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Artrite, reumatismi? Weedy Point presenta una ricerca sugli effetti positivi della cannabis light contro queste patologie

In che modo la cannabis light può influire positivamente contro artrosi e artriti reumatologiche? Di seguito una ricerca di Weedy Point.

La medicina negli ultimi decenni sta facendo passi da gigante per la cura di numerose patologie che un tempo sembravano lasciare ben poche speranze. Nuovi farmaci, nuovi trattamenti sperimentali all’avanguardia e operazioni chirurgiche sempre più risolutive sono all’ordine del giorno e le speranze di sopravvivenza e guarigione di chi si ammala sono sempre migliori. Ma purtroppo esistono patologie con incidenze anche molto elevate che ancora oggi sono prive di cure risolutive e chi ne soffre si trova con ben poche armi nel cassetto per ritrovare stabilità e benessere. Sono un ottimo esempio le forme di artrite e reumatismi che affliggono tantissime persone, obbligate a cambiare stile di vita e a imparare a convivere giornalmente con il dolore cronico.

In questo articolo Weedy Point parlerà di come l’assunzione di CBD ad alte concentrazioni sia di grande aiuto a chi soffre di condizioni croniche e debilitanti causate da artrite e reumatismi.

Cosa sono i reumatismi e l’artrite
Quando parliamo di reumatismi parliamo di un insieme vario di sintomatologie che interessano il sistema articolare affetto da dolorabilità, indolenzimenti, ridotta capacità funzionale. La reazione infiammatoria reumatica può essere accompagnata da arrossamento localizzato, raccolta di liquidi nelle articolazioni colpite, calore e gonfiore. Questo tipo di patologia può avere insorgenza acuta e poi (se non viene identificata e curata con successo la causa scatenante) può avere un andamento cronico e degenerativo. I reumatismi coinvolgono l’articolazione in toto, comprendendo ossa, muscoli, legamenti, tendini, borse e parti molli. Si tratta di processi infiammatori di vario tipo che possono essere di origine metabolica (ad esempio ne soffrono molti diabetici), traumatica, oncologica, infettiva, idiopatica o autoimmune. A seconda della causa scatenante i reumatismi possono presentarsi solamente in determinate articolazioni o migrare in tutto il corpo, possono migliorare o peggiorare con alte o basse temperature, possono essere simmetrici (colpendo sempre le articolazioni in modo speculare) o asimmetrici.

L’artrite è una tra le più comuni forme reumatiche. Ne esistono numerosi tipi (o forme), quelle più note e diffuse sono l’osteoartrite (o artrosi) e l’artrite reumatoide, ma tantissime altre tipologie peculiari e molto invalidanti sono sempre più comuni anche all’interno della popolazione più giovane (come ad esempio il lupus, la fibromialgia e l’artrite settica). In tutte le sue forme, il sintomo più comune di un’artrite è il dolore ed esistono pochi tipi di farmaci efficaci di contrastare questa condizione cronica senza pesanti ripercussioni sull’organismo.

Antidolorifici e antinfiammatori nella patologia cronica
Molti pazienti che soffrono di forme reumatiche di tipo acuto o cronico vengono prontamente indirizzate dai medici verso l’utilizzo di antinfiammatori e antidolorifici, che molto spesso riescono a tenere a bada il dolore e dare sollievo al corpo per qualche ora. Se la forma acuta si risolve in poco tempo può essere una mossa consigliata ma se (come nella maggior parte dei casi di forme reumatiche) la patologia perdura per più di 30 giorni, gli effetti collaterali di questi farmaci si fanno sentire. L’abuso di antinfiammatori non steroidei (FANS) può portare all’insorgenza anche rapida di insufficienza epatica, renale, cardiaca, ulcere ed emorragie intestinali. Per non parlare poi del comunissimo reflusso gastro esofageo. Se poi parliamo degli antidolorifici derivanti dagli oppiacei il rischio è ancora maggiore e i casi di dipendenza anche in seguito a consumo di breve periodo sono altissimi e hanno conseguenze spesso anche mortali.

Curare reumatismi e artrite con il CBD
La Cannabis è da tempo nota come valido aiuto per trattare le forme reumatiche. Nella medicina cinese come in quella occidentale gli estratti di cannabis erano un tempo tenuti in gran conto per lenire i dolori e curare le infiammazioni articolari. Oggi un velo di proibizionismo ha eclissato parzialmente la validità di questi prodotti naturali in campo medico, ma recentemente molte nuove ricerche stanno proponendo una riabilitazione farmaceutica della cannabis parlando di risultati strabilianti e applicazioni molto varie. In particolare contro forme reumatiche e artriti viene messo in campo l’altissimo potere antinfiammatori della molecola di CBD. Il cannabidiolo (appunto CBD) è un cannabinoide non psicoattivo che sta incontrando grande favore in tutto il mondo scientifico grazie all’ampio spettro delle sue applicazioni terapeutiche.

Secondo le ultime ricerche la somministrazione di questo tipo di cannabinoide sembrerebbe avere importanti effetti positivi nel trattamento dei dolori cronici e delle infiammazioni in generale. Addirittura esistono numerosi studi che parlano non solo di un’azione di sollievo dal dolore ma anche di una vera e propria possibilità di rallentare decorso peggiorativo dell’artrite.

Un innovativo farmaco chiamato Sativex a base di cannabis e dall’elevato contenuto di CBD è stato recentemente approvato anche in Italia per il trattamento degli effetti degenerativi di tipo spastico di malattie gravi quali la Sclerosi Multipla e si sta velocemente imponendo come uno tra i migliori trattamenti per tante altre malattie che includono tra i sintomi la rigidità e l’infiammazione muscolare cronica e degenerativa. Questo farmaco dalle grandi potenzialità è distribuito con il contagocce e solo in caso di estrema inefficacia di ogni altro farmaco a disposizione, un po’ per il solito pregiudizio nei confronti della cannabis e un po’ perché il Sativex contiene anche alti dosaggi di THC, l’altro cannabinoide presente nelle infiorescenze di canapa che ha effetto (diversamente dal CBD) di tipo psicoattivo sul cervello.

Come assumere il CBD se si soffre di artrite e reumatismi
Oggi, grazie alla cannabis light e agli oli concentrati è possibile assumere il CBD e ottenere il benefico effetto antinfiammatorio della canapa anche senza gli effetti psicotropi del THC.

I prodotti edibili a base di estratto di CBD (come olio concentrato o capsule in gel) insieme al consumo di cannabis light ad alto contenuto di CBD possono davvero essere una soluzione efficace e priva di effetti collaterali per lenire il dolore cronico infiammatorio generato da queste patologie. Inoltre è anche possibile applicare balsami, unguenti e pomate ad uso topico nelle zone interessate per avere un effetto calmierante decisamente valido.

I prodotti a concentrazione più elevata di CBD sono l’olio di CBD e le capsule in gel che possono avere varie concentrazioni (fino al 20%). Questi prodotti hanno effetto cumulativo, vanno quindi presi inizialmente a dosi più alte per poi scalare fino ad una dose minore di mantenimento (il dosaggio dipende dalla concentrazione e dalle esigenze personali). L’olio verrà somministrato in gocce sublinguali mentre le capsule possono essere masticate o deglutite a seconda della tipologia.

Ovviamente questo tipo di somministrazioni non deve essere considerato una manna dal cielo capace di guarire completamente chi è affetto da gravi patologie degenerative e oramai cronicizzate. Ma l’aumentare degli studi scientifici pro-CBD e il rimando positivo di tantissimi consumatori affezionati parlano di un miglioramento evidente dello stile di vita di chi decide di utilizzare il CBD contro reumatismi e artrite. Questi promettenti risultati stanno spingendo la ricerca scientifica ad interessarsi sempre di più allo studio del CBD contro le infiammazioni, tuttavia siamo ancora lontani da un riconoscimento di tipo ufficiale del valore inestimabile di questa molecola, che ha (aimè) il solo difetto di essere un derivato della tanto osteggiata cannabis.

 

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Il negozio, aperto h24, è in via Turati 101 a Porto d’Ascoli

 

Dolori articolari? La cannabis light è un rimedio naturale contro artrite, artrosi e non solo

I dolori articolari sono molto diffusi tra la popolazione italiana e mondiale, soprattutto dopo i 40 anni.

Ciò accade perché l’usura tende a far consumare la cartilagine. Altre cause di dolori articolari possono essere le malattie reumatiche, le posture scorrette protratte per lunghi periodi, sforzi fisici (ne soffrono infatti anche molti sportivi).

Di solito si ricorre a farmaci Fans per attutire il dolore (ibuprofene, diclofenac, etc.), oppure al paracetamolo. Si tratta però di rimedi farmacologici che agiscono soprattutto sul sintomo, senza curare la causa.

Esistono poi dei rimedi fisici che possono essere affiancati all’assunzione di qualsiasi principio attivo (ad esempio impacchi con il ghiaccio) e rimedi naturali che vantano risultati davvero promettenti ed efficaci. Tra questi c’è il CBD.

I rimedi naturali e il CBD contro artrosi, artrite ed altri problemi articolari
Tra i rimedi naturali utilissimi contro i dolori articolari possiamo annoverare l’artiglio del diavolo, l’arnica e l’escina, erbe antinfiammatorie molto potenti. Il loro uso può avvenire sia tramite integratori in capsule, sia in creme o pomate ad uso topico.

Ma il rimedio sul quale in questi ultimi anni la scienza sta focalizzando molti studi riguarda proprio il cannabidiolo, CBD. Già sappiamo che il derivato della canapa sativa possiede potenti proprietà antinfiammatorie. In realtà il cannabidiolo dà il meglio di sé proprio sull’infiammazione delle articolazioni. Agisce infatti sui recettori del cervello endocannabinoidi, attutendo notevolmente il dolore. Oltre al sollievo dal dolore sono numerosi i vantaggi dell’utilizzo di CBD contro i fastidi e le patologie articolari. Innanzitutto viene ridotta l’assunzione di farmaci antidolorifici, con conseguente riduzione degli effetti collaterali, poi si dorme molto meglio e si riacquista una mobilità più sciolta. Ovviamente all’assunzione di CBD si consiglia di associare una leggera attività fisica mirata.

In quali casi è consigliato il CBD
Il CBD è consigliato in tutti i casi in cui si avvertano dolori da artrosi, artrite reumatoide, reumatismi, osteoporosi.

Ma anche per contratture, mal di schiena cronico, colpo della strega, sciatalgie, etc. Come però hanno scoperto diversi studi scientifici, il CBD ha un effetto antinfiammatorio sul lungo raggio, a differenza del THC che invece agisce direttamente sul dolore (tanto è vero che il THC viene impiegato anche nella cura della sclerosi multipla).

Il CBD sembra inoltre dimostrare dei benefici consistenti nella riparazione dei tessuti cartilaginei.

Uno studio in particolare su questo aspetto è stato condotto nel 2010 da un’equipe di scienziati irlandesi del Trinity College di Dublino, dipartimento di Neuroscienze: si dimostrò come le articolazioni colpite dall’artrite fossero protette in maniera ottimale dal CBD, che ne diminuiva l’infiammazione.

La conclusione dello studio è stata il convalidare “[…] il potenziale per i cannabinoidi di fornire una duplice funzione agendo come agenti antinfiammatori e regolatori della biologia per migliorare le strategie di ingegneria tissutale finalizzate alla riparazione della cartilagine. In più, prove emergenti vedono il coinvolgimento dei cannabinoidi in un’ampia varietà di processi fisiologici e patofisiologici, dal mantenimento scheletrico ai disturbi neurodegenerativi […]”.

 

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