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Cannabis light e dolori muscolari. La correlazione positiva spiegata da Weedy Shop

Il CBD contro i dolori muscolari

È una sensazione che conosciamo bene: un dolore intenso, che non ci permette di muoverci come dovremmo. A volte il dolore può essere così intenso da non permetterci nemmeno di alzarci dal letto.

Sentiamo dolore alle cosce, dopo una lunga corsa, oppure alle braccia dopo avere aiutato una persona a noi cara a trasportare alcuni pesi.

Si tratta di ciò che i dizionari medici definiscono come indolenzimento muscolare a insorgenza ritardata (DOMS, dall’inglese Delayed Onset Muscle Soreness): un fenomeno molto comune, a tratti doloroso, e associato all’esercizio fisico.

Negli ultimi anni, il cannabidiolo (CBD) è stato sempre più impiegato come trattamento per stemperare il dolore provocato dall’indolenzimento muscolare, grazie alla sua efficacia e al suo ottimo profilo di sicurezza.

Dolori muscolari alle gambe e acido lattico

Il dolore che proviamo nei giorni successivi a un esercizio fisico estraneo alla nostra comune routine non è causato da un accumulo di acido lattico, come spesso si tramanda con una falsa credenza. L’acido lattico che il nostro organismo produce mentre compiamo uno sforzo, viene rimosso nelle ore immediatamente successive all’attività fisica.

Il dolore ai muscoli che si avverte nei giorni successivi è, invece, da attribuirsi a una serie di microlesioni delle fibre muscolari. A seguito di queste microlesioni, il nostro organismo reagisce con un processo infiammatorio. È questa la causa del dolore che avvertiamo.

Tra i tanti rimedi che negli anni sono stati impiegati per stemperare questo indolenzimento, il cannabidiolo (CBD) è uno di quelli che, di recente, sta riscuotendo più successo.

Il cannabidiolo provvede al benessere quotidiano della persona. Nel caso della salute e del rilassamento dei muscoli, il CBD permette di ritrovare la distensione e il sollievo, andando a intervenire sui sintomi. Lo sport è utilissimo per rilassarsi, magari già accoppiato al cannabidiolo. La salute dei nostri muscoli è altrettanto importante.

Il cannabidiolo si è confermato, negli anni, un principio attivo capace di ridare benessere e distensione tanto alle persone che soffrono d’ansia (e conseguente irrigidimento muscolare), quanto agli sportivi di una moltitudine di discipline, impegnate a stemperare un fastidioso indolenzimento muscolare.

Oltre a contribuire al rilassamento dei muscoli, il CBD viene utilizzato anche da tutte quelle persone che soffrono di dolore muscolare, anche cronico.

L’azione indiretta antinfiammatoria del cannabidiolo permette alla persona di rilassarsi, distendere la muscolatura e riacquistare la giusta serenità.

5 motivi per cui il CBD è ottimo per gli sportivi

1. Proprietà antinfiammatorie
Il CBD è molto apprezzato ed utilizzato per le sue proprietà antinfiammatorie.

2. Ottimizza il recupero
L’assunzione del CBD al termine dello sforzo fisico può aiutare ad ottimizzare il recupero dell’organismo

3. Proprietà ansiolitiche e muscolorilassanti
Il sonno è il migliore degli allenamenti, e le proprietà ansiolitiche e muscolorilassanti del cannabidiolo possono aiutare a distendere e calmare il nostro sistema nervoso, conciliano un sonno ristoratore e riposante.

4. Il CBD ha proprietà analgesiche
Il CBD ha proprietà analgesiche e può svolgere un’azione positiva verso il dolore, per questo è indicato per persone che soffrono di dolori cronici o malattie infiammatorie, causate ad esempio da traumi sportivi, frequenti in discipline come il rugby o il football americano.

5. Lenire gli stati di ansia generalizzata
Il CBD, così come lo sport in sé, aiuta a lenire gli stati di ansia generalizzata, e l’unione di questi due aspetti permette di ottenere benefici mentali, oltre che fisici, particolarmente efficaci.

 

Weedy Shop informa che ha provveduto a abbassare i prezzi delle migliori selezioni di cannabis mantenendo invariata la qualità delle genetiche, per dare la possibilità a chiunque di provare e gustare le migliori scelte.

 

Info al numero 3248169597.

Il negozio aperto H24 si trova in via Cesare Battisti 24, in pieno centro ad Ascoli, in viale Marconi 128 ad Alba Adriatica e in via Piemonte a San Benedetto 103/b, a due passi dal bar Infinity.

Se vuoi scoprire le tipologie di cannabis light disponibili, con le relative descrizioni, vai al sito http://www.weedy-shop.com

La cannabis light può dare sollievo in caso di dolori muscolari. Scopri di più con Weedy Shop

Il CBD contro i dolori muscolari

È una sensazione che conosciamo bene: un dolore intenso, che non ci permette di muoverci come dovremmo. A volte il dolore può essere così intenso da non permetterci nemmeno di alzarci dal letto.

Sentiamo dolore alle cosce, dopo una lunga corsa, oppure alle braccia dopo avere aiutato una persona a noi cara a trasportare alcuni pesi.

Si tratta di ciò che i dizionari medici definiscono come indolenzimento muscolare a insorgenza ritardata (DOMS, dall’inglese Delayed Onset Muscle Soreness): un fenomeno molto comune, a tratti doloroso, e associato all’esercizio fisico.

Negli ultimi anni, il cannabidiolo (CBD) è stato sempre più impiegato come trattamento per stemperare il dolore provocato dall’indolenzimento muscolare, grazie alla sua efficacia e al suo ottimo profilo di sicurezza.

Dolori muscolari alle gambe e acido lattico

Il dolore che proviamo nei giorni successivi a un esercizio fisico estraneo alla nostra comune routine non è causato da un accumulo di acido lattico, come spesso si tramanda con una falsa credenza. L’acido lattico che il nostro organismo produce mentre compiamo uno sforzo, viene rimosso nelle ore immediatamente successive all’attività fisica.

Il dolore ai muscoli che si avverte nei giorni successivi è, invece, da attribuirsi a una serie di microlesioni delle fibre muscolari. A seguito di queste microlesioni, il nostro organismo reagisce con un processo infiammatorio. È questa la causa del dolore che avvertiamo.

Tra i tanti rimedi che negli anni sono stati impiegati per stemperare questo indolenzimento, il cannabidiolo (CBD) è uno di quelli che, di recente, sta riscuotendo più successo.

Il cannabidiolo provvede al benessere quotidiano della persona. Nel caso della salute e del rilassamento dei muscoli, il CBD permette di ritrovare la distensione e il sollievo, andando a intervenire sui sintomi. Lo sport è utilissimo per rilassarsi, magari già accoppiato al cannabidiolo. La salute dei nostri muscoli è altrettanto importante.

Il cannabidiolo si è confermato, negli anni, un principio attivo capace di ridare benessere e distensione tanto alle persone che soffrono d’ansia (e conseguente irrigidimento muscolare), quanto agli sportivi di una moltitudine di discipline, impegnate a stemperare un fastidioso indolenzimento muscolare.

Oltre a contribuire al rilassamento dei muscoli, il CBD viene utilizzato anche da tutte quelle persone che soffrono di dolore muscolare, anche cronico.

L’azione indiretta antinfiammatoria del cannabidiolo permette alla persona di rilassarsi, distendere la muscolatura e riacquistare la giusta serenità.

5 motivi per cui il CBD è ottimo per gli sportivi

1. Proprietà antinfiammatorie
Il CBD è molto apprezzato ed utilizzato per le sue proprietà antinfiammatorie.

2. Ottimizza il recupero
L’assunzione del CBD al termine dello sforzo fisico può aiutare ad ottimizzare il recupero dell’organismo

3. Proprietà ansiolitiche e muscolorilassanti
Il sonno è il migliore degli allenamenti, e le proprietà ansiolitiche e muscolorilassanti del cannabidiolo possono aiutare a distendere e calmare il nostro sistema nervoso, conciliano un sonno ristoratore e riposante.

4. Il CBD ha proprietà analgesiche
Il CBD ha proprietà analgesiche e può svolgere un’azione positiva verso il dolore, per questo è indicato per persone che soffrono di dolori cronici o malattie infiammatorie, causate ad esempio da traumi sportivi, frequenti in discipline come il rugby o il football americano.

5. Lenire gli stati di ansia generalizzata
Il CBD, così come lo sport in sé, aiuta a lenire gli stati di ansia generalizzata, e l’unione di questi due aspetti permette di ottenere benefici mentali, oltre che fisici, particolarmente efficaci.

 

Weedy Shop informa che ha provveduto a abbassare i prezzi delle migliori selezioni di cannabis mantenendo invariata la qualità delle genetiche, per dare la possibilità a chiunque di provare e gustare le migliori scelte.

 

Info al numero 3248169597.

Il negozio aperto H24 si trova in via Cesare Battisti 24, in pieno centro ad Ascoli, in viale Marconi 128 ad Alba Adriatica e in via Piemonte a San Benedetto 103/b, a due passi dal bar Infinity.

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Emicrania? La cannabis light può essere un rimedio. Ce ne parla Weedy Shop

Il CBD è potenzialmente in grado di alleviare tantissimi disturbi, tra cui l’emicrania.

È stato dimostrato che il CBD mantiene costanti i livelli di anandamide all’esterno della membrana cellulare, impedendone l’assorbimento. Tale processo potrebbe alleviare il dolore causato dall’emicrania. Il CBD, o cannabidiolo, è una delle molecole appartenenti alla famiglia dei cannabinoidi. Queste sostanze vengono principalmente prodotte dai tricomi della pianta di cannabis, e sembrano racchiudere innumerevoli effetti terapeutici. Il CBD ha ottenuto molta popolarità grazie alla sua capacità di trattare i sintomi di vari disturbi. Ha dimostrato un’azione antinfiammatoria, antiossidante, anti-convulsiva, e neuroprotettiva.

Il CBD ha ottenuto un’enorme popolarità non appena le testimonianze aneddotiche relative ai suoi effetti sono state diffuse sui media mainstream. Gli esperti pubblicano costantemente articoli sui presunti meccanismi d’azione della molecola, e stanno esaminando l’influsso del cannabinoide su modelli di infiammazione, stress ossidativo e convulsioni. Essendo privo di effetti inebrianti, il CBD è più facile da studiare ed è maggiormente accettato dal pubblico, rispetto al THC.

Tuttavia, gli scienziati stanno ancora analizzando solo la punta dell’iceberg. Devono ancora scoprire in che modo il CBD agisce nell’organismo, e gli studi clinici sono ancora limitati. Alcune ricerche hanno testato gli effetti della cannabis ricca di THC sui modelli di emicrania, ma la pianta contiene centinaia di composti fitochimici, inclusi cannabinoidi e terpeni, ognuno dei quali agisce in modo differente.

 

Il negozio aperto H24 si trova in via Cesare Battisti 24, in pieno centro ad Ascoli, in viale Marconi 128 ad Alba Adriatica e in via Piemonte a San Benedetto 103/b, a due passi dal bar Infinity.

Info al numero 3248169597.

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Dolori muscolari, la cannabis light può dare sollievo. Scopri di più con Weedy Shop

Il CBD contro i dolori muscolari

È una sensazione che conosciamo bene: un dolore intenso, che non ci permette di muoverci come dovremmo. A volte il dolore può essere così intenso da non permetterci nemmeno di alzarci dal letto.

Sentiamo dolore alle cosce, dopo una lunga corsa, oppure alle braccia dopo avere aiutato una persona a noi cara a trasportare alcuni pesi.

Si tratta di ciò che i dizionari medici definiscono come indolenzimento muscolare a insorgenza ritardata (DOMS, dall’inglese Delayed Onset Muscle Soreness): un fenomeno molto comune, a tratti doloroso, e associato all’esercizio fisico.

Negli ultimi anni, il cannabidiolo (CBD) è stato sempre più impiegato come trattamento per stemperare il dolore provocato dall’indolenzimento muscolare, grazie alla sua efficacia e al suo ottimo profilo di sicurezza.

Dolori muscolari alle gambe e acido lattico

Il dolore che proviamo nei giorni successivi a un esercizio fisico estraneo alla nostra comune routine non è causato da un accumulo di acido lattico, come spesso si tramanda con una falsa credenza. L’acido lattico che il nostro organismo produce mentre compiamo uno sforzo, viene rimosso nelle ore immediatamente successive all’attività fisica.

Il dolore ai muscoli che si avverte nei giorni successivi è, invece, da attribuirsi a una serie di microlesioni delle fibre muscolari. A seguito di queste microlesioni, il nostro organismo reagisce con un processo infiammatorio. È questa la causa del dolore che avvertiamo.

Tra i tanti rimedi che negli anni sono stati impiegati per stemperare questo indolenzimento, il cannabidiolo (CBD) è uno di quelli che, di recente, sta riscuotendo più successo.

Il cannabidiolo provvede al benessere quotidiano della persona. Nel caso della salute e del rilassamento dei muscoli, il CBD permette di ritrovare la distensione e il sollievo, andando a intervenire sui sintomi. Lo sport è utilissimo per rilassarsi, magari già accoppiato al cannabidiolo. La salute dei nostri muscoli è altrettanto importante.

Il cannabidiolo si è confermato, negli anni, un principio attivo capace di ridare benessere e distensione tanto alle persone che soffrono d’ansia (e conseguente irrigidimento muscolare), quanto agli sportivi di una moltitudine di discipline, impegnate a stemperare un fastidioso indolenzimento muscolare.

Oltre a contribuire al rilassamento dei muscoli, il CBD viene utilizzato anche da tutte quelle persone che soffrono di dolore muscolare, anche cronico.

L’azione indiretta antinfiammatoria del cannabidiolo permette alla persona di rilassarsi, distendere la muscolatura e riacquistare la giusta serenità.

5 motivi per cui il CBD è ottimo per gli sportivi

1. Proprietà antinfiammatorie
Il CBD è molto apprezzato ed utilizzato per le sue proprietà antinfiammatorie.

2. Ottimizza il recupero
L’assunzione del CBD al termine dello sforzo fisico può aiutare ad ottimizzare il recupero dell’organismo

3. Proprietà ansiolitiche e muscolorilassanti
Il sonno è il migliore degli allenamenti, e le proprietà ansiolitiche e muscolorilassanti del cannabidiolo possono aiutare a distendere e calmare il nostro sistema nervoso, conciliano un sonno ristoratore e riposante.

4. Il CBD ha proprietà analgesiche
Il CBD ha proprietà analgesiche e può svolgere un’azione positiva verso il dolore, per questo è indicato per persone che soffrono di dolori cronici o malattie infiammatorie, causate ad esempio da traumi sportivi, frequenti in discipline come il rugby o il football americano.

5. Lenire gli stati di ansia generalizzata
Il CBD, così come lo sport in sé, aiuta a lenire gli stati di ansia generalizzata, e l’unione di questi due aspetti permette di ottenere benefici mentali, oltre che fisici, particolarmente efficaci.

 

Weedy Shop informa che ha provveduto a abbassare i prezzi delle migliori selezioni di cannabis mantenendo invariata la qualità delle genetiche, per dare la possibilità a chiunque di provare e gustare le migliori scelte.

 

Info al numero 3248169597.

Il negozio aperto H24 si trova in via Cesare Battisti 24, in pieno centro ad Ascoli, in viale Marconi 128 ad Alba Adriatica e in via Piemonte a San Benedetto 103/b, a due passi dal bar Infinity.

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Osteoporosi, la cannabis light può essere d’aiuto. Ce ne parla Weedy Shop

L’osteoporosi è una malattia caratterizzata da una riduzione della densità ossea. Questa patologia è causata da diversi fattori, tra cui invecchiamento, fumo, alcuni farmaci, sedentarietà e variazioni ormonali legate alla menopausa. Dal momento che il SEC influisce sul rimodellamento delle ossa, gli scienziati considerano questo sistema come un potenziale obiettivo terapeutico per la gestione della malattia.

Come accennato in precedenza, l’attivazione del recettore CB2 stimola un aumento della densità ossea. Quindi, i cannabinoidi che interagiscono con questo recettore potrebbero contribuire a trattare l’osteoporosi. Tuttavia, il discorso diventa più complicato quando si osservano i vari cannabinoidi, e i rispettivi meccanismi d’azione.

I principali endocannabinoidi prodotti dal corpo umano (anandamide e 2-AG) interagiscono sia con i recettori CB1 che con i recettori CB2. Ad ogni modo, l’anandamide si lega anche al TRPV1, un recettore associato alla riduzione del tessuto osseo.

Quando si parla di cannabis terapeutica, l’interesse scientifico si concentra soprattutto su THC e CBD. Il THC si lega ai recettori CB1 e CB2, mentre il CBD si lega al TRPV1 ed aumenta i livelli di anandamide nell’organismo. Tutte queste molecole generano effetti diversi tra loro, che potrebbero risultare sia positivi che negativi per il trattamento dell’osteoporosi.

Tuttavia, un altro cannabinoide potrebbe rivelarsi decisamente più efficace. Il terpene-cannabinoide beta-cariofillene si lega direttamente ai recettori CB2, senza attivare né i CB1, né i TRPV1. Per questa ragione, gli scienziati stanno valutando la sua capacità di promuovere l’attività degli osteoblasti e favorire la mineralizzazione delle ossa.

Marijuana ed artrite reumatoide
L’artrite reumatoide è una malattia autoimmune che colpisce le articolazioni (strutture che connettono le estremità di due ossa). Sintomi come gonfiore, arrossamento e riduzione della mobilità emergono quando il sistema immunitario non riconosce i tessuti dell’organismo e li attacca come fossero corpi estranei. Questo assalto continuo danneggia il rivestimento dell’articolazione, fino a causare erosione e deformazione dell’osso.

Gli esperti stanno iniziando a considerare i recettori del SEC come obiettivi terapeutici per il trattamento dell’artrite reumatoide. A quanto pare, questo vasto apparato svolge un ruolo fondamentale nei processi fisiologici che causano la patologia ed alcuni componenti del SEC potrebbero attenuare l’infiammazione della membrana sinoviale[2] e la distruzione della cartilagine.

Per comprendere meglio l’importanza del SEC nel trattamento dell’artrite reumatoide, dobbiamo prima analizzare il ruolo dei sinoviociti simil-fibroblasti (FLS). Queste cellule sono le principali responsabili della patologia. Esse “alimentano” la distruzione delle articolazioni, producendo proteine infiammatorie ed amplificando la lesione. È interessante notare che i pazienti affetti da artrite reumatoide presentano una maggiore espressione del recettore CB2 nelle cellule FLS.

Gli scienziati hanno scoperto che attivando tale recettore è possibile ridurre la produzione di proteine dannose. Le attuali ricerche stanno esaminando l’azione dei cannabinoidi su questo interessante recettore. Ad esempio, alcuni studiosi italiani stanno valutando la capacità del beta-cariofillene di limitare i danni alle articolazioni[3] tramite i recettori CB2 e i PPAR (un altro gruppo di recettori del SEC).

Cannabis e fratture
Il SEC regola il rimodellamento osseo, pertanto può influire anche sulla guarigione delle fratture. Una guarigione rapida consentirebbe agli atleti di tornare a gareggiare in breve tempo e ai soggetti anziani di recuperare velocemente la mobilità dopo una caduta.

La ricerca scientifica non è ancora giunta a conclusioni definitive ma, secondo gli esperti, il CBD potrebbe rappresentare un potenziale strumento per la guarigione delle fratture. Questo cannabinoide, privo di effetti psicotropi, non mostra una particolare affinità nei confronti dei recettori CB2. Tuttavia, l’obiettivo è determinare se la molecola possa stimolare la produzione di collagene e, quindi, favorire la guarigione tramite diversi meccanismi d’azione. Occorre comunque valutare in che modo il CBD possa favorire l’espressione dei geni ed innescare un effetto domino capace di supportare la formazione di collagene.

Differenze tra THC e CBD per la salute delle ossa
Per risolvere tale quesito, è necessario svolgere test approfonditi su soggetti umani. Al momento, i cannabinoidi più utili per la salute delle ossa sembrano essere il CBD e il beta-cariofillene. Studi in corso stanno testando miscele di CBD e THC, così come il CBD da solo, in modelli cellulari di guarigione delle fratture.

Probabilmente, in futuro la cannabis ricoprirà un ruolo chiave nella salute delle ossa. Il SEC è profondamente coinvolto nel mantenimento di ossa forti e nelle patologie ossee, pertanto i cannabinoidi sono i candidati ideali per modulare questo importante sistema. Nei prossimi anni, gli studi su esseri umani potrebbero confermare gli effetti delle molecole della cannabis su densità e salute ossea.

 

Weedy Shop informa che ha provveduto a abbassare i prezzi delle migliori selezioni di cannabis mantenendo invariata la qualità delle genetiche, per dare la possibilità a chiunque di provare e gustare le migliori scelte.

 

Info al numero 3248169597.

Il negozio aperto H24 si trova in via Cesare Battisti 24, in pieno centro ad Ascoli, in viale Marconi 128 ad Alba Adriatica e in via Piemonte a San Benedetto 103/b, a due passi dal bar Infinity.

Se vuoi scoprire le tipologie di cannabis light disponibili, con le relative descrizioni, vai al sito http://www.weedy-shop.com

Emicrania, la cannabis light può curarla? Scoprilo con Weedy Shop

Il CBD, o cannabidiolo, è una delle molecole appartenenti alla famiglia dei cannabinoidi. Queste sostanze vengono principalmente prodotte dai tricomi della pianta di cannabis, e sembrano racchiudere innumerevoli effetti terapeutici. Il CBD ha ottenuto molta popolarità grazie alla sua capacità di trattare i sintomi di vari disturbi. Ha dimostrato un’azione antinfiammatoria, antiossidante, anti-convulsiva, e neuroprotettiva.

Il CBD ha ottenuto un’enorme popolarità non appena le testimonianze aneddotiche relative ai suoi effetti sono state diffuse sui media mainstream. Gli esperti pubblicano costantemente articoli sui presunti meccanismi d’azione della molecola, e stanno esaminando l’influsso del cannabinoide su modelli di infiammazione, stress ossidativo e convulsioni. Essendo privo di effetti inebrianti, il CBD è più facile da studiare ed è maggiormente accettato dal pubblico, rispetto al THC.

Tuttavia, gli scienziati stanno ancora analizzando solo la punta dell’iceberg. Devono ancora scoprire in che modo il CBD agisce nell’organismo, e gli studi clinici sono ancora limitati. Alcune ricerche hanno testato gli effetti della cannabis ricca di THC sui modelli di emicrania, ma la pianta contiene centinaia di composti fitochimici, inclusi cannabinoidi e terpeni, ognuno dei quali agisce in modo differente.

Di seguito, scoprirete tutto ciò che c’è da sapere sull’emicrania e le più recenti scoperte scientifiche sull’argomento.

L’emicrania è un mal di testa di intensità variabile, percepito come una pulsazione fastidiosa, generalmente su un solo lato della testa. Oltre a causare dolore persistente e spesso insopportabile, l’emicrania può generare altri sintomi come vomito, nausea e ipersensibilità a luce e suoni.

L’emicrania è un disturbo molto diffuso, e colpisce circa 38 milioni di individui solo negli Stati Uniti. Ne soffre circa il 6% degli uomini, e il 18% delle donne. Ben 5 milioni di cittadini statunitensi sperimentano almeno un’emicrania al mese.

Esistono vari tipi di emicrania, ciascuno con particolari sintomi. Il 70–90% della popolazione soffre di emicrania senza aura, che dura per 4–72 ore ed è contraddistinta da dolore pulsante ad un lato della testa. L’emicrania con aura è un altro tipo molto comune di emicrania, ed è accompagnata da vari sintomi di natura neurologica. I sintomi includono oscuramento parziale della vista, lampi luminosi, visione “a tunnel” e macchie scintillanti nel campo visivo. Un’altra forma di emicrania è l’emicrania cronica, che può persistere per più di 15 giorni al mese.

La causa esatta dell’emicrania è ancora ignota. Tuttavia, si ritiene che possa essere generata da alterazioni chimiche o nervose, o da malfunzionamenti dei vasi sanguigni nel cervello.

Gli studi condotti su questo argomento sono ancora allo stadio iniziale e pertanto incompleti, soprattutto a causa delle restrizioni a cui il CBD è stato sottoposto fino a poco tempo fa. Anche se non si è ancora giunti a conclusioni precise a livello scientifico, alcuni indizi suggeriscono che il CBD potrebbe contribuire a trattare l’emicrania.

L’efficacia di questa molecola deriva dalla sua interazione con il sistema endocannabinoide. Tale sistema è composto da siti recettori presenti in varie cellule sparse nell’organismo, e la sua azione regola numerosi processi fisiologici. I siti recettori sono chiamati recettori CB1 e CB2.
L’intero sistema è regolato da sostanze chimiche chiamate endocannabinoidi. Queste molecole hanno una struttura simile ai fitocannabinoidi, i cannabinoidi della pianta di cannabis, e quindi effetti analoghi anche sul corpo umano.

Si ritiene che il sistema endocannabinoide svolga un ruolo importante nel trattamento dell’emicrania, e che possa essere attivato tramite la somministrazione di CBD. Un articolo pubblicato nella rivista Experimental Neurology afferma che questo sistema potrebbe agire a livello centrale e periferico nell’elaborazione dei segnali di dolore.
Gli endocannabinoidi sarebbero in grado di inibire il rilascio dei neurotrasmettitori che controllano i segnali di dolore, interagendo con i recettori CB1. Secondo gli autori dell’articolo, il sistema endocannabinoide è un promettente strumento terapeutico, utile per ridurre l’infiammazione e il dolore fisiologico causati dall’emicrania.

Se questa ipotesi è corretta, la mancanza di endocannabinoidi nel sistema potrebbe contribuire allo sviluppo dell’emicrania e di altri disturbi. Tale condizione, nota come carenza clinica di endocannabinoidi, potrebbe rappresentare la causa primaria di emicrania in alcuni individui.

L’anandamide, o AEA, è uno dei vari endocannabinoidi prodotti dal corpo umano. Uno studio pubblicato nella rivista Neuroendocrinology Letters indica che questa molecola può stimolare o inibire l’attività di alcuni recettori della serotonina. Di conseguenza, l’anandamide potrebbe racchiudere potenziali effetti terapeutici per il trattamento dell’emicrania. Gli autori dell’articolo dichiarano che l’AEA ha un’azione tonificante sulla materia grigia periacqueduttale, un’area del cervello in cui ha origine l’emicrania.

Altre ricerche pubblicate nel Journal of Headache and Pain hanno esaminato il ruolo dell’anandamide sulle cavie animali. I test confermano che una disfunzione del sistema endocannabinoide può contribuire all’insorgenza di emicranie. Gli autori dello studio ipotizzano che modulare i recettori del sistema endocannabinoide, ad esempio somministrando AEA, può essere utile per trattare il dolore da emicrania.

L’olio di CBD potrebbe essere particolarmente efficace nel trattamento dell’emicrania grazie alla sua capacità di regolare i livelli di AEA, il cannabinoide endogeno in grado di alleviare gli attacchi di emicrania in determinate circostanze. È stato dimostrato che il CBD inibisce l’assorbimento di AEA e degli enzimi che degradano questa molecola. Pertanto, il CBD permette all’anandamide di circolare fuori dalla cellula per un periodo di tempo più lungo, esercitando l’effetto benefico citato precedentemente.

Il CBD può essere somministrato in vari modi. Chi ama fumare cannabis, può inserire i fiori ricchi di CBD all’interno di canne o vaporizzatori. Il CBD sta diventano sempre più popolare, e moltissime banche di semi scelgono di produrre varietà con concentrazioni di CBD elevatissime e dosi di THC quasi nulle.

Probabilmente il modo più semplice e discreto per assumere CBD è utilizzando l’olio di CBD. Questo olio può essere versato sotto la lingua, ed entra rapidamente in circolo nel flusso sanguigno. L’olio di CBD è disponibile anche in capsule, da assumere come integratore alimentare quotidiano.

Il CBD è praticamente privo di effetti collaterali. Se non avete mai assaggiato un prodotto contenente CBD prima d’ora, vi consigliamo di iniziare con un dosaggio basso, ed aumentare gradualmente la dose per valutare la reazione del vostro organismo.

 

Weedy Shop ricorda che è sempre attivo con il servizio di consegne a domicilio e/o spedizioni gratuite. Basta chiamare o scrivere al numero 3248169597.

Il negozio aperto H24 si trova in via Cesare Battisti 24, in pieno centro ad Ascoli, in viale Marconi 128 ad Alba Adriatica e in via Piemonte a San Benedetto 103/b, a due passi dal pub storico San Michele.

Se vuoi scoprire le tipologie di cannabis light disponibili, con le relative descrizioni, vai al sito http://www.weedy-shop.com

La cannabis light influisce positivamente sulla salute delle ossa. Scopri di più con Weedy Shop

L’osteoporosi è una malattia caratterizzata da una riduzione della densità ossea. Questa patologia è causata da diversi fattori, tra cui invecchiamento, fumo, alcuni farmaci, sedentarietà e variazioni ormonali legate alla menopausa. Dal momento che il SEC influisce sul rimodellamento delle ossa, gli scienziati considerano questo sistema come un potenziale obiettivo terapeutico per la gestione della malattia.

Come accennato in precedenza, l’attivazione del recettore CB2 stimola un aumento della densità ossea. Quindi, i cannabinoidi che interagiscono con questo recettore potrebbero contribuire a trattare l’osteoporosi. Tuttavia, il discorso diventa più complicato quando si osservano i vari cannabinoidi, e i rispettivi meccanismi d’azione.

I principali endocannabinoidi prodotti dal corpo umano (anandamide e 2-AG) interagiscono sia con i recettori CB1 che con i recettori CB2. Ad ogni modo, l’anandamide si lega anche al TRPV1, un recettore associato alla riduzione del tessuto osseo.

Quando si parla di cannabis terapeutica, l’interesse scientifico si concentra soprattutto su THC e CBD. Il THC si lega ai recettori CB1 e CB2, mentre il CBD si lega al TRPV1 ed aumenta i livelli di anandamide nell’organismo. Tutte queste molecole generano effetti diversi tra loro, che potrebbero risultare sia positivi che negativi per il trattamento dell’osteoporosi.

Tuttavia, un altro cannabinoide potrebbe rivelarsi decisamente più efficace. Il terpene-cannabinoide beta-cariofillene si lega direttamente ai recettori CB2, senza attivare né i CB1, né i TRPV1. Per questa ragione, gli scienziati stanno valutando la sua capacità di promuovere l’attività degli osteoblasti e favorire la mineralizzazione delle ossa.

Marijuana ed artrite reumatoide
L’artrite reumatoide è una malattia autoimmune che colpisce le articolazioni (strutture che connettono le estremità di due ossa). Sintomi come gonfiore, arrossamento e riduzione della mobilità emergono quando il sistema immunitario non riconosce i tessuti dell’organismo e li attacca come fossero corpi estranei. Questo assalto continuo danneggia il rivestimento dell’articolazione, fino a causare erosione e deformazione dell’osso.

Gli esperti stanno iniziando a considerare i recettori del SEC come obiettivi terapeutici per il trattamento dell’artrite reumatoide. A quanto pare, questo vasto apparato svolge un ruolo fondamentale nei processi fisiologici che causano la patologia ed alcuni componenti del SEC potrebbero attenuare l’infiammazione della membrana sinoviale[2] e la distruzione della cartilagine.

Per comprendere meglio l’importanza del SEC nel trattamento dell’artrite reumatoide, dobbiamo prima analizzare il ruolo dei sinoviociti simil-fibroblasti (FLS). Queste cellule sono le principali responsabili della patologia. Esse “alimentano” la distruzione delle articolazioni, producendo proteine infiammatorie ed amplificando la lesione. È interessante notare che i pazienti affetti da artrite reumatoide presentano una maggiore espressione del recettore CB2 nelle cellule FLS.

Gli scienziati hanno scoperto che attivando tale recettore è possibile ridurre la produzione di proteine dannose. Le attuali ricerche stanno esaminando l’azione dei cannabinoidi su questo interessante recettore. Ad esempio, alcuni studiosi italiani stanno valutando la capacità del beta-cariofillene di limitare i danni alle articolazioni[3] tramite i recettori CB2 e i PPAR (un altro gruppo di recettori del SEC).

Cannabis e fratture
Il SEC regola il rimodellamento osseo, pertanto può influire anche sulla guarigione delle fratture. Una guarigione rapida consentirebbe agli atleti di tornare a gareggiare in breve tempo e ai soggetti anziani di recuperare velocemente la mobilità dopo una caduta.

La ricerca scientifica non è ancora giunta a conclusioni definitive ma, secondo gli esperti, il CBD potrebbe rappresentare un potenziale strumento per la guarigione delle fratture. Questo cannabinoide, privo di effetti psicotropi, non mostra una particolare affinità nei confronti dei recettori CB2. Tuttavia, l’obiettivo è determinare se la molecola possa stimolare la produzione di collagene e, quindi, favorire la guarigione tramite diversi meccanismi d’azione. Occorre comunque valutare in che modo il CBD possa favorire l’espressione dei geni ed innescare un effetto domino capace di supportare la formazione di collagene.

Differenze tra THC e CBD per la salute delle ossa
Per risolvere tale quesito, è necessario svolgere test approfonditi su soggetti umani. Al momento, i cannabinoidi più utili per la salute delle ossa sembrano essere il CBD e il beta-cariofillene. Studi in corso stanno testando miscele di CBD e THC, così come il CBD da solo, in modelli cellulari di guarigione delle fratture.

Probabilmente, in futuro la cannabis ricoprirà un ruolo chiave nella salute delle ossa. Il SEC è profondamente coinvolto nel mantenimento di ossa forti e nelle patologie ossee, pertanto i cannabinoidi sono i candidati ideali per modulare questo importante sistema. Nei prossimi anni, gli studi su esseri umani potrebbero confermare gli effetti delle molecole della cannabis su densità e salute ossea.

Weedy Point  informa che ha provveduto ad abbassare i prezzi delle sue migliori selezioni, mantenendo invariata la qualità delle genetiche, per dare la possibilità a chiunque di provare e gustare le migliori scelte.

 

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Il negozio aperto H24 si trova in via Cesare Battisti 24, in pieno centro ad Ascoli, in viale Marconi 128 ad Alba Adriatica e in via Piemonte a San Benedetto 103/b, a due passi dal pub storico San Michele.

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Artrite, la cannabis light può essere un rimedio. Scopri di più con Weedy Shop

La cannabis può avere effetti antinfiammatori nei malati di artrite reumatoide. È la conclusione a cui è arrivato un gruppo di ricercatori dell’University Hospital di Duesseldorf (Germania), che ha condotto uno studio, pubblicato lo scorso settembre, in cui viene analizzato l’effetto del cannabidiolo (CBD) sui fibroblasti sinoviali dell’artrite reumatoide (RASF).

I fibroblasti sono delle particolari cellule presenti nella membrana sinoviale, un sottile tessuto connettivo, che riveste internamente le articolazioni. Il cannabidiolo, invece, è un cannabinoide naturale presente nella cannabis sativa, che non provoca effetti inebrianti, attribuiti al THC. Il CBD aveva già dimostrato precedentemente di portare benefici nell’epilessia e alcuni studi effettuati sui roditori con artrite indotta hanno confermato gli effetti analgesici del componente della cannabis. In queste ricerche, però, non era stato identificato il meccanismo di azione del CBD, dato che è in grado di legarsi a vari recettori ed enzimi.

La ricerca ha incluso 40 pazienti affetti da artrite reumatoide, precedentemente sottoposti a intervento chirurgico di sostituzione dell’articolazione del ginocchio. In questi pazienti, gli studiosi tedeschi hanno analizzato l’effetto del CBD sulla vitalità e sulla produzione di citochine nei fibroblasti sinoviali dell’artrite reumatoide (RASF). Lo studio dimostra che il principio attivo della cannabis riduce la vitalità cellulare e la produzione di RASF, che sono uno dei principali autori della distruzione articolare nell’artrite reumatoide dato che, come spiegano i ricercatori, “secernono citochine pro-infiammatorie ed enzimi degradanti la matrice”.

Precedentemente, i ricercatori avevano identificato il ricettore transitorio TRPA1 come bersaglio terapeutico, dato che anche il CBD si lega a questo recettore. “Abbiamo ipotizzato- spiegano gli scienziati- che il CBD abbia effetti dannosi sulla vitalità cellulare, il che potrebbe spiegare in parte il suo meccanismo d’azione nei siti di infiammazione”.

Non solo. I ricercatori, infatti, hanno dimostrato anche come il CBD sia in grado di influenzare i livelli di calcio intracellulare. “La potenza del CBD è stata migliorata dalla preincubazione con TNF per 72 ore . In queste condizioni, i livelli di calcio intracellulare erano significativamente aumentati rispetto al RASF non trattato”.

Dallo studio emerge che uno dei principali principi attivi della cannabis “possiede un’attività antiartritica e potrebbe migliorare l’artrite mirando ai fibroblasti sinoviali in condizioni infiammatorie”. Di conseguenza, il CBD potrebbe rivelarsi utile come trattamento contro l’artrite reumatoide.

 

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La cannabis light contro i disturbi alimentari. Scopri di più con Weedy Shop

Diversi studi sugli effetti benefici della cannabis per i disturbi alimentari hanno dimostrato l’effettiva capacità di questa pianta.

Secondo l’AIDAP (Associazione Italiana Disturbi dell’alimentazione e del Peso), i disturbi alimentari sono dei comportamenti legati all’alimentazione che provocano un alterato consumo di cibo, danneggiando così in maniera significativa la salute fisica e mentale di un individuo. Tali comportamenti tendono ad essere influenzati da una volontà costante di controllo del peso.

Per chi soffre di queste patologie, mangiare è un momento di forte ansia e paura. La cannabis ha la capacità di rilassare e calmare, stimolando l’appetito ed invogliando la persona ad assumere cibo. Le tre forme più comuni di disturbi alimentari sono: anoressia, bulimia e fame compulsiva.

Anoressia

L’anoressia è la malattia più comune e diffusa tra le persone che soffrono di disturbi alimentari. È una forma molto grave e potenzialmente pericolosa che in casi estremi può portare anche alla morte. Infatti, questa patologia porta ad una repulsione verso il cibo e ad un’eccessiva perdita di peso. Un altro fattore evidente della malattia è il conto ossessivo delle calorie che si ingeriscono.

L’anoressia è il disturbo alimentare con il più alto tasso di mortalità, 12,8% e si è stimato che il 6% dei suicidi sia di persone affette da anoressia. Le cause che fanno scaturire questa malattia non sono solo riferibili al giudizio della società con i suoi stereotipi ma anche a traumi infantili. Altre ipotesi invece riterrebbero che l’anoressia dipenda da fattori genetici e neuro biologici.

Bulimia

La Bulimia è un disturbo alimentare che alterna fasi di forte voracità a fasi depurative. La persona tende ad ingerire quantità di cibo superiori al normale per un determinato lasso di tempo e a rigettarle poco dopo. L’assunzione incontrollata avviene senza un’apparente sensazione di fame ma al contempo con un forte senso di vergogna e disagio. Dopo aver assunto cibo, di solito vi è la fase depurativa in cui o tramite autoinduzione di vomito o con diuretici e lassativi si compensa all’abbuffata. Tuttavia, la mattia non ha dei segni esterni evidenti poiché le persone che ne soffrono hanno un peso forma normale.

Fame compulsiva
La fame compulsiva è anch’essa un disturbo alimentare, molto simile alla bulimia. In questa circostanza, la persona perde il controllo delle sue abitudini alimentari e mangia in maniera smodata in un lasso di tempo molto breve. Dopo la fase di abbuffata, al contrario della bulimia non si verifica l’autoinduzione del vomito ma si verificano forti sensi di colpa, disagio e disgusto verso se stessi e il proprio comportamento. La causa principale di questo disturbo è l’incapacità di gestire le proprie emozioni, in maniera tale da rifletterle nell’assunzione di cibo.

Effetti benefici della cannabis nei disturbi alimentari

Gli effetti benefici della cannabis per i disturbi alimentari sono innumerevoli.

Una volta ingerita la cannabis, il CBD presente all’interno interagisce con i recettori del Sistema Endocannabinoide CB1 e
CB2, presenti in diversi organi del corpo tra cui lo stomaco. All’interno dello stomaco permetto l’aumento di grelina, ormone responsabile della fame. L’azione del CBD è la stessa di quando si avverte che lo stomaco è vuoto. Pertanto lo stomaco invia dei segnali al cervello, che attivano la grelina. Questo ormone viaggia dall’ipotalamo, incrementando la mobilità intestinale e la consecutiva secrezione dei sughi gastrici.

La stessa soluzione viene già prescritta per malattie come l’AIDS e il cancro poiché la cannabis permette di aumentare la sensibilità del palato e dell’olfatto e di stimolare la fame. Inoltre migliora la percezione dei sapori anche in caso di effetti collaterali come la nausea e il vomito, grazie alla sua azione antiemetica.

Uno studio pubblicato sul Biological Psycology ha mostrato come ci sia un legame tra il Sistema Endocannabinoide e i disturbi alimentari. Infatti, nella ricerca emerge come le persone affette da disturbi alimentari abbiano anche un Sistema Endocannabinoide deteriorato. Assumendo cannabis e in particolar modo CBD, si ristabilirebbe il normale funzionamento del Sistema Endocannabinoide e a contrastare le patologie di cui si soffre tra cui i disordini alimentari.

Le informazioni sanitarie pubblicate su questa pagina sono esclusivamente a titolo informativo e formativo generale, e non sostituiscono la consulenza medica professionale. Pertanto, prima di intraprendere qualsiasi azione sulla base di queste informazioni, vi invitiamo a consultare un medico o un altro operatore sanitario. Non forniamo alcun consiglio di salute.

 

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La cannabis light può combattere l’emicrania? Risponde Weedy Shop

Il CBD, o cannabidiolo, è una delle molecole appartenenti alla famiglia dei cannabinoidi. Queste sostanze vengono principalmente prodotte dai tricomi della pianta di cannabis, e sembrano racchiudere innumerevoli effetti terapeutici. Il CBD ha ottenuto molta popolarità grazie alla sua capacità di trattare i sintomi di vari disturbi. Ha dimostrato un’azione antinfiammatoria, antiossidante, anti-convulsiva, e neuroprotettiva.

Il CBD ha ottenuto un’enorme popolarità non appena le testimonianze aneddotiche relative ai suoi effetti sono state diffuse sui media mainstream. Gli esperti pubblicano costantemente articoli sui presunti meccanismi d’azione della molecola, e stanno esaminando l’influsso del cannabinoide su modelli di infiammazione, stress ossidativo e convulsioni. Essendo privo di effetti inebrianti, il CBD è più facile da studiare ed è maggiormente accettato dal pubblico, rispetto al THC.

Tuttavia, gli scienziati stanno ancora analizzando solo la punta dell’iceberg. Devono ancora scoprire in che modo il CBD agisce nell’organismo, e gli studi clinici sono ancora limitati. Alcune ricerche hanno testato gli effetti della cannabis ricca di THC sui modelli di emicrania, ma la pianta contiene centinaia di composti fitochimici, inclusi cannabinoidi e terpeni, ognuno dei quali agisce in modo differente.

Di seguito, scoprirete tutto ciò che c’è da sapere sull’emicrania e le più recenti scoperte scientifiche sull’argomento.

L’emicrania è un mal di testa di intensità variabile, percepito come una pulsazione fastidiosa, generalmente su un solo lato della testa. Oltre a causare dolore persistente e spesso insopportabile, l’emicrania può generare altri sintomi come vomito, nausea e ipersensibilità a luce e suoni.

L’emicrania è un disturbo molto diffuso, e colpisce circa 38 milioni di individui solo negli Stati Uniti. Ne soffre circa il 6% degli uomini, e il 18% delle donne. Ben 5 milioni di cittadini statunitensi sperimentano almeno un’emicrania al mese.

Esistono vari tipi di emicrania, ciascuno con particolari sintomi. Il 70–90% della popolazione soffre di emicrania senza aura, che dura per 4–72 ore ed è contraddistinta da dolore pulsante ad un lato della testa. L’emicrania con aura è un altro tipo molto comune di emicrania, ed è accompagnata da vari sintomi di natura neurologica. I sintomi includono oscuramento parziale della vista, lampi luminosi, visione “a tunnel” e macchie scintillanti nel campo visivo. Un’altra forma di emicrania è l’emicrania cronica, che può persistere per più di 15 giorni al mese.

La causa esatta dell’emicrania è ancora ignota. Tuttavia, si ritiene che possa essere generata da alterazioni chimiche o nervose, o da malfunzionamenti dei vasi sanguigni nel cervello.

Gli studi condotti su questo argomento sono ancora allo stadio iniziale e pertanto incompleti, soprattutto a causa delle restrizioni a cui il CBD è stato sottoposto fino a poco tempo fa. Anche se non si è ancora giunti a conclusioni precise a livello scientifico, alcuni indizi suggeriscono che il CBD potrebbe contribuire a trattare l’emicrania.

L’efficacia di questa molecola deriva dalla sua interazione con il sistema endocannabinoide. Tale sistema è composto da siti recettori presenti in varie cellule sparse nell’organismo, e la sua azione regola numerosi processi fisiologici. I siti recettori sono chiamati recettori CB1 e CB2.
L’intero sistema è regolato da sostanze chimiche chiamate endocannabinoidi. Queste molecole hanno una struttura simile ai fitocannabinoidi, i cannabinoidi della pianta di cannabis, e quindi effetti analoghi anche sul corpo umano.

Si ritiene che il sistema endocannabinoide svolga un ruolo importante nel trattamento dell’emicrania, e che possa essere attivato tramite la somministrazione di CBD. Un articolo pubblicato nella rivista Experimental Neurology afferma che questo sistema potrebbe agire a livello centrale e periferico nell’elaborazione dei segnali di dolore.

Gli endocannabinoidi sarebbero in grado di inibire il rilascio dei neurotrasmettitori che controllano i segnali di dolore, interagendo con i recettori CB1. Secondo gli autori dell’articolo, il sistema endocannabinoide è un promettente strumento terapeutico, utile per ridurre l’infiammazione e il dolore fisiologico causati dall’emicrania.

Se questa ipotesi è corretta, la mancanza di endocannabinoidi nel sistema potrebbe contribuire allo sviluppo dell’emicrania e di altri disturbi. Tale condizione, nota come carenza clinica di endocannabinoidi, potrebbe rappresentare la causa primaria di emicrania in alcuni individui.

L’anandamide, o AEA, è uno dei vari endocannabinoidi prodotti dal corpo umano. Uno studio pubblicato nella rivista Neuroendocrinology Letters indica che questa molecola può stimolare o inibire l’attività di alcuni recettori della serotonina. Di conseguenza, l’anandamide potrebbe racchiudere potenziali effetti terapeutici per il trattamento dell’emicrania. Gli autori dell’articolo dichiarano che l’AEA ha un’azione tonificante sulla materia grigia periacqueduttale, un’area del cervello in cui ha origine l’emicrania.

Altre ricerche pubblicate nel Journal of Headache and Pain hanno esaminato il ruolo dell’anandamide sulle cavie animali. I test confermano che una disfunzione del sistema endocannabinoide può contribuire all’insorgenza di emicranie. Gli autori dello studio ipotizzano che modulare i recettori del sistema endocannabinoide, ad esempio somministrando AEA, può essere utile per trattare il dolore da emicrania.

L’olio di CBD potrebbe essere particolarmente efficace nel trattamento dell’emicrania grazie alla sua capacità di regolare i livelli di AEA, il cannabinoide endogeno in grado di alleviare gli attacchi di emicrania in determinate circostanze. È stato dimostrato che il CBD inibisce l’assorbimento di AEA e degli enzimi che degradano questa molecola. Pertanto, il CBD permette all’anandamide di circolare fuori dalla cellula per un periodo di tempo più lungo, esercitando l’effetto benefico citato precedentemente.

Il CBD può essere somministrato in vari modi. Chi ama fumare cannabis, può inserire i fiori ricchi di CBD all’interno di canne o vaporizzatori. Il CBD sta diventano sempre più popolare, e moltissime banche di semi scelgono di produrre varietà con concentrazioni di CBD elevatissime e dosi di THC quasi nulle.

Probabilmente il modo più semplice e discreto per assumere CBD è utilizzando l’olio di CBD. Questo olio può essere versato sotto la lingua, ed entra rapidamente in circolo nel flusso sanguigno. L’olio di CBD è disponibile anche in capsule, da assumere come integratore alimentare quotidiano.

Il CBD è praticamente privo di effetti collaterali. Se non avete mai assaggiato un prodotto contenente CBD prima d’ora, vi consigliamo di iniziare con un dosaggio basso, ed aumentare gradualmente la dose per valutare la reazione del vostro organismo.

 

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