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Mal di testa martellante? La cannabis light può darti sollievo. Ce ne parla Weedy Point

Quante volte capita di rientrare a casa dopo una lunga giornata di lavoro e trovarsi a fare i conti – una volta che la tensione della routine si allenta – con un mal di testa martellante, che non lascia scampo al relax serale? Si tratta di un’esperienza che tutti, con maggiore o minore frequenza, facciamo nel corso del tempo. Molto spesso mettersi a letto non basta e si finisce per fissare il soffitto in attesa che il sonno arrivi, mentre il dolore non cessa di rimbombare e dare il tormento.

Il mal di testa (o cefalea) è un disturbo molto comune, che spesso porta a consultare un medico per il timore che sia il campanello d’allarme di altre patologie. Nella cefalea cosiddetta ‘primaria’, che non è sostenuta da ulteriori malattie, si percepisce un dolore localizzato e palpitante dietro la testa: molto spesso si lega anche a una certa predisposizione nel soggetto. La causa scatenante solitamente è – come accennato – uno stress prolungato, che spesso è legato al lavoro. Ma anche l’insonnia e gli sbalzi ormonali possono innescarla. Il meteo che cambia, la percezione di certi odori particolari e persino l’esposizione a luci molto forti sono tutte potenziali cause di questo disturbo. Le persone che più sono soggette a cefalee sviluppano come un sesto senso e riescono a predirne la comparsa. Tra i migliori rimedi naturali al mal di testa ai quali è possibile ricorrere c’è senza dubbio il CBD, utile anche nella fase della prevenzione del malessere. Il cannabidiolo, metabolita della cannabis sativa, sta infatti acquisendo una sempre maggiore popolarità anche in questo ambito per via delle sue proprietà rilassanti, ansiolitiche e antinfiammatorie (ma non solo).

Come agisce sul nostro sistema endocannabinoide
L’utilizzo della cannabis mal di testa è una pratica antichissima. Oggi questa sostanza nella sua versione light sta conoscendo una grande ribalta, anche mediatica, dovuta alla (ri)scoperta delle sue molte proprietà positive. Studiosi ritengono che il CBD sia in grado di compensare una particolare mancanza nel nostro sistema endocannabinoide (ECS), che causa la comparsa del mal di testa. Il sistema endocannabinoide si occupa di regolare qualsiasi sensazione: dalla fame al malessere generico e non solo. Si ritiene che una carenza importante di anandamide – in pratica la molecola della felicità – possa legarsi alla comparsa di emicranie anche pesanti. Dunque, riuscire a colmare questa mancanza di endocannabinoidi naturali sembra davvero la soluzione migliore. Ecco spiegato il motivo per il quale molte persone scelgono di affidarsi, soprattutto la sera, a una dose light di cannabis emicrania sia con scopo preventivo che per combattere il dolore pulsante. Per quanto riguarda la modalità di assunzione, questa è in genere per via orale: si mettono poche gocce di olio sotto la lingua, prima di distendersi aspettando che faccia effetto. Ma qualsiasi metodo assuntivo – fumare, vaporizzare – andrà bene: basta fare riferimento alle personali preferenze, sempre sfruttando il binomio vincente formato da cannabis e mal di testa.

Anche il sonno migliora grazie alle proprietà rilassanti
Le persone sempre più spesso preferiscono ricorrere al CBD piuttosto che ai farmaci da prescrizione: l’obiettivo è riuscire a ottenere una diminuzione – più sicura e veloce – del dolore legato alla comparsa delle emicranie più pesanti. In genere sono minori anche gli effetti collaterali connessi all’assunzione, come il mal di stomaco o i dolori ai muscoli. Riuscire a stabilire una routine assuntiva di CBD, soprattutto quando vi sia una personale predisposizione alla comparsa di cefalee, è dunque essenziale per uscire dal tunnel del malessere serale e ricaricare al meglio le pile. Anche perché le proprietà rilassanti del CBD possono essere di grande supporto per la risoluzione di ulteriori disagi – spesso connessi al mal di testa – come l’insonnia e l’ansia (oltre naturalmente allo stress causato dalle tensioni in ufficio). Anche per coloro che sono in grado di percepire l’arrivo del malessere e predire in un certo senso l’emicrania sarà utile ricorrere a questa sostanza: è perfetta per ridurre l’intensità dei sintomi, così come la frequenza della comparsa dei dolori alla testa. Utilizzare il CBD (l’olio da assumere per via orale o comunque la sostanza da fumare o vaporizzare) rappresenta dunque una nuova frontiera terapeutica nella lotta all’emicrania cannabis.

 

Chiunque voglia chiedere informazioni può contattare Weedy Point al 349 1513651.

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Cannabis light contro la depressione. Ce ne parla Weedy Point

CBD è l’acronimo di Cannabidiolo. Una componente della pianta di cannabis priva dei tipici effetti stupefacenti comunemente associati a questa pianta, dovuti da altri cannabinoidi come il tetraidrocannabinolo (THC). Per questo motivo il CBD viene venduto ed usato legalmente in moltissimi paesi.

Il CBD estratto dalle piante di canapa è legalmente usato in molti stati poiché le ricerche1 hanno dimostrato i sui effetti positivi sulla salute. L’estrazione avviene da piante con una bassa concentrazione di THC ed altre sostanze psicotrope, garantendo così l’assenza di qualsiasi effetto stupefacente.

Anziché THC, queste piante di canapa hanno un alto contenuto di cannabinoidi “buoni”, ovvero cannabinoidi che hanno un effetto altamente positivo sulla salute ed il funzionamento corretto del nostro organismo. Studi2 hanno confermato che il CBD ha la capacità di curare ed alleviare3 svariati tipi di disturbi e malattie inclusa la depressione.

Cos’è la depressione?
La depressione è una malattia mentale grave e comune che influisce negativamente sui sentimenti, pensieri ed azioni degli individui colpiti. Si può essere predisposti allo sviluppo di questo disturbo, o può risultare in seguito ad un trauma o anche un lutto. Indipendentemente dalle cause, i sintomi sono fondamentalmente gli stessi, compresa la perdita di piacere o interesse per le attività, il sentirsi tristi, il cambiamento di appetito, la perdita di energia, i problemi di sonno, la sensazione di inettitudine e la difficoltà nel prendere decisioni, concentrarsi o pensare. Fortunatamente, la depressione è trattabile.

La maggior parte degli scienziati concorda sul fatto che la depressione è causata dalla riduzione del livello dei neurotrasmettitori, come la dopamina e la serotonina, nel nostro cervello. Questo squilibrio influisce negativamente sulla maggior parte delle normali attività quotidiane come fare attività, nutrirsi e perfino provare emozioni.

Come funziona il CBD contro la depressione?
In alcuni studi4 condotti da ricercatori tedeschi, è stato osservato come i prodotti chimici attivi nel CBD aumentano la trasmissione dei recettori della serotonina nel nostro cervello, compresi i recettori 5-HT1A. Riducendo l’assorbimento della serotonina, il cervello comunica segnali positivi per aiutare ad alleviare i sintomi della depressione.

Inoltre, alcuni studi clinici dimostrano che il CBD può stimolare la crescita dell’ippocampo, innescando così la creazione di nuovi neuroni. Questa condizione, nota anche come neurogenesi, può essere un metodo efficace per ridurre i sintomi di ansia e depressione.

Quali benefici si ottengono dal consumo di CBD per la depressione?
+
Aumento dei livelli di serotonina
+
Sonno ristoratore
+
Anti-infiammatorio

Effetti collaterali
Sebbene il CBD sia generalmente considerato sicuro, alcune persone presentano qualche effetto collaterale minore tra cui nausea, diarrea, sonnolenza, cambiamento dell’appetito, e secchezza delle fauci. Tutte queste conseguenze sono rare e facilmente reversibili, inoltre sono insignificanti se comparate con i possibili effetti collaterali dei farmaci generalmente prescritti contro la depressione.

Come usare il CBD per trattare la depressione
Ogni individuo reagisce in modo differente al consumo di CBD. Il dosaggio raccomandato per ciascun prodotto e per ciascuna persona potrebbe variare di molto, creando confusione. Il dosaggio varia anche a seconda della concentrazione di CBD nell’olio. In media 25 mg di CBD al giorno risultano efficaci per la maggior parte della gente. Per sintomi particolarmente ostinati, il dosaggio può essere gradualmente aumentato di settimana in settimana, fino ad ottenere dei risultati. È importante monitorare e tenere sotto controllo la posologia in ogni momento per garantire l’efficacia del prodotto. Per avere maggiori dettagli consultate il nostro articolo sul dosaggio e posologia del CBD.

Poiché la depressione può influenzare le abitudini alimentari, si può prendere in considerazione la possibilità di miscelare i prodotti CBD con il cibo. Tuttavia, il metodo più utilizzato è quello per via sublinguale, lasciandolo in posizione per 1 minuto. Ovviamente, il dosaggio è il fattore decisivo per mantenere efficace ed equilibrato un trattamento a base di CBD per la depressione.

Questo articolo sul dosaggio del CBD vi fornirà informazioni utili per quanto riguarda la quantità di CBD che dovreste o potreste usare, clicca qui.

Storie di successo
Emma*, una ragazza di 13 anni, ha sofferto di ansia e depressione nel 2015. Un anno dopo, il suo consulente le suggerì di rivolgersi a uno psichiatra o un dottore anziché assumere farmaci a causa della gravità della sua situazione. Dopo aver assunto antidepressivi per alcune settimane, la situazione si era aggravata. Quando sua mamma la portò in ospedale, fu ricoverata in un reparto psichiatrico per due settimane e iniziò con l’assunzione di un altro antidepressivo. Quando tornò a casa, Emma* iniziò ad agire in modo estremamente apatico e non interagì con nessuno.

Dopo aver letto un articolo sull’olio di CBD per il trattamento della depressione, sua madre parlò con alcuni medici e decise di sostituire gli antidepressivi con l’olio di CBD. Dopo solo una settimana, la differenza fu sorprendente. Emma* riconquistò gioia e felicità nella sua vita quotidiana. Riprese a vedersi con gli amici, ridere e scherzare con i fratelli, ed essere sé stessa. Sei mesi dopo interruppe le sue sessioni di consulenza che si tenevano ogni due settimane. L’olio di CBD le ha ridato la vita per poter vivere felice ed al meglio con la sua famiglia.

Cosa dice la ricerca sulla relazione tra CBD e depressione?

Studi di laboratorio
Uno studio condotto dall’università di Chicago nel 2012 ha approvato la cannabis medica ed il CBD come trattamenti contro la depressione. Inoltre hanno concluso che l’olio di CBD può aumentare le capacità cognitive di pazienti che soffrono di un disordine bipolare.

I ricercatori hanno anche sostenuto che iniettare olio di CBD nei ratti stimola l’area dell’ippocampo, creando così nuovi neuroni nel cervello. QUesto è uno dei modi più efficaci di alleviare i sintomi comuni della depressione.

Test clinici
Basandosi su svariati studi clinici, è stato dimostrato che il trattamento a base di CBD per la depressione non presenta rischi ed effetti collaterali sulla condizione psichica dei pazienti.

Uno dei più prestigiosi ricercatori, dottor Samir Dahmane dell’Istituto di Ricerca del Maine, sostiene che l’olio di CBD aiuta a calmare lo stato di depressione stabilizzando l’umore grazie all’attivazione delle aree limbiche e paralimbiche del cervello dei pazienti.

 

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Cinque motivi per cui il CBD è ottimo per gli sportivi. Scoprili con Weedy Point

Gli effetti miorilassanti del cbd unite al ruolo del cbd antinfiammatorio sono la ricetta che rende il cannabidiolo un prodotto sempre più utilizzato dagli sportivi.

Oltre ad essere utilizzato nel contesto della cannabis terapeutica per contrastare e lenire diverse patologie, soprattutto nell’area del dolore cronico, aumentando il benessere e la distensione muscolare. Unito alle diverse tecniche di rilassamento, il cbd può essere un ottimo alleato per le fibre muscolari.

I nostro muscoli sono sempre sotto sforzo, che sia per l’attività sportiva oppure per gli sforzi che compiamo ogni giorno nel corso della nostra routine.

È per questo motivo che è necessario prendersi cura della propria muscolatura, evitando di sottoporsi a sforzi eccessivi, seguendo una dieta corretta e bilanciata, intervenendo prontamente per quelle condizioni di dolore o infiammazione.

Lo avreste mai detto che nella pianta di canapa potete trovare un rimedio naturale e privo di effetti collaterali contro la fatica muscolare, o il mal di testa o mal di schiena che può manifestarsi dopo l’ allenamento?

Il CBD favorisce il rilassamento muscolare
Il cannabidiolo (CBD) viene utilizzato da anni – da sportivi e non – proprio con lo scopo di rilassare i muscoli e raggiungere uno stato di benessere.

L’ olio di CBD può infatti lenire diversi processi infiammatori.

Il CBD, il principio non psicoattivo della cannabis, ha dimostrato infatti di avere ottime qualità antinfiammatorie e lenitive.

Queste sue qualità rendono il CBD l’ideale per rilassare i muscoli, al termine di una dura giornata di lavoro a alla fine di una allenamento piuttosto impegnativo.

Il CBD, inoltre, interviene anche su quella tensione muscolare dovuta a una condizione di particolare stress.

La contrazione muscolare dovuta a uno stato d’ansia cronico può comportare anche l’insorgenza di fastidio e dolore.

Effetti del CBD e proprietà del CBD: come interagisce con il nostro corpo?
Il cannabidiolo non ha un’azione specifica nei confronti di una particolare patologia o zona dell’organismo. Il CBD agisce da “modulatore” del nostro sistema endocannabinoide.

Il CBD, e in generale i cannabinoidi, agiscono indirettamente sui recettori di questo sistema.

Di conseguenza si può affermare che il CBD moduli meccanismi già esistenti e ripristina la normalità in una situazione di squilibrio o di scompenso nel sistema endocannabinoide.

Grazie a ciò, il cannabidiolo (CBD) può portare beneficio, alleviando i sintomi di una patologia o di un’infiammazione.

Per questi motivi l’olio di CBD viene assunto sia via orale che tramite applicazione cutanea, adattandosi alle necessità del momento. I campi d’applicazione sono numerosi e altrettanti sono i benefici al vaglio dei ricercatori.

Il CBD contro i dolori muscolari
È una sensazione che conosciamo bene: un dolore intenso, che non ci permette di muoverci come dovremmo.
A volte il dolore può essere così intenso da non permetterci nemmeno di alzarci dal letto.

Sentiamo dolore alle cosce, dopo una lunga corsa, oppure alle braccia dopo avere aiutato una persona a noi cara a trasportare alcuni pesi.

Si tratta di ciò che i dizionari medici definiscono come indolenzimento muscolare a insorgenza ritardata (DOMS, dall’inglese Delayed Onset Muscle Soreness): un fenomeno molto comune, a tratti doloroso, e associato all’esercizio fisico.

Negli ultimi anni, il cannabidiolo (CBD) è stato sempre più impiegato come trattamento per stemperare il dolore provocato dall’indolenzimento muscolare, grazie alla sua efficacia e al suo ottimo profilo di sicurezza.

Dolori muscolari alle gambe e acido lattico
Il dolore che proviamo nei giorni successivi a un esercizio fisico estraneo alla nostra comune routine non è causato da un accumulo di acido lattico, come spesso si tramanda con una falsa credenza.

L’acido lattico che il nostro organismo produce mentre compiamo uno sforzo, viene rimosso nelle ore immediatamente successive all’attività fisica.

Il dolore ai muscoli che si avverte nei giorni successivi è, invece, da attribuirsi a una serie di microlesioni delle fibre muscolari.

A seguito di queste microlesioni, il nostro organismo reagisce con un processo infiammatorio. È questa la causa del dolore che avvertiamo.

Tra i tanti rimedi che negli anni sono stati impiegati per stemperare questo indolenzimento, il cannabidiolo (CBD) è uno di quelli che, di recente, sta riscuotendo più successo.

CBD contro la rigidità muscolare
I nervi sono strutture anatomiche del sistema nervoso periferico formate da fasci di assoni (provenienti da un gruppo di neuroni) che trasportano informazioni da o verso il sistema nervoso centrale.

I gruppi muscolari si contraggono (volontariamente o involontariamente), in risposta a un impulso nervoso che ha origine dall’interno del sistema nervoso centrale.

L’azione del CBD come rilassante muscolare avviene grazie alla presenza di recettori cannabinoidi in loco. Questa presenza di recettori è garantita dal sistema endocannabinoide.

Il sistema endocannabinoide (ECS) è uno dei sistemi biologici presenti nel corpo umano, alla stregua del sistema nervoso, del sistema immunitario e del sistema endocrino, con cui predilige interagire in qualità di modulatore.

Si tratta di una “macchina” composta fondamentalmente da tre elementi: i cannabinoidi, che possono essere sia endogeni, e vengono definiti con il nome di endocannabinoidi, che esogeni, detti fitocannabinoidi, presenti in natura in diverse piante, ma soprattutto nella Cannabis.

Sono le molecole che trasmettono segnali e informazioni alle altre cellule presenti nel corpo umano.

Per trasmettere, necessitano dell’interazione con un’altro elemento: i recettori cannabinoidi, che si dividono in due tipologie fondamentali, i recettori CB1 e CB2, distribuiti in vari sistemi e membrane del nostro corpo.

Il sistema endocannabinoide agisce come un dispositivo di regolazione della contrazione muscolare, e i cannabinoidi (come il CBD) possano giocare un ruolo significativo nella comunicazione tra i gruppi muscolari e i neuroni a cui riferiscono.

Il cannabidiolo provvede al benessere quotidiano della persona. Nel caso della salute e del rilassamento dei muscoli, il CBD permette di ritrovare la distensione e il sollievo, andando a intervenire sui sintomi.

Lo sport è utilissimo per rilassarsi, magari già accoppiato al cannabidiolo.

La salute dei nostri muscoli è altrettanto importante.

Il cannabidiolo si è confermato, negli anni, un principio attivo capace di ridare benessere e distensione tanto alle persone che soffrono d’ansia (e conseguente irrigidimento muscolare), quanto agli sportivi di una moltitudine di discipline, impegnate a stemperare un fastidioso indolenzimento muscolare.

Oltre a contribuire al rilassamento dei muscoli, il CBD viene utilizzato anche da tutte quelle persone che soffrono di dolore muscolare, anche cronico.

L’azione indiretta antinfiammatoria del cannabidiolo permette alla persona di rilassarsi, distendere la muscolatura e riacquistare la giusta serenità.

5 motivi per cui il CBD è ottimo per gli sportivi
Parliamo di un aspetto importante e pratico, ovvero cinque motivi per cui uno sportivo può trarre benefici dall’utilizzo del cannabidiolo.

1. Proprietà antinfiammatorie
Il CBD è molto apprezzato ed utilizzato per le sue proprietà antinfiammatorie.

2. Ottimizza il recupero
L’assunzione del CBD al termine dello sforzo fisico può aiutare ad ottimizzare il recupero dell’organismo

3. Proprietà ansiolitiche e muscolorilassanti
Il sonno è il migliore degli allenamenti, e le proprietà ansiolitiche e muscolorilassanti del cannabidiolo possono aiutare a distendere e calmare il nostro sistema nervoso, conciliano un sonno ristoratore e riposante.

4. Il CBD ha proprietà analgesiche
Il CBD ha proprietà analgesiche e può svolgere un’azione positiva verso il dolore, per questo è indicato per persone che soffrono di dolori cronici o malattie infiammatorie, causate ad esempio da traumi sportivi, frequenti in discipline come il rugby o il football americano.

5. Lenire gli stati di ansia generalizzata
Il CBD, così come lo sport in sé, aiuta a lenire gli stati di ansia generalizzata, e l’unione di questi due aspetti permette di ottenere benefici mentali, oltre che fisici, particolarmente efficaci.

 

Weedy Point informa che ha provveduto a abbassare i prezzi delle migliori selezioni di cannabis mantenendo invariata la qualità delle genetiche, per dare la possibilità a chiunque di provare e gustare le migliori scelte.

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CBD: cos’è e quali effetti benefici ha sulla salute? Risponde Weedy Point

CBD è l’acronimo di Cannabidiolo. Una componente della pianta di cannabis priva dei tipici effetti stupefacenti comunemente associati a questa pianta, dovuti da altri cannabinoidi come il tetraidrocannabinolo (THC). Per questo motivo il CBD viene venduto ed usato legalmente in moltissimi paesi.

Il CBD estratto dalle piante di canapa è legalmente usato in molti stati poiché le ricerche hanno dimostrato i sui effetti positivi sulla salute. L’estrazione avviene da piante con una bassa concentrazione di THC ed altre sostanze psicotrope, garantendo così l’assenza di qualsiasi effetto stupefacente.

Anziché THC, queste piante di canapa hanno un alto contenuto di cannabinoidi “buoni”, ovvero cannabinoidi che hanno un effetto altamente positivo sulla salute ed il funzionamento corretto del nostro organismo. Studi2 hanno confermato che il CBD ha la capacità di curare ed alleviare svariati tipi di disturbi e malattie inclusa la depressione.

Cos’è la depressione?
La depressione è una malattia mentale grave e comune che influisce negativamente sui sentimenti, pensieri ed azioni degli individui colpiti. Si può essere predisposti allo sviluppo di questo disturbo, o può risultare in seguito ad un trauma o anche un lutto. Indipendentemente dalle cause, i sintomi sono fondamentalmente gli stessi, compresa la perdita di piacere o interesse per le attività, il sentirsi tristi, il cambiamento di appetito, la perdita di energia, i problemi di sonno, la sensazione di inettitudine e la difficoltà nel prendere decisioni, concentrarsi o pensare. Fortunatamente, la depressione è trattabile.

La maggior parte degli scienziati concorda sul fatto che la depressione è causata dalla riduzione del livello dei neurotrasmettitori, come la dopamina e la serotonina, nel nostro cervello. Questo squilibrio influisce negativamente sulla maggior parte delle normali attività quotidiane come fare attività, nutrirsi e perfino provare emozioni.

Come funziona il CBD contro la depressione?
In alcuni studi4 condotti da ricercatori tedeschi, è stato osservato come i prodotti chimici attivi nel CBD aumentano la trasmissione dei recettori della serotonina nel nostro cervello, compresi i recettori 5-HT1A. Riducendo l’assorbimento della serotonina, il cervello comunica segnali positivi per aiutare ad alleviare i sintomi della depressione.

Inoltre, alcuni studi clinici dimostrano che il CBD può stimolare la crescita dell’ippocampo, innescando così la creazione di nuovi neuroni. Questa condizione, nota anche come neurogenesi, può essere un metodo efficace per ridurre i sintomi di ansia e depressione.

Quali benefici si ottengono dal consumo di CBD per la depressione?
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Aumento dei livelli di serotonina
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Sonno ristoratore
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Anti-infiammatorio
Effetti collaterali
Sebbene il CBD sia generalmente considerato sicuro, alcune persone presentano qualche effetto collaterale minore tra cui nausea, diarrea, sonnolenza, cambiamento dell’appetito, e secchezza delle fauci. Tutte queste conseguenze sono rare e facilmente reversibili, inoltre sono insignificanti se comparate con i possibili effetti collaterali dei farmaci generalmente prescritti contro la depressione.

Come usare il CBD per trattare la depressione
Ogni individuo reagisce in modo differente al consumo di CBD. Il dosaggio raccomandato per ciascun prodotto e per ciascuna persona potrebbe variare di molto, creando confusione. Il dosaggio varia anche a seconda della concentrazione di CBD nell’olio. In media 25 mg di CBD al giorno risultano efficaci per la maggior parte della gente. Per sintomi particolarmente ostinati, il dosaggio può essere gradualmente aumentato di settimana in settimana, fino ad ottenere dei risultati. È importante monitorare e tenere sotto controllo la posologia in ogni momento per garantire l’efficacia del prodotto. Per avere maggiori dettagli consultate il nostro articolo sul dosaggio e posologia del CBD.

Poiché la depressione può influenzare le abitudini alimentari, si può prendere in considerazione la possibilità di miscelare i prodotti CBD con il cibo. Tuttavia, il metodo più utilizzato è quello per via sublinguale, lasciandolo in posizione per 1 minuto. Ovviamente, il dosaggio è il fattore decisivo per mantenere efficace ed equilibrato un trattamento a base di CBD per la depressione.

Storie di successo
Emma*, una ragazza di 13 anni, ha sofferto di ansia e depressione nel 2015. Un anno dopo, il suo consulente le suggerì di rivolgersi a uno psichiatra o un dottore anziché assumere farmaci a causa della gravità della sua situazione. Dopo aver assunto antidepressivi per alcune settimane, la situazione si era aggravata. Quando sua mamma la portò in ospedale, fu ricoverata in un reparto psichiatrico per due settimane e iniziò con l’assunzione di un altro antidepressivo. Quando tornò a casa, Emma* iniziò ad agire in modo estremamente apatico e non interagì con nessuno.

Dopo aver letto un articolo sull’olio di CBD per il trattamento della depressione, sua madre parlò con alcuni medici e decise di sostituire gli antidepressivi con l’olio di CBD. Dopo solo una settimana, la differenza fu sorprendente. Emma* riconquistò gioia e felicità nella sua vita quotidiana. Riprese a vedersi con gli amici, ridere e scherzare con i fratelli, ed essere sé stessa. Sei mesi dopo interruppe le sue sessioni di consulenza che si tenevano ogni due settimane. L’olio di CBD le ha ridato la vita per poter vivere felice ed al meglio con la sua famiglia.

Cosa dice la ricerca sulla relazione tra CBD e depressione?
Studi di laboratorio
Uno studio condotto dall’università di Chicago nel 2012 ha approvato la cannabis medica ed il CBD come trattamenti contro la depressione. Inoltre hanno concluso che l’olio di CBD può aumentare le capacità cognitive di pazienti che soffrono di un disordine bipolare.

I ricercatori hanno anche sostenuto che iniettare olio di CBD nei ratti stimola l’area dell’ippocampo, creando così nuovi neuroni nel cervello. QUesto è uno dei modi più efficaci di alleviare i sintomi comuni della depressione.

Test clinici
Basandosi su svariati studi clinici, è stato dimostrato che il trattamento a base di CBD per la depressione non presenta rischi ed effetti collaterali sulla condizione psichica dei pazienti.

Uno dei più prestigiosi ricercatori, dottor Samir Dahmane dell’Istituto di Ricerca del Maine, sostiene che l’olio di CBD aiuta a calmare lo stato di depressione stabilizzando l’umore grazie all’attivazione delle aree limbiche e paralimbiche del cervello dei pazienti.

 

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Ansia, attacchi di panico? Weedy Point spiega gli effetti benefici della cannabis light

Palpitazioni, sudorazione, insicurezza, tensione al petto, ondata di calore, disturbi della concentrazione e del sonno – sintomi che le persone che soffrono di sindrome ansiosa e attacchi di panico conoscono fin troppo bene. Per le persone colpite l’ansia è un compagno costante e oltre a questo si verificano spesso attacchi di panico, che poi rendono la vita quotidiana molto difficile. La qualità della vita viene influenzata in modo duraturo e le cause possono variare molto e spesso sono imprevedibili.

Una condizione che a lungo termine ha un impatto negativo sulla salute mentale e fisica delle persone colpite e finisce in isolamento. Spesso i primi segni della sindrome ansiosa e degli attacchi di panico non vengono presi sul serio e fraintesi come sintomi di stress.

Il seguente articolo cerca di chiarire le cause della sindrome d’ansia e degli attacchi di panico e di indicare possibili suggerimenti e idee alternative e olistiche per facilitare la vita quotidiana delle persone colpite.

Sempre più persone si rivolgono al CBD, la sostanza naturale della pianta di canapa. Di seguito una spiegazione di come il CBD può essere utile.

Ansia – un compagno evolutivo della vita quotidiana
La paura e l’ansia sono emozioni che ognuno di noi conosce –sia consciamente che inconsciamente – e che ci aiuta a proteggerci da situazioni rischiose e ed a tenerci al sicuro dal pericolo. Nella vita quotidiana ci sono spesso momenti in cui la paura è coinvolta inconsciamente. Per esempio, prima di attraversare la strada guardiamo a sinistra e a destra per non causare un incidente. Dietro questo c’è la paura che ci tiene lontano dalla strada e quindi di non essere investiti.
La paura e l’ansia sono quindi reazioni significative ed anche necessarie che già una volta si sono dimostrate utili. Il fisiologo Walter Cannon ha descritto questo come una reazione di “lotta o fuga”. In altre parole, la paura come reazione positiva allo stress che permette all’individuo di adattarsi rapidamente a una situazione pericolosa. Soprattutto in passato, la paura come pulsione era necessaria per la sopravvivenza degli nostri antenati.

Fino a un certo punto la paura è normale e necessaria. Tuttavia, per alcune non si tratta soltanto di questa paura “normale” e ha un impatto negativo sulla vita quotidiana – allora si parla di disturbi d’ansia [1] o di stress negativo.

Cosa fare se l’ansia diventa patologica
Se l’ansia però assume una dimensione troppo grande, è importante prenderla sul serio, perché altrimenti le condizioni possono continuare a peggiorare.

I disturbi d’ansia sono malattie mentali e, come la depressione, sono in aumento negli ultimi anni. Sono dichiarate come reazioni di paura e di ansia eccesive con anormalità comportamentali corrispondenti. Questi di solito si manifestano in età adulta. È evidente che dal 30 all’80% delle persone colpite soffra di un’altra malattia mentale e che gli stati d’ansia si sovrappongano spesso a disturbi da dipendenza.

Gli attacchi di panico sono di solito la causa principale del riconoscimento dei disturbi d’ansia. Solo poche delle persone colpite si rivolgono a strutture sanitarie, motivo per cui la malattia spesso non viene diagnosticata.

I disturbi d’ansia fanno parte dei disturbi multifattoriali – nel loro sviluppo sono coinvolti quindi predisposizioni genetiche così come fattori ambientali esterni. Gli studi suggeriscono che i geni, soprattutto dei sistemi serotoninergico, dopaminergico e noradrenergico, sono coinvolti nello sviluppo dell’ansia. Si sospetta che i disturbi dell’equilibrio dei neurotrasmettitori serotonina, noradrenalina, dopamina, GABA e glutammina siano associati ai disturbi d’ansia a livello neurobiologico [1].

Una panoramica dei disturbi d’ansia più comuni:

Disturbi di panico: In questo caso, l’ansia si verifica improvvisamente ed è accompagnato da sintomi fisici, come il battito cardiaco rapido, vertigini o nausea. Gli attacchi possono venire dal nulla e le persone soffrono di ansia immensa e temono di svenire o anche peggio. La condizione può durare per alcuni minuti.
Disturbo d’ansia generalizzato: Questo tipo di ansia si mostra come disturbi fisici e psichici.
Ansia legata a un disturbo depressivo: Qui l’ansia è legata a episodi depressivi.
Fobie specifiche: La paura si concentra su un oggetto specifico, per esempio i ragni.
Fobie sociali: In questo caso, le persone colpite evitano l’attenzione e non amano essere al centro dell’attenzione.
Agorafobia: Qui si verifica la paura di certi luoghi, spesso combinata con attacchi di panico [2].
A chi si possono rivolgere le persone colpite?

Medici stabiliti per la psichiatria
Assicurazione sanitaria/Ambulatorio ospedaliero per la psichiatria
Psicoterapeuta
Medici con perfezionamento in medicina psicoterapeutica [2]
Attacchi di panico – i compagni dei disturbi d’ansia

Gli attacchi di panico sono brevi episodi di paura intensa. Le fasi sono accompagnate da sintomi fisici ed emotivi che mettono la persona colpita in uno stato di sofferenza estrema. Spesso si verificano in combinazione con i disturbi d’ansia.

I seguenti sintomi appaino in combinazione con un’attacco panico:

Vertigini
Nausea
Dispnea
Sentimento del soffocamento
Dolore al petto [3]
Cura degli attacchi di ansia e panico
A causa di presupposizioni che la malattia è causata da condizioni e squilibri neurobiologici, i sintomi sono spesso trattati con farmaci.

In questo caso, i medici ricorrono ad antidepressivi e altri farmaci, che causano un miglioramento a breve termine, ma sono anche associati a gravi effetti collaterali a lungo termine.

Una panoramica di possibili effetti collaterali causati da medicamenti:

Disturbi del sonno
Disturbi funzionali sessuali
Aumento di peso
Nausea
Vomito
Diarrea
Tuttavia, è anche chiaro che i fattori ambientali sono coinvolti nello sviluppo, motivo per cui il trattamento non dovrebbe essere esclusivamente medicinale.

Oltre ad una visione olistica delle circostanze interne ed esterne, è necessario occuparsi intensivamente della persona colpita e del suo stile di vita.

La psicoterapia può esserci un metodo terapeutico efficace. Nel centro dell’attenzione c’è una relazione di fiducia tra paziente e psicoterapeuta, nella quale vengono discussi i possibili problemi e le preoccupazioni della persona colpita. Nel processo, il paziente riceve le competenze e le conoscenze necessarie per essere in grado di aiutare se stesso in futuro.

Nel centro della terapia sta come segue:

Riattivazione delle risorse
Rendere i problemi comprensibili
Imparare strategie di problem solving
Questo si ottiene, tra l’altro, con:

Metodi di rilassamento
Strategie di comunicazione
Confronto con le cause dell’ansia
Terapia comportamentale [2]
Inoltre, le persone colpite possono diventare attive per alleviare i sintomi. Da un lato, l’attenzione si concentra sullo stile di vita e dall’altro lato, sull‘assunzione di rimedi naturali come valeriana, melissa e fiori d’arancio o CBD, nonché opzioni ortomolecolari come vitamine del gruppo B, magnesio e acidi grassi omega-3.

Il CBD contro l’ansia e gli attacchi di panico
Il cannabidiolo, detto CBD, è un rimedio naturale della pianta di canapa con una storia che va molto indietro. I testi dei Veda rivelano che era stato usato per trattare l’ansia già nel 2000 a.C.

Studi sugli animali e sull’uomo hanno dimostrato che il CBD può ridurre l’ansia. I ricercatori suppongono che l’effetto di riduzione dello stress del CBD sia legato alle attività nelle aree limbiche e paralimbiche del cervello, e quindi ha un effetto positivo sull’ansia. L’ansia sociale, in particolare, si pensa sia ridotta dall‘ingestione di CBD. Uno studio sugli animali ha indicato che un rafforzamento del sistema endocannabinoide può essere una strategia favorevole per ridurre le conseguenze comportamentali e fisiche dello stress, facilitando la trasduzione del segnale [4].

In sintesi, alcuni studi indicano già che il CBD può avere un effetto di sostegno sui disturbi d’ansia. Tuttavia, le opinioni sui meccanismi coinvolti si divergono e gli studi non sono ancora tutti chiari. Quello che è certo è che il CBD può alleviare i sintomi e che di seguito si può affrontare meglio lo stress negativo.

Studi selezionati sul tema CBD e ansia
Cannabidiol as a Potential Treatment for Anxiety Disorders
Cannabidiol, a Cannabis sativa constituent, as an anxiolytic drug
Cannabidiol in Anxiety and Sleep
Un altro vantaggio positivo è che usando il CBD, non ci sono noti effetti collaterali. Tuttavia, può avere influenze reciproche con altri farmaci, motivo per cui i pazienti che assumono regolarmente farmaci dovrebbe discutere l’assunzione con il loro medico curante. Il CBD può rallentare la degradazione di alcuni farmaci, il che può però avere il vantaggio che l’effetto dura più a lungo.

Uso

Il dosaggio è molto individuale e si raccomanda un approccio soggettivo-intuitivo all’assunzione del CBD, utilizzare tra tutte le varietà quelle contenenti limonene.

 

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Il vantaggi della cannabis light nello sport. Ce ne parla Weedy Point

Da alcuni anni il cannabidiolo è stato riconosciuto, nel mondo, come un potente analgesico e antidolorifico naturale.

Molti sono gli effetti benefici sul nostro organismo e forte è il legame tra CBD e sport.
Negli Stati Uniti sempre di più sono i personaggi del mondo dello sport che apprezzano le proprietà terapeutiche del cannabidiolo. In particolare il CBD e’ molto utilizzato nelle discipline di contatto, come il football, le arti marziali perché il CBD e i suoi derivati favoriscono il recupero fisico e muscolare in modo naturale.

Il CBD oltre ad un’azione rilassante sui muscoli, svolge un’azione di supporto per le attività che richiedono lucidità e concentrazione in quanto influisce positivamente dal punto di vista psicofisico e come base per le funzionalità cognitive. Il CBD, estratto dalla canapa sativa, va distinto dal THC che ha invece un’azione psicoattiva e psicotropa. L’olio di CBD non ha controindicazioni ed e’ di grande aiuto sia per chi pratica un’attività fisica amatoriale sia per gli atleti professionisti. La sua efficacia è stata riconosciuta anche dall’Agenzia Mondiale Antidoping che lo ha eliminato il cannabidiolo dall’elenco delle sostanze tossiche (2018).

I vantaggi del CBD nello sport

Il CBD è antinfiammatorio, miorilassante, favorisce il recupero muscolare dopo uno sforzo intenso sia a livello amatoriale, sia a livello agonistico in ambito sportivo.

Da dove deriva il CBD e perché è così efficace?

Il cannabidiolo (CBD) è una sostanza estratta dalle infiorescenze femminili della pianta di cannabis sativa. In commercio si trova sotto forma di olio di cannabis, tisane al cbd, cristalli o creme.

La sua azione sull’organismo è legata al sistema endocannabinoide composto da milioni di recettori che reagiscono in modo significativo all’azione dei fitocannabinoidi, attraverso meccanismi diversi.

Secondo uno studio pubblicato su Sports Medicine-Open il legame tra sport e CBD è molto forte.
E’ dimostrato che il CBD ha effetti antinfiammatori, neuroprotettivi e analgesici, che incidono sulle prestazioni degli atleti professionisti e non. Il CBD riduce anche gli effetti negativi di un allenamento intenso e prolungato, responsabile dell’invecchiamento cellulare e di danni ai muscoli scheletrici.

Un’attività fisica quotidiana, come la corsa, lo sci o il ciclismo, nel tempo può generare delle microlesioni ai muscoli e dar vita a dei processi infiammatori. Il CBD agisce sui processi di guarigione e migliora lo stato del sistema immunitario, accorciando i tempi di guarigione grazie alle citochine antinfiammatorie. Si favorisce, così, il recupero muscolare riducendo i periodi di riposo forzato.

Il CBD è molto utilizzato anche per la sua capacità di rilassare e distendere il sistema nervoso, favorendo il riposo, la qualità del sonno e riducendo gli stati d’ansia e stress e migliorando le prestazioni atletiche.

Il CBD nello sport puo’ essere usato senza problemi?

Dal 2018 l’Agenzia mondiale antidoping (WADA) ha eliminato il CBD dalla lista delle sostanze proibite e dopanti per gli atleti professionisti dopo la pubblicazione di moltissimi studi sugli effetti benefici del cannabidiolo sull’organismo.
La cannabis terapeutica è utilizzata regolarmente da oltre 35 milioni di americani e tra essi sono molti gli atleti professionisti che la usano, promuovendo l’uso del CBD nello sport come alternativa all’uso di sostanze dannose per l’organismo e illegali.
Il CBD è una sostanza sicura sia a chi pratica sport a livello amatoriale, sia per chi fa sport a livello agonistico.
Il CBD riduce l’ansia da prestazione e la mente rimane concentrata sugli obiettivi da raggiungere. Nel post allenamento ha un effetto detox e accelera il processo di disintossicazione dell’organismo.
Per non incorrere in sanzioni e risultare in regola nei controlli antidoping bisogna utilizzare prodotti a base di CBD legale, come l’olio di CBD, i cristalli di CBD, le tisane alla marijuana, le inflorescenze e i cosmetici (crema viso, crema mani, crema corpo e balsamo labbra). Bisogna distinguere il CBD dal tetraidrocannabinolo (THC), che può essere presente nei prodotti a base di marijuana ad uso ricreativo solo in percentuali regolamentate dalla legge e stabilite dal Ministero della Sanità.

Molti sportivi statunitensi hanno dichiarato quanto il CBD sia potente nel ridurre le infiammazioni e gli effetti collaterali di allenamenti troppo intensi in modo naturale.
A scegliere prodotti a base di marijuana legale sono atleti e professionisti legati a discipline che richiedono sforzi intensi come il football, l’hockey e il mondo dei combattimenti.
Grazie alla sua efficacia contro ansia e stress, il CBD è molto utilizzato anche dagli sportivi che praticano discipline come il golf e la ginnastica, che richiedono calma e concentrazione.

Tra i nomi più noti nel mondo dello sport, troviamo la campionessa olimpica di ginnastica Gabby Douglass, Rob Gronkowski ex New England Patriots della NFL, il lottatore MMA Nate Diaz, Il golfista Lucas Glover, gli olimpionici Kerri Walsh Jennings e Lolo Jones.

Il CBD rinforza e stimola il sistema immunitario

Molte attività sportive mettono a dura prova l’organismo per sessioni di allenamento che non tengono conto delle condizioni metereologiche e dei cambiamenti climatici.
Le attività all’aperto, come lo sci, la corsa o il calcio espongono il corpo al rischio di malattie da raffreddamento, febbre e influenza. Per rispondere in maniera efficace a queste situazioni, il CBD è molto indicato.
Il cannabidiolo stimola il sistema immunitario e aiuta il corpo a reagire contro le infezioni.
La capacità di resistere allo stress e alle sollecitazioni esterne permette di avere un corpo più sano e allenato.
Un sistema immunitario debole subisce attacchi da parte di agenti esterni, costringendo gli atleti a saltare le sessioni di allenamento e portandoli ad un recupero più lento. Mentre un corpo sano permette performance migliori, riducendo l’ansia da prestazione.

Uno studio australiano ha dimostrato che i cannabinoidi interagiscono con i neurotrasmettitori del cervello in maniera positiva e promuovono la neurogenesi con l’attivazione dei neuroni creando un effetto calmante e sedativo che permette di affrontare le situazioni con maggiore lucidità.

Il CBD promuove l’aumento e la crescita delle cellule cerebrali, riducendo la sensazione di stanchezza legata ad allenamenti intensi e frequenti.
Durante una preparazione, prima delle competizioni o nei periodi di forte pressione, il corpo viene sottoposto a stimoli intensi. La conseguenza è quella di avere un organismo stressato, stanco e che fatica ad allenarsi. Il CBD regola gli ormoni di stress e ansia e permette all’organismo di reagire positivamente, raggiungendo ottimi risultati

Uno degli effetti più importanti del CBD è la qualita’ di antinfiammatorio, efficace per infortuni, per alleviare i dolori dovuti ad attività prolungata ed usurante. Molti atleti scelgono il CBD contenuto in unguenti, lozioni e creme da applicare a livello locale per ridurre l’infiammazione e il dolore muscolare.

Con allenamenti intensi si possono creare microlesioni muscolari che, se non trattate, causano infiammazioni, dolori muscolari e stanchezza che rallentano il recupero funzionale. ll CBD gestisce la risposta immunitaria e regola la produzione di citochine antinfiammatorie e i tempi di recupero si riducono.

Il CBD previene i traumi, gli spasmi muscolari e i crampi che, protratti nel tempo, possono creare disagio agli atleti.
Dopo un allenamento intenso, il corpo manifesta la sua stanchezza con una sensazione di dolore o con uno stiramento.
Il cannabidiolo attenua queste sofferenze, facendo aumentare la soglia del dolore e riducendo i crampi muscolari del dopo allenamento. I prodotti a base di CBD non hanno rischi e le performance migliorano generano benessere e positivita’ e recupero muscolare e buon sonno. Quindi i prodotti a base di cannabidiolo, , prevengono i processi infiammatori preservando le cellule muscolari, lesioni e gli stiramenti muscolari.

Il CBD aiuta a controllare il peso e a gestire l’appetito

Il rapporto tra CBD e appetito è molto stretto. Il cannabidiolo e’ un regolatore della fame, in grado di influenzare il metabolismo in modo importante. Il cannabidiolo non causa la fame chimica, regola la sensazione di fame e aiuta a mantenere sotto controllo il peso.
Inoltre il CBD riduce gli effetti negativi dell’attività sportiva, come la nausea legata agli sforzi intensi o la sensazione di avere lo stomaco in disordine.

A livello muscolare, il CBD è molto utile per lo sviluppo e la crescita di massa muscolare. Per questo motivo, i prodotti a base di cannabidiolo vengono scelti da chi svolge un’attività sportiva orientata al potenziamento e all’aumento della massa muscolare.

Conclusione

Il CBD ha effetti antinfiammatori, neuroprotettivi e analgesici, è un miorilassante e riduce l’invecchiamento cellulare.
Lo sport ha aperto le porte ai prodotti a base di cannabidiolo, per l’efficacia come potente antidolorifico e antinfiammatorio naturale. .
Il CBD favorisce il recupero dagli allenamenti quotidiani, accelera i processi di guarigione e stimola il sistema immunitario, migliorando le performance degli sportivi e riducendo gli stop forzati dovuti a infortuni o stiramenti.

 

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La cannabis light può aiutare in caso di disturbi alimentari. Scopriamo di più con Weedy Point

Diversi studi sugli effetti benefici della cannabis per i disturbi alimentari hanno dimostrato l’effettiva capacità di questa pianta.

Secondo l’AIDAP (Associazione Italiana Disturbi dell’alimentazione e del Peso), i disturbi alimentari sono dei comportamenti legati all’alimentazione che provocano un alterato consumo di cibo, danneggiando così in maniera significativa la salute fisica e mentale di un individuo. Tali comportamenti tendono ad essere influenzati da una volontà costante di controllo del peso.

Per chi soffre di queste patologie, mangiare è un momento di forte ansia e paura. La cannabis ha la capacità di rilassare e calmare, stimolando l’appetito ed invogliando la persona ad assumere cibo. Le tre forme più comuni di disturbi alimentari sono: anoressia, bulimia e fame compulsiva.

Anoressia

L’anoressia è la malattia più comune e diffusa tra le persone che soffrono di disturbi alimentari. È una forma molto grave e potenzialmente pericolosa che in casi estremi può portare anche alla morte. Infatti, questa patologia porta ad una repulsione verso il cibo e ad un’eccessiva perdita di peso. Un altro fattore evidente della malattia è il conto ossessivo delle calorie che si ingeriscono.

L’anoressia è il disturbo alimentare con il più alto tasso di mortalità, 12,8% e si è stimato che il 6% dei suicidi sia di persone affette da anoressia. Le cause che fanno scaturire questa malattia non sono solo riferibili al giudizio della società con i suoi stereotipi ma anche a traumi infantili. Altre ipotesi invece riterrebbero che l’anoressia dipenda da fattori genetici e neuro biologici.

Bulimia

La Bulimia è un disturbo alimentare che alterna fasi di forte voracità a fasi depurative. La persona tende ad ingerire quantità di cibo superiori al normale per un determinato lasso di tempo e a rigettarle poco dopo. L’assunzione incontrollata avviene senza un’apparente sensazione di fame ma al contempo con un forte senso di vergogna e disagio. Dopo aver assunto cibo, di solito vi è la fase depurativa in cui o tramite autoinduzione di vomito o con diuretici e lassativi si compensa all’abbuffata. Tuttavia, la mattia non ha dei segni esterni evidenti poiché le persone che ne soffrono hanno un peso forma normale.

Fame compulsiva
La fame compulsiva è anch’essa un disturbo alimentare, molto simile alla bulimia. In questa circostanza, la persona perde il controllo delle sue abitudini alimentari e mangia in maniera smodata in un lasso di tempo molto breve. Dopo la fase di abbuffata, al contrario della bulimia non si verifica l’autoinduzione del vomito ma si verificano forti sensi di colpa, disagio e disgusto verso se stessi e il proprio comportamento. La causa principale di questo disturbo è l’incapacità di gestire le proprie emozioni, in maniera tale da rifletterle nell’assunzione di cibo.

Effetti benefici della cannabis nei disturbi alimentari

Gli effetti benefici della cannabis per i disturbi alimentari sono innumerevoli.

Una volta ingerita la cannabis, il CBD presente all’interno interagisce con i recettori del Sistema Endocannabinoide CB1 e
CB2, presenti in diversi organi del corpo tra cui lo stomaco. All’interno dello stomaco permetto l’aumento di grelina, ormone responsabile della fame. L’azione del CBD è la stessa di quando si avverte che lo stomaco è vuoto. Pertanto lo stomaco invia dei segnali al cervello, che attivano la grelina. Questo ormone viaggia dall’ipotalamo, incrementando la mobilità intestinale e la consecutiva secrezione dei sughi gastrici.

La stessa soluzione viene già prescritta per malattie come l’AIDS e il cancro poiché la cannabis permette di aumentare la sensibilità del palato e dell’olfatto e di stimolare la fame. Inoltre migliora la percezione dei sapori anche in caso di effetti collaterali come la nausea e il vomito, grazie alla sua azione antiemetica.

Uno studio pubblicato sul Biological Psycology ha mostrato come ci sia un legame tra il Sistema Endocannabinoide e i disturbi alimentari. Infatti, nella ricerca emerge come le persone affette da disturbi alimentari abbiano anche un Sistema Endocannabinoide deteriorato. Assumendo cannabis e in particolar modo CBD, si ristabilirebbe il normale funzionamento del Sistema Endocannabinoide e a contrastare le patologie di cui si soffre tra cui i disordini alimentari.

Le informazioni sanitarie pubblicate su questa pagina sono esclusivamente a titolo informativo e formativo generale, e non sostituiscono la consulenza medica professionale. Pertanto, prima di intraprendere qualsiasi azione sulla base di queste informazioni, vi invitiamo a consultare un medico o un altro operatore sanitario. Non forniamo alcun consiglio di salute.

 

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Curare la depressione con la cannabis light si può? Ce ne parla Weedy Poin

CBD come regolatore dell’umore per combattere stati ansiosi o depressivi
Studi clinici recenti hanno dimostrato come il CBD possa essere un ottimo alleato nel combattere i sintomi della depressione. Il potenziale antidepressivo del cannabidiolo, la molecola non psicoattiva derivata dalla cannabis, è correlato senza dubbio alla sua interazione con il sistema endocannabinoide. In questo articolo indagheremo la possibilità di utilizzare il CBD come terapia contro la depressione.

Depressione: una vera e propria malattia
Molto spesso la depressione viene sottovalutata e trattata come se non fosse una vera e propria patologia. Chi ne soffre invece di essere indirizzato da un medico viene accusato di essere svogliato e pessimista e non riceve il sostegno che meriterebbe; la depressione rende le persone poco appetibili dal punto di vista sociale e molto spesso chi ne soffre tende ad isolarsi oppure a venire isolato perché non compreso. Secondo l’OMS è addirittura il 25% della popolazione europea a soffrire di forme più o meno gravi di depressione: di sicuro quella depressiva è una sindrome che può riguardare chiunque in certi periodi della vita, anche persone che esternamente non mostrano alcun sintomo. Un altro studio dell’OMS prevede che entro il 2020 la depressione imporrà il secondo carico più grande sulla salute nel mondo tra tutti i disturbi e ancora non abbiamo tra le mani una cura definitiva e priva di effetti collaterali.

Cos’è la depressione e come si manifesta
La depressione patologica (o depressione maggiore) è un disturbo dell’umore: chi ne è affetto prova costante insoddisfazione, tristezza ed è impossibilitato a provare piacere nelle attività quotidiane. Queste persone vivono una condizione di frequente umore negativo, soffrono spesso di problemi di salute vari (reali o immaginari) e spesso sono demotivate, hanno scarso interesse per il prossimo e per trovare sollievo possono essere propensi all’abuso di sostanze stupefacenti o farmaci. Inoltre la depressione è uno dei principali fattori di rischio per il suicidio e l’autolesionismo. Statisticamente si può notare una maggiore diffusione della patologia nel sesso femminile, infatti la diagnosi di depressione maggiore compare nel 25% delle donne e nel 12% degli uomini.
A livello obiettivo la depressione è rilevabile come uno squilibrio neurochimico e viene solitamente trattata con farmaci come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) ed antipsicotici. Ci sono varie teorie sull’origine di questo squilibrio, perché alcuni medici lo vedono come la causa primaria della depressione mentre altri come una conseguenza dello stato depressivo, un sintomo.

Cos’è la serotonina, ormone del buonumore
La serotonina è un neurotrasmettitore che svolge numerose funzioni come la regolazione del ciclo sonno/veglia, dell’umore, del desiderio sessuale e dell’appetito. Viene chiamato anche l’ormone del buonumore perché sostanzialmente più serotonina abbiamo in circolo, maggiore sarà il nostro senso di appagamento.

CBD e depressione
Il CBD è stato molto studiato negli ultimi anni per le sue potenzialità di regolatore dell’umore per combattere stati ansiosi o depressivi. Ci sono molti studi che ne incoraggiano l’utilizzo per ritrovare equilibrio nei periodi in cui ci si sente destabilizzati. La sua azione si basa sulle sollecitazioni prodotte dall’interazione del CBD con il sistema endocannabinoide, una rete di recettori capace di influenzare l’umore, la percezione del dolore e le tensioni muscolari. Gli endocannabinoidi stimolano l’attività della serotonina, che come abbiamo visto è strettamente collegata alle disfunzioni umorali.
Secondo questa teoria il CBD è davvero un’alternativa efficace ai farmaci solitamente utilizzati per la cura della depressione, ma ci teniamo a sottolineare che l’azione del cannabidiolo è fortemente soggettiva e correlata alla ricettività del nostro sistema endocannabinoide. Questa potrebbe essere la motivazione che rende i trattamenti a base di CBD difficilmente standardizzabili in quanto a dosaggio ed efficacia. Sono moltissimi gli studi per la cura della depressione che vedono protagoniste terapie a base di CBD che, una volta validate e standardizzate, potrebbero diventare un’alternativa molto valida per combattere gli stati depressivi, soprattutto perché curarsi con i derivati della cannabis non comporterebbe i pesanti effetti collaterali dei farmaci antidepressivi attualmente in uso.

 

Weedy Point informa che ha provveduto a abbassare i prezzi delle migliori selezioni di cannabis mantenendo invariata la qualità delle genetiche, per dare la possibilità a chiunque di provare e gustare le migliori scelte.

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Cinque motivi per cui il CBD è ottimo per gli sportivi. Scoprili con Weedy Point

Gli effetti miorilassanti del cbd unite al ruolo del cbd antinfiammatorio sono la ricetta che rende il cannabidiolo un prodotto sempre più utilizzato dagli sportivi.

Oltre ad essere utilizzato nel contesto della cannabis terapeutica per contrastare e lenire diverse patologie, soprattutto nell’area del dolore cronico, aumentando il benessere e la distensione muscolare. Unito alle diverse tecniche di rilassamento, il cbd può essere un ottimo alleato per le fibre muscolari.

I nostro muscoli sono sempre sotto sforzo, che sia per l’attività sportiva oppure per gli sforzi che compiamo ogni giorno nel corso della nostra routine.

È per questo motivo che è necessario prendersi cura della propria muscolatura, evitando di sottoporsi a sforzi eccessivi, seguendo una dieta corretta e bilanciata, intervenendo prontamente per quelle condizioni di dolore o infiammazione.

Lo avreste mai detto che nella pianta di canapa potete trovare un rimedio naturale e privo di effetti collaterali contro la fatica muscolare, o il mal di testa o mal di schiena che può manifestarsi dopo l’ allenamento?

Il CBD favorisce il rilassamento muscolare
Il cannabidiolo (CBD) viene utilizzato da anni – da sportivi e non – proprio con lo scopo di rilassare i muscoli e raggiungere uno stato di benessere.

L’ olio di CBD può infatti lenire diversi processi infiammatori.

Il CBD, il principio non psicoattivo della cannabis, ha dimostrato infatti di avere ottime qualità antinfiammatorie e lenitive.

Queste sue qualità rendono il CBD l’ideale per rilassare i muscoli, al termine di una dura giornata di lavoro a alla fine di una allenamento piuttosto impegnativo.

Il CBD, inoltre, interviene anche su quella tensione muscolare dovuta a una condizione di particolare stress.

La contrazione muscolare dovuta a uno stato d’ansia cronico può comportare anche l’insorgenza di fastidio e dolore.

Effetti del CBD e proprietà del CBD: come interagisce con il nostro corpo?
Il cannabidiolo non ha un’azione specifica nei confronti di una particolare patologia o zona dell’organismo. Il CBD agisce da “modulatore” del nostro sistema endocannabinoide.

Il CBD, e in generale i cannabinoidi, agiscono indirettamente sui recettori di questo sistema.

Di conseguenza si può affermare che il CBD moduli meccanismi già esistenti e ripristina la normalità in una situazione di squilibrio o di scompenso nel sistema endocannabinoide.

Grazie a ciò, il cannabidiolo (CBD) può portare beneficio, alleviando i sintomi di una patologia o di un’infiammazione.

Per questi motivi l’olio di CBD viene assunto sia via orale che tramite applicazione cutanea, adattandosi alle necessità del momento. I campi d’applicazione sono numerosi e altrettanti sono i benefici al vaglio dei ricercatori.

Il CBD contro i dolori muscolari
È una sensazione che conosciamo bene: un dolore intenso, che non ci permette di muoverci come dovremmo.
A volte il dolore può essere così intenso da non permetterci nemmeno di alzarci dal letto.

Sentiamo dolore alle cosce, dopo una lunga corsa, oppure alle braccia dopo avere aiutato una persona a noi cara a trasportare alcuni pesi.

Si tratta di ciò che i dizionari medici definiscono come indolenzimento muscolare a insorgenza ritardata (DOMS, dall’inglese Delayed Onset Muscle Soreness): un fenomeno molto comune, a tratti doloroso, e associato all’esercizio fisico.

Negli ultimi anni, il cannabidiolo (CBD) è stato sempre più impiegato come trattamento per stemperare il dolore provocato dall’indolenzimento muscolare, grazie alla sua efficacia e al suo ottimo profilo di sicurezza.

Dolori muscolari alle gambe e acido lattico
Il dolore che proviamo nei giorni successivi a un esercizio fisico estraneo alla nostra comune routine non è causato da un accumulo di acido lattico, come spesso si tramanda con una falsa credenza.

L’acido lattico che il nostro organismo produce mentre compiamo uno sforzo, viene rimosso nelle ore immediatamente successive all’attività fisica.

Il dolore ai muscoli che si avverte nei giorni successivi è, invece, da attribuirsi a una serie di microlesioni delle fibre muscolari.

A seguito di queste microlesioni, il nostro organismo reagisce con un processo infiammatorio. È questa la causa del dolore che avvertiamo.

Tra i tanti rimedi che negli anni sono stati impiegati per stemperare questo indolenzimento, il cannabidiolo (CBD) è uno di quelli che, di recente, sta riscuotendo più successo.

CBD contro la rigidità muscolare
I nervi sono strutture anatomiche del sistema nervoso periferico formate da fasci di assoni (provenienti da un gruppo di neuroni) che trasportano informazioni da o verso il sistema nervoso centrale.

I gruppi muscolari si contraggono (volontariamente o involontariamente), in risposta a un impulso nervoso che ha origine dall’interno del sistema nervoso centrale.

L’azione del CBD come rilassante muscolare avviene grazie alla presenza di recettori cannabinoidi in loco. Questa presenza di recettori è garantita dal sistema endocannabinoide.

Il sistema endocannabinoide (ECS) è uno dei sistemi biologici presenti nel corpo umano, alla stregua del sistema nervoso, del sistema immunitario e del sistema endocrino, con cui predilige interagire in qualità di modulatore.

Si tratta di una “macchina” composta fondamentalmente da tre elementi: i cannabinoidi, che possono essere sia endogeni, e vengono definiti con il nome di endocannabinoidi, che esogeni, detti fitocannabinoidi, presenti in natura in diverse piante, ma soprattutto nella Cannabis.

Sono le molecole che trasmettono segnali e informazioni alle altre cellule presenti nel corpo umano.

Per trasmettere, necessitano dell’interazione con un’altro elemento: i recettori cannabinoidi, che si dividono in due tipologie fondamentali, i recettori CB1 e CB2, distribuiti in vari sistemi e membrane del nostro corpo.

Il sistema endocannabinoide agisce come un dispositivo di regolazione della contrazione muscolare, e i cannabinoidi (come il CBD) possano giocare un ruolo significativo nella comunicazione tra i gruppi muscolari e i neuroni a cui riferiscono.

Il cannabidiolo provvede al benessere quotidiano della persona. Nel caso della salute e del rilassamento dei muscoli, il CBD permette di ritrovare la distensione e il sollievo, andando a intervenire sui sintomi.

Lo sport è utilissimo per rilassarsi, magari già accoppiato al cannabidiolo.

La salute dei nostri muscoli è altrettanto importante.

Il cannabidiolo si è confermato, negli anni, un principio attivo capace di ridare benessere e distensione tanto alle persone che soffrono d’ansia (e conseguente irrigidimento muscolare), quanto agli sportivi di una moltitudine di discipline, impegnate a stemperare un fastidioso indolenzimento muscolare.

Oltre a contribuire al rilassamento dei muscoli, il CBD viene utilizzato anche da tutte quelle persone che soffrono di dolore muscolare, anche cronico.

L’azione indiretta antinfiammatoria del cannabidiolo permette alla persona di rilassarsi, distendere la muscolatura e riacquistare la giusta serenità.

5 motivi per cui il CBD è ottimo per gli sportivi
Parliamo di un aspetto importante e pratico, ovvero cinque motivi per cui uno sportivo può trarre benefici dall’utilizzo del cannabidiolo.

1. Proprietà antinfiammatorie
Il CBD è molto apprezzato ed utilizzato per le sue proprietà antinfiammatorie.

2. Ottimizza il recupero
L’assunzione del CBD al termine dello sforzo fisico può aiutare ad ottimizzare il recupero dell’organismo

3. Proprietà ansiolitiche e muscolorilassanti
Il sonno è il migliore degli allenamenti, e le proprietà ansiolitiche e muscolorilassanti del cannabidiolo possono aiutare a distendere e calmare il nostro sistema nervoso, conciliano un sonno ristoratore e riposante.

4. Il CBD ha proprietà analgesiche
Il CBD ha proprietà analgesiche e può svolgere un’azione positiva verso il dolore, per questo è indicato per persone che soffrono di dolori cronici o malattie infiammatorie, causate ad esempio da traumi sportivi, frequenti in discipline come il rugby o il football americano.

5. Lenire gli stati di ansia generalizzata
Il CBD, così come lo sport in sé, aiuta a lenire gli stati di ansia generalizzata, e l’unione di questi due aspetti permette di ottenere benefici mentali, oltre che fisici, particolarmente efficaci.

 

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Il CBD come rimedio per il dolore. Ce ne parla Weedy Point

Cerchi un rimedio per il dolore? Il CBD è la soluzione.

Che si tratti di dolori muscolari, cronici, acuti, infiammatori o neuropatici. I prodotti di Weedy Point estratti dalla cannabis a base di CBD e CBG sono estremamente efficaci per trattare il dolore.

Come agisce il CBD sul dolore?
Il corpo umano possiede una rete composta da milioni di recettori che interagiscono con i cannabinoidi ricevendo e traducendo le loro informazioni. Questa rete di recettori è il sistema endocannabinoide, che serve a regolare numerose funzioni fisiologiche. Gli endocannabinoidi come l’anandamide (AEA) e il 2 arachidonoilglicerolo (2-AG) sono formati dal nostro stesso organismo. Altro tipo di cannabinoidi sono i fitocannabinoidi che invece provengono dall’esterno.

Il cannabidiolo o CBD è un fitocannabinoide che agisce indirettamente sui recettori di questo sistema, riequilibrandolo quando uno stimolo, come il dolore, lo perturba.

Non agisce in modo specifico in una parte del corpo, ma funge da modulatore dell’intero sistema endocannabinoide, ripristinando l’equilibrio del sistema quando questo è scompensato.

Il dolore è una sensazione che si prova per via di specifiche fibre nervose che trasportano gli impulsi dolorosi dalla periferia al cervello, il quale a sua volta integra e modifica l’informazione dolorosa. Questo sistema è noto come via ascendente del dolore. C’è anche una via discendente del dolore, che invia segnali dal cervello alla periferia portando il messaggio di spegnimento del dolore. Diversi neurotrasmettitori come il glutammato o il GABA intervengono in questi meccanismi.

Il dolore può essere di diversi tipi, tra cui:

Acuto: è improvviso e ha una durata breve relazionata alla sua causa, come un intervento chirurgico, un trauma o un parto. È facilmente trattabile con ifarmaci.

Cronico: è duraturo e continua anche quando la causa scatenante scompare. Può durare anche anni ed in genere è resistente alle terapie. Questo dolore implica uno squilibrio psicologico e può causare anche depressione e ansia. Alcune condizioni che possono provocarlo sono emicrania, cancro, nevralgia, fibromialgia, etc. Un tipo di dolore cronico particolarmente difficile da trattare è quello neuropatico.

Quali sono le indicazioni terapeutiche antidolorifiche del CBD?
Il ruolo della cannabis nel trattamento del dolore è stato oggetto di numerosi studi e si è rivelato utile nella gestione di diverse forme di dolore, prevalentemente refrattarie al trattamento con oppioidi. Il CBD è un composto non tossico, non psicoattivo, con pochissimi effetti collaterali. Molti studi dimostrano l’efficacia del cannabidiolo sul dolore neuropatico. In particolare si è rivelato promettente nei confronti del dolore neuropatico periferico provocato dai chemioterapici. Inoltre la qualità della vita di questi pazienti è spesso inficiata da insonnia, depressione e ansia. Interagendo con i recettori serotoninergici, il CBD è potenzialmente utile nel trattamento di queste comorbidità, migliorando così lo stato di salute dei pazienti e il tono dell’umore. Non è ancora ben chiaro in che modo il CBD eserciti la sua azione analgesica sul dolore neuropatico, ma di certo interagisce con diverse neurotrasmissioni del sistema nervoso centrale. Oltre all’interazione con la serotonina, è stato riportato un suo potenziale coinvolgimento nella regolazione dei recettori dell’adenosina, coinvolti nella trasmissione e la cronicizzazione del dolore.

Il CBD è risultato essere promettente anche per il trattamento del dolore infiammatorio. Infatti in molte condizioni infiammatorie, come l’artrosi, il CBD agisce da antinfiammatorio naturale e ne previene l’aggravamento. In uno studio condotto dall’Università Insubria di Varese è stato evidenziato che l’estratto di cannabis e il CBD possono inibire la produzione di citochine, molecole infiammatorie. Il cannabidiolo agisce inoltre sui processi chimici caratteristici dell’endocannabinoide anandamide, che è legato alla percezione del dolore, e inoltre attiva recettori coinvolti nella trasmissione e la cronicizzazione del dolore.

Oltre alla sua efficacia nel dolore cronico, è stata provata anche la sua sicurezza: in uno studio pubblicato sul Journal of Pain riguardante la sicurezza a lungo termine del consumo di cannabis medica da parte dei pazienti affetti da dolore cronico si è visto come questa abbia un profilo di sicurezza ragionevole.

L’efficacia del CBD non si limita al dolore cronico neuropatico e infiammatorio, ma è stata osservata anche in molte altre condizioni cliniche, come la sclerosi multipla, l’epilessia, l’insonnia, la schizofrenia, e molte altre patologie resistenti alla terapia farmacologica.

 

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