contro ansia e attacchi di panico

Secondo le stime degli esperti, circa un quarto degli austriaci soffrirà almeno una volta nella vita di un disturbo d’ansia, che si manifesta con sintomi come gli attacchi di panico. Le donne ne sono colpite circa il doppio rispetto agli uomini. Chiunque abbia già vissuto un attacco di panico conosce la sensazione di essere completamente in balia dell’ansia – una condizione che non si vuole assolutamente provare, soprattutto non regolarmente.

Un posto importante nel centro della ricerca è assicurato dal principio attivo CBD contenuto nella cannabis, il cui effetto è stato confermato più volte negli ultimi anni in studi e riportato da molti dei clienti Weedy Shop.

Nel testo che segue Weedy Shop desidera quindi fornire informazioni sui disturbi d’ansia e gli attacchi di panico, mostrarvi come ottenere aiuto e trattamenti naturali e spiegare gli effetti della CBD.

Cosa sono gli attacchi di panico?
Improvvisamente tutto inizia a girare, si inizia a sudare, a tremare, a vedere offuscata e il cuore batte forte – i sintomi di un attacco di panico possono essere di natura diversa e in molti casi non hanno alcuna spiegazione. Probabilmente la cosa peggiore di un attacco di panico o d’ansia: ti si avvicina di soppiatto, arriva all’improvviso e attacca così rapidamente e apparentemente senza motivo che spesso tira fuori il tappeto da sotto i piedi della persona colpita. Quando il sangue scorre, il cuore accelera e non ci si può più concentrare su ciò che sta accadendo in quel momento, ci si sente completamente impotenti.

Sintomi fisici e psicologici
La paura non è qualcosa che si può vedere, afferrare o concretizzare. È quindi difficile per chi ne è colpito descrivere il “problema”, soprattutto se qualcuno non è chiaro su ciò che ti sta succedendo. Per gli estranei, la paura e il panico spesso sembrano irrazionali e non sanno come aiutare chi soffre.

Le persone colpite spesso non sanno da tempo di soffrire di attacchi di panico e sono semplicemente alla loro mercé. A causa dei sintomi fisici come vertigini, palpitazioni e sudorazione, in molti casi il paziente consulta prima un medico di medicina generale. Poiché molti attacchi di panico non vengono diagnosticati correttamente, non sono rare le false diagnosi. Può accadere, per esempio, che le persone con un attacco di panico pensino di avere un attacco di cuore.

Come nasce la paura e come si scatenano gli attacchi di panico?
Fondamentalmente, la paura è un utile meccanismo di protezione del nostro corpo ed era un importante vantaggio per la sopravvivenza. Nel giro di millisecondi, la paura segnala al nostro corpo che un pericolo è imminente e a cui bisogna reagire.

Un attacco di panico è sempre temporaneo, poiché il corpo umano può rilasciare solo una certa quantità di ormoni come serotonina, cortisolo o insulina. Non è quindi possibile per l’organismo mantenere questo stato di panico in modo permanente. In una situazione di panico acuto è molto utile tenere a mente questo fatto e sapere che passerà di nuovo.

Anche se gli attacchi di panico sono temporanei, possono durare diverse ore. In confronto, questo è piuttosto raro; la maggior parte degli attacchi di panico dura solo pochi minuti. Nella maggior parte dei casi, l’attacco di panico dovrebbe aver raggiunto il suo apice dopo pochi minuti e dovrebbe ridursi di nuovo.

Tipi di attacchi di panico
In medicina si fa una distinzione di base tra quattro tipi di attacchi di panico, ognuno dei quali ha una causa diversa:

  • Un improvviso attacco di panico

Gli attacchi di panico improvvisi di solito si verificano senza un motivo apparente e possono essere attribuiti principalmente a un disturbo di panico.

In questo tipo di panico, gli attacchi d’ansia si verificano quando la persona interessata si trova in un certo luogo o si trova in una situazione spiacevole. Una situazione del genere potrebbe essere quella di viaggiare in ascensore o di trovarsi in una grande folla. Nei casi peggiori di questo disturbo d’ansia, la persona colpita non è più in grado di uscire di casa perché la paura è semplicemente troppo grande. A questo punto, però, a tutti coloro che soffrono di questo disturbo si consiglia di non ritirarsi e di non nascondersi troppo. Questo non fa che manifestare la paura e diventa sempre più difficile sopravvivere a queste situazioni.

  • Fobia sociale

Questo tipo di panico descrive la paura delle situazioni interpersonali ed è solitamente scatenato da altre persone in presenza delle quali gli interessati non si sentono a proprio agio o minacciati. Per i malati è difficile stabilire contatti o andare tra le persone e attirare l’attenzione.

  • Fobie speciali

Se si soffre di una fobia particolare, il panico è scatenato da certe situazioni e da certi fattori scatenanti. Possono essere fobie animali, paura dei germi o paura dell’altezza, per esempio. In questi casi, il fattore scatenante può essere chiaramente definito, motivo per cui la persona interessata dovrebbe pensare a una terapia di confronto. Poiché gli inneschi di solito non sono cose di tutti i giorni, evitare queste situazioni può anche essere d’aiuto.

Sintomi
Ogni persona deve essere considerata come un individuo a sé stante e reagisce in modo diverso alla paura e al panico. Un attacco di panico può anche verificarsi senza essere immediatamente un disturbo d’ansia. Ciò è riconoscibile dalla regolarità degli attacchi.

Il cannabidiolo aiuta con gli attacchi di panico?
Per il trattamento dei disturbi d’ansia e degli attacchi di panico vengono utilizzate diverse terapie e farmaci per alleviare e prevenire il manifestarsi dei sintomi sopra citati.

Gli psicofarmaci, che spesso sono accompagnati da gravi effetti collaterali, giocano un ruolo importante in questo. Non tutti i pazienti vogliono quindi ricorrere a farmaci prodotti chimicamente. Molte persone colpite sono quindi alla ricerca di alternative a base di erbe e nel frattempo giurano sul cannabidiolo (CBD). Oltre ai molti altri effetti positivi del CBD, come il dolore e le proprietà antinfiammatorie, i prodotti cannabidiolici hanno un effetto ansiolitico e sono ideali per il trattamento degli attacchi di panico.

Effetto della CBD
Il cannabidiolo (CBD) è un principio attivo estratto dalla pianta di cannabis ed è legale in Austria. È noto anche il principio attivo THC, che è responsabile dell’effetto inebriante sull’organismo quando si usa la cannabis.

Anche se il THC e il CBD sono chimicamente simili, differiscono molto nei loro effetti – mentre il THC ha più probabilità di scatenare l’ansia, il CBD ha un effetto rilassante e calmante. Il rapporto tra THC e CBD differisce tra i ceppi, quindi dipende interamente dalla pianta di cannabis.

 

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Depressione, come combatterla con la cannabis light. Parola a Weedy Shop

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) la depressione è la causa principale di disabilità a livello mondiale ed è anche uno dei tre maggiori problemi nei luoghi di lavoro (gli altri due sono stress e crisi familiari). È difficile fare una stima delle perdite che causa alle nostre famiglie, comunità e, in generale, all’intera società. Per molti anni le persone hanno cercato un rimedio sicuro ed efficace che li aiutasse a gestire questa malattia e, ad oggi, molte riportano i risultati positivi ottenuti grazie al CBD.

Nel corso degli ultimi decenni, i metodi principali usati per il trattamento della depressione sono stati farmaci come gli SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina), che hanno la funzione di modificare l’equilibrio ormonale del cervello nel tentativo di alleviare i sintomi. Malgrado possano risultare efficaci per alcune persone, hanno però evidenziato di provocare seri effetti collaterali e molti dei pazienti sono ad alto rischio di assuefazione o abuso.

Il CBD, al contrario, ha un profilo di sicurezza decisamente più favorevole. Quando l’OMS ha raccomandato l’abolizione di tutti i controlli su questo composto, i loro rapporti hanno affermato specificatamente che il CBD non è riconosciuto tra i preparati che causano effetti collaterali e che “non induce alla possibilità di abuso o assuefazione”.

Questo perché il cannabidiolo non ha effetti psicoattivi. Il CBD agisce sul sistema endocannabinoide che è una rete di recettori presenti in tutto il corpo umano che hanno il compito di controllare una vasta sfera di funzioni, incluso l’umore. Anche se la ricerca è ancora agli stadi iniziali, i primi risultati suggeriscono che il CBD può avere effetti antidepressivi grazie all’attivazione di recettori come il 5-HT1A, meglio conosciuto come il recettore della serotonina.

Malgrado questo sia un segnale incoraggiante del fatto che l’olio di CBD è efficace nel trattamento delle persone che soffrono di depressione, è importante tenere a mente che la ricerca non è solo speculativa ma anche che non tutti i composti a base di CBD sono prodotti correttamente e che alcuni avranno più effetto di altri.

I prodotti Bioteca aderiscono a tutti gli standard qualitativi europei e vengono sottoposti a numerosi test di laboratorio prima di essere immessi sul mercato.

La potenzialità di trattare la depressione con il CBD ad ampio spettro.
Per essere di aiuto nel trattamento della depressione, il CBD deve essere di un certo tipo.

Le due caratteristiche più importanti sono:

  • Non è prodotto con canapa industriale.
  • L’estratto è ad ampio spettro.

Il CBD può essere estratto sia dalla cannabis industriale (che ha un basso contenuto sia di THC che di CBD) sia dalla pianta di cannabis (che ha un’alta percentuale di contenuto cannabinoide). Queste due piante sono strettamente correlate e appartengono alla famiglia della canapa Sativa. Malgrado il CBD estratto dalla cannabis industriale sia più comune, è anche meno efficace per motivi che è semplice comprendere. Bioteca usa esclusivamente le piante di cannabis per produrre i propri composti a base di CBD.

Le varietà di cannabis industriale non contengono più dello 0.3% di THC. Anche se molti clienti non necessitano di alti livelli di THC, esso ricopre, comunque, una certa importanza dato che l’olio ideale per i trattamenti è quello ad ampio spettro che contiene tutti i cannabinoidi e i terpeni che sono necessari. Bioteca produce gli oli e le creme da cannabinoidi ad ampio spettro per garantire la più alta qualità dei prodotti.

È importante ricordare che, quando si parla di CBD, non esiste una dose precisa che vada bene per tutti. Il dosaggio varia da persona a persona a seconda dei vari fattori sopra menzionati. Il modo migliore di determinare il corretto dosaggio di CBD è chiedere consiglio al proprio medico.

Decidete sotto quale forma vorreste assumere il CBD. I prodotti di Weedy Shop sono disponibili in gocce, creme e spray.
Non assumete troppo CBD. È importante ricordare che la terapia a base di canapa spesso funziona sul principio del “meno se ne usa, meglio è”.

Se non raggiungete i risultati desiderati con un alto dosaggio, Weedy Shop vi consiglia di considerare l’idea di ridurlo, non di aumentarlo. Questo sistema ha aiutato molti pazienti a trovare il loro dosaggio migliore, quello maggiormente corretto per trattare la loro condizione particolare in quel momento. Ricordate che, durante il trattamento, potreste aver bisogno di modificare il vostro dosaggio ideale dopo un po’ di tempo.

Se state già assumendo altri farmaci, siate consapevoli del fatto che esiste la possibilità di effetti collaterali e interazioni con i medicinali prescritti e quindi sarebbe bene discuterne con il proprio medico.

 

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Gli effetti fisici e psichici dell’estratto di canapa. Scoprili con Weedy Shop

Vuoi sapere di più su come l’estratto della canapa può aiutarti a stare meglio o a risolvere un particolare problema che ti affligge? Continua a leggere, in questo articolo Weedy Shop mette in evidenza in modo approfondito tutti gli effetti collaterali del CBD, in modo che tu abbia un quadro completo su come possa esserti utile.

POSSIBILI EFFETTI COLLATERALI DEL CBD
Iniziamo subito specificando che il CBD non è un composto psicotropo: non ti fa “sballare” e non crea dipendenza. Ha effetti negativi?, ti starai forse domandando. Qualcuno sì: elenchiamo qui sotto i più comuni.

Secchezza delle fauci. Il cannabidiolo influisce sul comportamento delle ghiandole salivari, quindi può causare una leggera secchezza, che rimane comunque temporanea e a cui si può facilmente ovviare idratandosi opportunamente.

Variazioni dell’appetito. Dato che dipende molto dal tono dell’umore, e dato che il CBD ha effetti importanti proprio sull’umore, è possibile che assumendo estratto di cannabis si possano notare un aumento oppure una diminuzione del senso di fame (è una questione soggettiva). Se si trattasse di un effetto indesiderato, in ogni caso, si potrebbe porre rimedio a ciò riducendo la dose quotidiana di CBD fino a tornare a condizioni normali di appetito.

Leggero abbassamento della pressione Il CBD ha effetti ipotensivi, di conseguenza risulta utile a chi deve tenere sotto controllo la tendenza all’ipertensione; per gli altri soggetti, meglio consultare un medico prima di intraprendere un trattamento a base di cannabidiolo.

Senso di vertigine. Per ovviare a ciò, è sufficiente iniziare l’iter con dosaggi di CBD limitati, per poi eventualmente incrementarli.
Senso di stanchezza. Avendo il CBD effetti calmanti, è possibile che alcune persone notino una certa fiacca o sonnolenza. Anche in questo caso, basterà dosare in modo più oculato la quantità di estratto di CBD per eliminare gli effetti indesiderati.

Dissenteria. Questo effetto collaterale solitamente è dovuto più all’olio utilizzato come vettore che al cannabidiolo in sé. In genere il CBD viene associato ad olio di canapa, di oliva o MCT (trigliceridi a catena media); se uno di questi dovesse dare fastidio, sarebbe comunque possibile selezionare un prodotto formulato con un differente olio vettore.

Irritazione della pelle. Con l’applicazione di creme, gel o lozioni al CBD, si potrebbe verificare un arrossamento della cute: per questo è importante testare il prodotto prima su una zona ristretta per vedere come reagisce.

Come avrai notato, si tratta di effetti collaterali di portata non grave, e vale la pena ribadire che, interrompendo l’assunzione di CBD, essi spariscono automaticamente (non sono permanenti).

Inoltre, è sempre buona norma consultare il proprio medico, se già si assumono dei farmaci, per verificare che non vi siano potenziali interazioni con il CBD, come è opportuno fare con qualsiasi altro prodotto, anche se si tratta di un prodotto al 100% naturale (l’iperico, ad esempio, può avere interazioni con alcuni contraccettivi orali).

EFFETTI TERAPEUTICI DEL CBD
Dopo aver esaminato con attenzione i possibili effetti indesiderati del CBD, passiamo a considerare, invece, i benefici che questa molecola estratta dalla cannabis medica può avere, sia a livello fisico che a livello interiore. Ecco tutti gli effetti positivi che sono finora stati riconosciuti al CBD:

Effetti analgesici
Contribuisce a diminuire e ad eliminare dolori di diverso tipo: articolari, muscolari, cervicali, di testa, al nervo sciatico. Il CBD, infatti, agisce anche da antinfiammatorio

Tra gli effetti del CBD, è stata evidenziata la capacità di diminuire l’ansia e lo stress.

Effetti positivi del cbd su chi soffre di disturbi dell’umore
Aiuta a migliorare il tono dell’umore, ad allontanare le preoccupazioni e le paure, a calmare la mente e a

Effetti sul sistema immunitario: aiuta a modulare il sistema endocannabinoide, che a sua volta è uno dei responsabili della risposta immunitaria dell’organismo. In questo modo, i processi infiammatori cronici che sono all’origine di molte malattie vengono contrastati dal CBD. Inoltre, grazie alle sue proprietà ansiolitiche, il CBD aiuta ad allontanare lo stress, uno dei fattori che possono causare l’abbassamento delle difese immunitarie.

Un’altra funzione importante del cannabidiolo è quella immunosoppressiva 
Combatte, cioè, le modalità con cui il sistema immunitario “aggredisce immotivatamente” l’organismo (ne sono un esempio le crisi di rigetto e le malattie autoimmuni).

Effetti sessuali
Con il CBD è possibile ridimensionare la cosiddetta “ansia da prestazione” e le tensioni emotive che rischiano di ostacolare i rapporti; dall’olio di CBD si ricavano, inoltre, prodotti lubrificanti in grado di migliorare notevolmente l’esperienza intima.

Effetti ematici
Come anticipato, il CBD può essere utile a coloro che soffrono di pressione alta;

Effetti sul cervello
È ormai noto il suo potere calmante e rilassante; ciò è collegato alla capacità del CBDdi limitare la produzione di cortisolo, l’ormone deputato a “mettere in allerta” l’organismo, ormone definito anche “dello stress” (è proprio l’eccesso di allerta nella vita quotidiana a provocare una serie di disagi come la difficoltà a dormire, l’ipertensione, gli attacchi d’ansia e molti altri). Altri benefici del cannabidiolo sul cervello sono la capacità di agevolare la concentrazione, di migliorare l’umore e di diminuire la percezione del dolore.

Ulteriori effetti beneficidel CBD: antiossidante, anti-convulsivante, antispasmodico, antiemetico (contrasta il senso di nausea e l’urto del vomito).

Questo è un riepilogo degli effetti benefici del CBD finora scoperti. Naturalmente, non ha la pretesa di essere un elenco esaustivo, per il fatto che la materia è ancora oggetto di ricerca. Anzi, sono sempre più numerose le realtà, gli enti e le aziende che effettuano studi sugli effetti del CBD. È assai probabile, perciò, che presto emergano altre novità sulle proprietà terapeutiche di questa sostanza.

Eusphera Nutraceuticals, ad esempio, ha un reparto interno di Ricerca & Sviluppo che ha proprio il compito di portare nuove evidenze e di migliorare costantemente la qualità dei propri prodotti con estratto di cannabis.

Per qualsiasi domanda o delucidazione, contatta Weedy Shop senza indugio e ti fornirà tutte le informazioni di cui hai bisogno.

Le proprietà terapeutiche della cannabis light. Ne parla Weedy Shop

Negli ultimi anni si è acceso sempre più il dibattito sulla Cannabis, in particolare la cannabis legale. Se la marijuana è sempre stata stigmatizzata per la sua caratteristica di provocare una sensazione di “sballo”, la cannabis light è ora particolarmente richiesta per tutte le sue proprietà benefiche.

Il principale componente della cannabis legale è il cannabidiolo, meglio conosciuto con l’acronimo di CBD. Esso costituisce generalmente il 40% dell’estratto totale ed è il principio attivo più ricercato dagli utilizzatori di questi prodotti.

Infatti, i consumatori non cercano l’effetto psicoattivo causato dalle varietà di cannabis che contengono un’elevata percentuale di THC. Diversamente, sono interessati alla condizione di relax che induce il CBD.

Il CBD offre moltissime proprietà curative e prima su tutte è quella di curare l’ansia in modo naturale, combattere la depressione e alleviare lo stress.

Molti e recenti studi hanno dimostrato le capacità curative del CBD, il quale rappresenta una risposta naturale a patologie che affliggono la maggior parte della popolazione.

A differenza dei prodotti chimici, i quali comportano dipendenza e assuefazione, nonché l’insorgere di problematiche derivanti da un uso prolungato, i rimedi naturali sfruttano componenti che lavorano già in sinergia all’interno delle piante e che possono quindi potenzialmente portare gli stessi benefici all’interno dell’organismo umano senza contrindicazioni.

Il CBD è in grado di agire sul sistema endocannabinoide umano regolando i cicli fisiologici che riguardano emozioni, sonno e umore. Ripercorriamo insieme le ricerche realizzate sulla cannabis per curare l’ansia, analizzando il modo in cui agisce sull’organismo.

Dallo studio della Washington State University di Pullman…
Un team di ricercatori dell’Università di Pullman ha voluto dimostrare la capacità della cannabis di alleviare i cosiddetti “disorders” legati ai sintomi di ansia, stress, panico e malcontento. Questi stati d’animo, purtroppo, sono gli stessi contro cui molti di noi combattono quotidianamente.

Gli scienziati hanno cercato di dimostrare come diverse concentrazioni di CBD e THC influenzino questi stati d’animo restituendo all’organismo una sensazione di benessere.

Lo studio è stato realizzato su un campione di circa 1.400 persone affette da questi disturbi. Il campione selezionato avrebbe dovuto fare uso di cannabis per poi rispondere a una serie di domande su un’app che permetteva di quantificare, su una scala da 1 a 10, i loro stati d’animo.

Si parla in questo caso di “esame naturalistico”. Questa metodologia ha permesso ai ricercatori di osservare le risposte dei partecipanti nella vita reale e non negli ambienti asettici di laboratori o ambulatori.

Le risposte messe a confronto sono state più di 12.000 e da queste è emersa una certezza. Rispetto a studi precedenti nei quali era stato impiegato solamente il THC, con questo studio più recente si è dimostrato come l’utilizzo di cannabis ad alto contenuto di CBD e basso in THC ha ridotto significativamente le condizioni di ansia, depressione e stress.

Dopo l’uso di cannabis, i pazienti hanno percepito una diminuzione pari al 50% della depressione e al 58% di ansia e stress.

La cannabis per curare l’ansia e la depressione è quella legale, approvata dalla normativa italiana proprio perché presenta elevate concentrazioni di CBD e una ridotta componente di THC, il principio attivo responsabile dell’effetto psicoattivo.

…allo studio dell’Università di San Paolo
Come nello studio precedente, anche in questo secondo caso i ricercatori si sono appoggiati a un’applicazione per smartphone chiamata “Releaf App”. L’app in questione ha permesso di monitorare gli effetti causati dalle diverse quantità e fenotipi di cannabis.

Questo studio, meno imponente a livello numerico, è stato condotto su 27 volontari, in questo caso però “sani”, che ricevevano 300mg di CBD trenta minuti prima della registrazione del test. Anche da questi risultati è emerso che il CBD può essere utilizzato con successo per trattare i sintomi di ansia e depressione, e (attenzione!) senza alterare il normale ciclo del sonno dei pazienti.

Questo è il punto fondamentale, la cannabis, infatti, permette di ottenere gli stessi risultati previsti da farmaci quali ansiolitici o antidepressivi ma escludendo tutti gli effetti collaterali che questi comportano.

Ansiolitici e antidepressivi sono come dei sedativi per il sistema nervoso. Infatti, più che guarire il disturbo, lo sopprimono momentaneamente. Inoltre, è importante sottolineare che questi farmaci possono aiutare in un primo periodo, ma se la cura dovesse dilungarsi troppo, c’è il rischio di aumentare la vulnerabilità alla ricaduta nel momento dell’interruzione.

Al contrario, la cannabis per curare l’ansia, la depressione e lo stress non attenua le conseguenze ma risolve il problema alla radice. Il sistema endocannabinoide è responsabile di funzioni e processi come la riproduzione, la memoria, l’appetito, l’umore e anche il sonno.

Il CBD, agendo sul sistema, riequilibra i cicli biologici che per cause esterne sono stati alterati. Non fa altro che permettere all’organismo di fare ciò che dovrebbe se fosse in perfetta forma. Tra i benefici del CBD, essendo un prodotto naturale, c’è proprio quello di riequilibrare un organismo stressato.

La ricerca sulla cannabis per curare l’ansia
Tra i principali effetti della cannabis legale troviamo proprio quelli relativi alla cura dell’ansia, un disturbo di cui la popolazione soffre sempre di più.

I primi test sulle proprietà del CBD nei confronti dell’ansia sono stati condotti dal National Institute on Drug Abuse, il quale ha testato gli effetti terapeutici del CBD contro il cosiddetto disturbo d’ansia generalizzato. I primi esperimenti con risultati positivi sono stati condotti sui ratti.

Nello studio sono stati coinvolti animali affetti dai classici sintomi che si verificano in concomitanza con l’ansia come, ad esempio, una più alta frequenza cardiaca. L’utilizzo del CBD ha provato come questi sintomi si riducessero notevolmente, portando beneficio all’organismo interessato.

Tuttavia, questo non è stato l’unico studio condotto in relazione alla cannabis per curare l’ansia. Oltre alla forma di ansia generalizzata, sono state condotti esperimenti relativi ad altri disturbi che comportano stati ansiosi come il disturbo post-traumatico e il disturbo d’ansia sociale.

In particolare, sono diversi gli studi che si sono interessati del disturbo da stress post-traumatico, particolarmente diffuso negli States. Il CBD, grazie alla sua capacità di agire sul sistema endocannabinoide, migliora la qualità del sonno inducendo l’organismo a un sonno più profondo e regolare, curando così l’insonnia e riducendo l’incidenza di incubi. I disturbi del sonno sono molto diffusi tra i soggetti che soffrono di disturbo da stress post-traumatico.

Chi soffre di questa patologia spesso assume appositi farmaci e la scienza ha provato che il CBD non produce particolari effetti collaterali se combinato con altri farmaci tradizionali.

Molto efficace si è dimostrata la cannabis per curare l’ansia anche nel campo del disturbo d’ansia sociale. Uno studio specifico ha somministrato una dose di CBD e una di placebo a un determinato numero di soggetti e coloro che hanno assunto cannabis light hanno provato una riduzione immediata del disturbo.

Cannabis light contro l’ansia e i disturbi neurologici
Le proprietà del CBD non solo sono in grado di curare i disturbi d’ansia fini a se stessi, ma anche altre patologie neurologiche e disturbi comportamentali.

Uno studio ha valutato le proprietà del CBD su bambini autistici, somministrandogli una dose ad alto contenuto di CBD e basso in THC. In base al Caregiver Global Impression of Change, a seguito del trattamento, il 61% dei soggetti interessanti ha sperimentato una riduzione notevole delle esplosioni nei comportamenti con un netto miglioramento di problemi collaterali come ansia e comunicazione, nel 37% e nel 47% dei pazienti rispettivamente.

Diversi studi sono stati condotti per testare le proprietà del CBD nei confronti dell’epilessia. Sia sugli animali che sugli esseri umani sono state provate le qualità anticonvulsionanti, attestando che il CBD è un principio attivo naturale sicuro per chi soffre di questo disturbo.

Ancora, le proprietà del CBD si sono mostrate efficaci nella cura del morbo di Parkinson. Uno studio che ha trattato con CBD pazienti affetti dal morbo per 3 mesi consecutivi ha dimostrato come gli interessati, alla fine del trattamento, avessero ridotto significativamente i disturbi derivanti dalla malattia, senza peggiorare le funzioni motorie.

Ulteriori studi sono stati condotti nel campo della schizofrenia, provando che il CBD ha effetti antipsicotici ma senza causare effetti collaterali né di per sé e nemmeno se abbinato ad altri farmaci per il trattamento del disturbo.

La cannabis come risposta per curare la depressione
Gli studi sulla cannabis per curare la depressione sono ancora agli albori. Tuttavia, pare che il CBD agisca sul sistema endocannabinoide e, in particolare, sulle funzioni dell’umore.

Attraverso il medesimo meccanismo visto nei confronti dell’ansia, anche per quanto riguarda l’umore il CBD si occupa di riequilibrare quei cicli che hanno vissuto uno scompenso all’interno dell’organismo.

I recettori dei cannabinoidi sono chiamati endocannabinoidi, ossia mediatori lipidici che costituiscono il sistema endocannabinoide. Gli endocannabinoidi regolano tantissimi processi umani come la cognizione umana, le emozioni e l’attività motoria e hanno una composizione chimica simile a quella della cannabis. Ecco perché vengono attivati dal CBD e dal THC contenuti all’interno della pianta.

Ad aver testato l’interazione dei cannabinoidi sul sistema sono stati gli scienziati dell’Università di Buffalo Research Institute od Addictions (RIA),i quali hanno studiato sia depressione che stress cronico. È emerso come le sostanze chimiche prodotte dal cervello siano simili a quelle contenute nella pianta di cannabis. Dai risultati raccolti, gli scienziati hanno dedotto che le componenti della cannabis possono essere utili per la soluzione dei disturbi appena citati.

Le ricerche sono state inizialmente condotte sugli animali. Gli scienziati hanno notato che lo stress cronico riduceva la produzione di endocannabinoidi da parte del cervello, la quale conseguenza era uno stato di depressione. L’uso dei composti derivanti dalla cannabis è riuscito a colmare questo gap riducendo la depressione e ristabilizzando lo stato d’animo del soggetto in questione.

Come vedi, il CBD è in grado di risolvere un problema anche grave alla sua radice, invece di limitarsi ad assopire i sintomi.

Esistono dei rischi?
Sono in molti a chiedersi se la cannabis contro la depressione sia responsabile di eventuali effetti collaterali, tra cui la stessa acutizzazione dello stato depressivo. In realtà, ad oggi non esistono abbastanza prove del fatto che esistano effetti collaterali gravi.

È stato condotto un sondaggio, uno dei pochi realizzati negli Stati Uniti, sui benefici della cannabis. I risultati sono stati incoraggianti, dato che il 71% dei pazienti ha riportati solo vantaggi e nessuna controindicazione, mentre il 6% ha riportato un’irritazione alla gola e il 5% è stata semplicemente preoccupata di essere arrestata, nonostante la cannabis medica fosse legale nello stato delle Hawaii dove è stato condotto il sondaggio.

 

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Il negozio aperto H24 si trova in via Cesare Battisti 24, in pieno centro ad Ascoli. Consegne a domicilio e spedizioni gratuite.

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Crisi epilettiche e cannabis light. Weedy Shop presenta uno studio a riguardo

La cannabis light ha dimezzato le crisi epilettiche nei bambini affetti da epilessia resistente ai farmaci tradizionali. E’ il risultato di uno studio curato dai ricercatori dell’Università di Saskatchewan, in Canada, che ha riscontrato miglioramenti in soggetti di età infantile.

Secondo lo studio, la cannabis light, con il suo effetto anticonvulsivante, migliorerebbe non solo la situazione sanitaria, ma la vita generale delle persone rendendole più interattivi con i propri cari.

Crisi epilettiche e CBD: i risultati dello studio 
Guidati da Richard Huntsman, neurologo del college di medicina dell’università, i ricercatori hanno somministrato un olio curativo a base di CBD al 95% e di THC al 5% su bambini (7 in totale con età da 1 a 10 anni) che soffrono di gravi forme di epilessia resistente ai farmaci. Nei sei mesi di osservazione i bambini hanno ricevuto 10-12 milligrammi di estratto di cannabis per ogni chilo di peso, per ogni giorno. Malgrado la preoccupazione iniziale, nessuno dei soggetti ha riscontrato effetti di intossicazione. “Ciò che siamo stati in grado di mostrare è che i livelli plasmatici di THC, suggeriscono un basso rischio di intossicazione con un rapporto THC/CBD di 1:20”, hanno sottolineato. Dopo il periodo di somministrazione, gli effetti sono stati sorprendenti con una riduzione degli attacchi epilettici di oltre la metà. In 3 bambini su 7 addirittura le crisi sono definitivamente scomparse. Oltre ai miglioramenti della condizioni di salute dei bambini, i ricercatori hanno riscontrato un progresso nella vita di tutti i giorni.

L’efficacia del CBD
L’esperimento dell’Università di Saskatchewan rappresenta un contributo importante nella ricerca sulla cannabis terapeutica. Già altri studi hanno dimostrato che i prodotti contenenti CBD possono essere efficaci nell’aiutare a controllare le convulsioni nei bambini con encefalopatia epilettica, una forma grave di epilessia che inizia nell’infanzia. Nonostante il Canada sia un paese leader nella diffusione della cannabis terapeutica, molti genitori faticano a trovare medicinali adatti ai più piccoli dato che ancora rimane un vuoto normativo. “Il nostro olio non guarisce l’epilessia, ma la probabilità di ottenere un buon risultato con un altro farmaco è davvero bassa”.

E’ un argomento che di recente è stato affrontato dal dottor Pasqualino Strianoni ricercatore presso l’Università degli Studi di Genova e neurologo infantile presso il Gaslini, che aveva indicato il CBD come: “Un farmaco tra i primissimi da considerare per questi bambini”, vista la sua “efficacia clinica e la tollerabilità eccellente” nell’epilessia.

 

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Sclerosi Multipla, Weedy Shop illustra come la cannabis light può essere d’aiuto

La cannabis può essere d’aiuto contro la Sclerosi Multipla?

In questo articolo, Weedy Shop ti illustra i vantaggi dell’utilizzo della cannabis nella gestione di alcuni sintomi sofferti dai pazienti affetti da sclerosi multipla, e anche i limiti di questo trattamento naturale.

Cos’è la Sclerosi Multipla (SM)?
La sclerosi multipla è una malattia autoimmune, cronico-degenerativa.
Il sistema immunitario del malato stesso danneggia i nervi, colpendo la guaina mielinica, uno strato isolante che permette la conduzione dell’impulso elettrico nervoso, essenziale per qualsiasi funzione vitale.

Sintomi della Sclerosi Multipla
I sintomi con cui si manifesta sono svariati, ma principalmente neurologici:

  • emicrania
  • dolore neuropatico periferico
  • dolore alla schiena
  • spasmi dolorosi
  • neuralgia al trigemino
  • problemi di movimento
  • incontinenza
  • inappetenza
  • insonnia
  • problemi con le principali funzioni vitali
  • incapacità fisica e cognitiva

Tutti questi sintomi possono essere anche molto debilitanti e riducono drammaticamente la qualità della vita di chi è affetto da questa patologia.

Terapia
I farmaci tradizionali attualmente impiegati per contenere la malattia sono limitatamente efficaci, modulano solo alcuni dei segni clinici e possono causare essi stessi ulteriori effetti avversi.

Negli ultimi anni vari studi hanno considerato la cannabis come valida alternativa naturale per migliorare le condizioni dei pazienti ed ulteriori prove cliniche sono tutt’ora in corso di validazione.

Principi attivi della cannabis e loro proprietà medicali
Esistono moltissime tipologie di cannabis, che si differenziano sia per aspetto, aroma ma soprattutto per le caratteristiche organolettiche.

I principi attivi di maggiore interesse medico sono i terpeni (sostanze aromatiche) ed i cannabinoidi (sostanze con gli effetti caratteristici della cannabis).

Esistono più di 110 diversi cannabinoidi, i più famosi sono THC (tetraidrocannabinolo), CBD (cannabidiolo), CBG (cannabigerolo), CBN (cannabinolo). Tutti questi esplicano il proprio effetto tramite il sistema endocannabinoide, per questo hanno in comune alcuni effetti in base al tipo di recettore che legano:

  • rilassamento, diminuzione del dolore e della spasticità, miglioramento dell’umore, sedazione, stimolazione dell’appetito, mediati dai recettori CB1 (concentrati nel sistema nervoso centrale)
  • contrasto degli stati infiammatori, immunomodulazione, grazie ai recettori CB2 (espressi nelle cellule immunitarie).
    Cannabis e sclerosi

Grazie agli effetti tipici dei cannabinoidi, la cannabis sativa è considerata una valida alleata contro la sclerosi, siccome, a differenza dei farmaci tradizionali, va a modulare molteplici segni della patologia: episodi infiammatori autoimmuni, dolore costante, malumore, difficoltà cognitive e di movimento.

I principali cannabinoidi soggetti a svariati studi per l’impiego contro la sclerosi, sono il THC ed il CBD, i due ormai noti da più tempo e che vantano una storia di consumo più lunga.

Entrambi sono presenti negli estratti di cannabis, ma in percentuali differenti, ed è proprio il rapporto tra i livelli di questi due che determina effetti ed efficacia del prodotto in questione.

Il THC è il cannabinoide psicoattivo, tipico della marijuana usata a scopo ricreativo, ma che vanta anche effetti antidolorifici, spasmolitici, antinausea e di miglioramento dell’umore. Tuttavia, i suoi effetti psicotropi ne limitano il campo d’impiego a causa degli effetti avversi e dell’alterazione della sfera cognitiva, già compromessa nella sclerosi.

Il CBD è il cannabinoide presente in maggiore quantità nella cannabis light, non è psicotropo, ma, anzi, va a modulare il tipico “sballo” del THC, limitandone gli effetti avversi e sinergizzando contro stati infiammatori, episodi autoimmuni e come miorilassante.

Proprio per questa complementarietà negli effetti, è chiaro come sia preferibile usare estratti naturali di cannabis contenenti l’intero fitocomplesso piuttosto che i singoli cannabinoidi.

 

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Soffri di mal di testa? Weedy Shop spiega come contrastarlo con la cannabis light

Quante volte capita di rientrare a casa dopo una lunga giornata di lavoro e trovarsi a fare i conti – una volta che la tensione della routine si allenta – con un mal di testa martellante, che non lascia scampo al relax serale? Si tratta di un’esperienza che tutti, con maggiore o minore frequenza, facciamo nel corso del tempo.

Molto spesso mettersi a letto non basta e si finisce per fissare il soffitto in attesa che il sonno arrivi, mentre il dolore non cessa di rimbombare e dare il tormento. Il mal di testa (o cefalea) è un disturbo molto comune, che spesso porta a consultare un medico per il timore che sia il campanello d’allarme di altre patologie. Nella cefalea cosiddetta ‘primaria’, che non è sostenuta da ulteriori malattie, si percepisce un dolore localizzato e palpitante dietro la testa: molto spesso si lega anche a una certa predisposizione nel soggetto. La causa scatenante solitamente è – come accennato – uno stress prolungato, che spesso è legato al lavoro. Ma anche l’insonnia e gli sbalzi ormonali possono innescarla. Il meteo che cambia, la percezione di certi odori particolari e persino l’esposizione a luci molto forti sono tutte potenziali cause di questo disturbo. Le persone che più sono soggette a cefalee sviluppano come un sesto senso e riescono a predirne la comparsa.

Tra i migliori rimedi naturali al mal di testa ai quali è possibile ricorrere c’è senza dubbio il CBD, utile anche nella fase della prevenzione del malessere. Il cannabidiolo, metabolita della cannabis sativa, sta infatti acquisendo una sempre maggiore popolarità anche in questo ambito per via delle sue proprietà rilassanti, ansiolitiche e antinfiammatorie (ma non solo).

Come agisce sul nostro sistema endocannabinoide 
L’utilizzo della cannabis mal di testa è una pratica antichissima. Oggi questa sostanza nella sua versione light sta conoscendo una grande ribalta, anche mediatica, dovuta alla (ri)scoperta delle sue molte proprietà positive. Studiosi ritengono che il CBD sia in grado di compensare una particolare mancanza nel nostro sistema endocannabinoide (ECS), che causa la comparsa del mal di testa. Il sistema endocannabinoide si occupa di regolare qualsiasi sensazione: dalla fame al malessere generico e non solo. Si ritiene che una carenza importante di anandamide – in pratica la molecola della felicità – possa legarsi alla comparsa di emicranie anche pesanti. Dunque, riuscire a colmare questa mancanza di endocannabinoidi naturali sembra davvero la soluzione migliore. Ecco spiegato il motivo per il quale molte persone scelgono di affidarsi, soprattutto la sera, a una dose light di cannabis emicrania sia con scopo preventivo che per combattere il dolore pulsante. Per quanto riguarda la modalità di assunzione, questa è in genere per via orale: si mettono poche gocce di olio sotto la lingua, prima di distendersi aspettando che faccia effetto. Ma qualsiasi metodo assuntivo – fumare, vaporizzare – andrà bene: basta fare riferimento alle personali preferenze, sempre sfruttando il binomio vincente formato da cannabis e mal di testa.

Anche il sonno migliora grazie alle proprietà rilassanti 
Le persone sempre più spesso preferiscono ricorrere al CBD piuttosto che ai farmaci da prescrizione: l’obiettivo è riuscire a ottenere una diminuzione – più sicura e veloce – del dolore legato alla comparsa delle emicranie più pesanti. In genere sono minori anche gli effetti collaterali connessi all’assunzione, come il mal di stomaco o i dolori ai muscoli. Riuscire a stabilire una routine assuntiva di CBD, soprattutto quando vi sia una personale predisposizione alla comparsa di cefalee, è dunque essenziale per uscire dal tunnel del malessere serale e ricaricare al meglio le pile. Anche perché le proprietà rilassanti del CBD possono essere di grande supporto per la risoluzione di ulteriori disagi – spesso connessi al mal di testa – come l’insonnia e l’ansia (oltre naturalmente allo stress causato dalle tensioni in ufficio). Anche per coloro che sono in grado di percepire l’arrivo del malessere e predire in un certo senso l’emicrania sarà utile ricorrere a questa sostanza: è perfetta per ridurre l’intensità dei sintomi, così come la frequenza della comparsa dei dolori alla testa. Utilizzare il CBD (l’olio da assumere per via orale o comunque la sostanza da fumare o vaporizzare) rappresenta dunque una nuova frontiera terapeutica nella lotta all’emicrania cannabis.

 

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Sclerosi multipla: si può curare con la cannabis light? Weedy Shop riporta degli studi in merito

Come già accennato in altri articoli, il CBD, tra i suoi effetti benefici, ne ha tre che risultano particolarmente importanti nel trattamento di diverse patologie:

  • L’effetto antispasmodico, cioè la capacità di contrastare gli spasmi involontari di muscoli e organi;
  • L’effetto antidolorifico, soprattutto per quanto riguarda il dolore cronico;
  • L’effetto immuno-modulatorio, vale a dire di contrasto alle reazioni anomale del sistema immunitario.

Queste ultime si verificano nelle malattie autoimmuni che sono, appunto, causate dal comportamento “alterato” del sistema immunitario, il quale comincia ad aggredire gli apparati dell’organismo, anziché difenderli come dovrebbe. Le più note patologie di questo tipo sono l’artrite reumatoide, il lupus eritematoso sistemico, la sclerodermia e la sclerosi multipla.

In virtù di ciò, una delle news più importanti degli ultimi anni per quanto riguarda la cura della sclerosi multipla, in particolare, è che l’olio CBD può essere considerato a tutti gli effetti un’opzione terapeutica valida.

Non è un caso che nel 2015 un Decreto Ministeriale (il 279 del 30/11) abbia autorizzato e regolamentato l’utilizzo di farmaci a base di estratto di canapa per determinate patologie, e che molte regioni italiane abbiano cominciato a convalidare l’erogazione di questi medicinali in casi specifici, che spesso però danno problemi durante l’assunzione, quali difficoltà digestive e di assimilazione.

Come ha sottolineato la stessa AISM – Associazione Italiana Sclerosi Multipla (https://www.aism.it/cannabis_e_cannabinoidi_nella_sclerosi_multipla), le proprietà analgesiche della cannabis sativa si sono rivelate particolarmente efficaci per la terapia del dolore in molte circostanze in cui altre tipologie di trattamento (convenzionali) non hanno sortito gli effetti desiderati, ad esempio proprio nel caso di pazienti affetti da sclerosi multipla o da lesioni del midollo spinale.

AISM ha evidenziato altresì l’azione antinfiammatoria dei derivati dalla canapa, capace di ridurre o addirittura eliminare i dolori (soprattutto neuropatici), nonché la loro azione antispasmodica e anticonvulsivante, efficace anche nel trattamento di pazienti colpiti dalla Sindrome di Gilles de la Tourette, oltre che da sclerosi multipla.

Quest’ultima patologia consiste nell’infiammazione delle fibre nervose e delle cellule deputate alla produzione della mielina (la “guaina” che avvolge tali fibre). La progressiva lesione e perdita della mielina causa l’insorgenza di placche che aggrediscono il sistema nervoso centrale; si passa da uno stadio iniziale infiammatorio alla formazione di vere e proprie cicatrici (appunto, le sclerosi). Si tratta di una malattia cronica (neurodegenerativa) scatenata dall’alterazione del sistema immunitario, che è il responsabile dell’infiammazione.

Considerando le proprietà antinfiammatorie, antidolorifiche e immunosmodulatrici proprie del CBD, dunque, non sarà difficile mettere in relazione la patologia con gli effetti benefici del principio attivo della cannabis.

Secondo le ricerche e sperimentazioni effettuate, in sostanza, il CBD risulta decisivo come integratore nel ridurre i sintomi dolorosi della sclerosi multipla e di diverse altre malattie, migliorando in maniera significativa la qualità della vita dei pazienti.

 

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Come curare l’ansia in modo naturale. Weedy Shop illustra gli effetti benefici della cannabis light

Cerchi un rimedio per curare l’ansia in modo naturale?

Numerosi studi scientifici hanno dimostrato la capacità del CBD di contrastare i disturbi d’ansia, grazie alla sua interazione con i recettori Cb1 e CB2 e la serotonina, un importante neurotrasmettitore che regola diverse funzioni, quali ad esempio l’umore, il sonno, le emozioni.

Paura ed ansia sono delle risposte adattive del nostro organismo a potenziali minacce, messe in atto per la nostra sopravvivenza.
Spesso però queste risposte diventano eccessive e non più collegate a minacce reali, provocando sintomi fisici a volte particolarmente invalidanti tra i quali tensione tremore sudore palpitazione aumento del battito cardiaco vertigini nausea.

Si stima che ben 2,2 milioni di persone in Italia hanno sofferto nel 2015 di ansia cronica grave.

Per risolvere il problema si fa normalmente riferimento ai farmaci classici, che rientrano nella categoria degli:

  • Ansiolitici
  • Benzodiazepine
  • Antidepressivi

Questi farmaci per l’ansia però, portano con sé effetti collaterali, che specie nel lungo periodo, possono recare notevoli disturbi.

Per fortuna, ci sono altri rimedi naturali ed efficaci per affrontare il problema. Tra questi, il CBD, un componente naturale della Cannabis, che agisce sul sistema nervoso periferico, in modo efficace e senza effetti psicotropi.

Il CBD può, secondo diversi studi scientifici condotti, essere un validissimo aiuto nei seguenti casi:

  • Attacchi di panico
  • Stati d’ansia
  • Disturbo ossessivo-compulsivo
  • Ansia sociale
  • Disturbo post traumatico da stress
  • Ansia generalizzata
  • Tensione muscolare
  • Battito cardiaco accelerato

CBD e ansia, cosa dice la scienza

Nel 2015 è stata pubblicata sulla rivista Neuroterapeuthics la revisione degli studi condotti fino a quel momento volti a verificare gli effetti del CBD nel trattare gli stati d’ansia. I risultati confermano l’ipotesi iniziale e cioè che il CBD possa essere efficace nel ridurre gli stati d’ansia.

La revisione ha preso in esame 49 studi preclinici, clinici ed epidemiologici e ha incluso anche le ricerche fatte con tecniche di neuroimmagine (le tecnologie che permettono di studiare il metabolismo cerebrale).

Dalla revisione, curata da Esther M. Blessing, Maria M. Steenkamp, Jorge Manzanares e Charles R. Marmar della New York School of Medicine, è emerso che gli studi preclinici hanno dimostrato l’efficacia del CBD nel ridurre l’ansia provocata da molti disturbi come, ad esempio, il disturbo da stress post-traumatico, quello d’ansia generalizzata, quello ossessivo-compulsivo e molti altri.

È del 2018, invece, lo studio degli scienziati dell’Università di Washington, pubblicato sul Journal of Affective Disorders, che ha preso in considerazione un campione di persone decisamente consistente – più di 1.400 volontari e volontarie – per indagare l’efficacia dei prodotti a base di cannabis nei confronti di ansia e stress.

I ricercatori si sono avvalsi di un’applicazione (Strainprint), con cui i partecipanti indicavano i propri dati (raccolti anonimamente), la quantità e il tipo di cannabis usata e, infine, gli effetti riscontrati.

Dalle 12.000 risposte pervenute agli autori dello studio, è risultato che più della metà (il 58%) percepiva una netta riduzione dell’ansia. In particolare, la cannabis con alto contenuto di CBD e basso di THC è stata indicata come la più efficace per trattare ansia e depressione.

 

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