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Archives 2022

Rafforza il core, con questo efficace esercizio illustrato dal coach di Crossfit San Benedetto del Tronto Bernard Luzi

Rafforza il core con un esercizio a terra semplice ed efficace.

Bernard Luzi, coach di Crossfit San Benedetto, spiega come eseguirlo correttamente.

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La cannabis light ha effetti antinfiammatori. Scopri di più con Weedy Point

Nel 2019, una ricerca dell’Università di Guelph, in Canada, ha rivelato la grande potenza della cannabis come antinfiammatorio. Secondo lo studio, pubblicato su Phytochemistry, l’efficacia antinfiammatoria deriva dalla presenza nella cannabis di due molecole: la cannaflavina A e la cannaflavina B. I ricercatori hanno portato avanti le scoperte precedenti, che già nel 1985 avevano evidenziato le potenzialità antinfiammatorie della cannabis, sperimentando l’azione della canapa sativa sui ceppi pro infiammatori. I risultati dei test hanno rivelato che le due molecole presenti nella pianta combattono le infiammazioni, riuscendo addirittura a colpire il dolore nel suo punto di origine. La potenza della cannabis come antinfiammatorio è risultata trenta volte maggiore rispetto a quella dell’aspirina. Inoltre, la cannafavina A e B, non hanno effetti psicoattivi e non danno dipendenza.

Altre evidenze scientifiche
Già nel 1985 era stata evidenziata l’efficacia antinfiammatoria della cannabis. Successivamente, numerosi studi hanno indagato le possibili applicazioni dei cannabinoidi in ambito medico e terapeutico, soprattutto a partire dal 2017, quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) pubblicò uno studio sul CBD.L’analisi dimostrava le grandi potenzialità del cannabidiolo e lo indicava come non pericoloso, tanto da decidere di non considerarlo come sostanza stupefacente. Dopo questa presa di posizione sono stati tantissimi gli studi scientifici che hanno iniziato ad analizzare la cannabis terapeutica e in particolare il CBD, come potenziali sostituti di antidolorifici e antinfiammatori. Uno studio del 2018 citava recenti meta-analisi che esaminavano l’uso della cannabis medica nel dolore cronico e fornivano diverse prove dell’attività analgesica e antinfiammatoria dei cannabinoidi. Poi, nel 2019, i ricercatori dell’Università dell’Insubria di Varese, in Italia, avevano nuovamente studiato le possibili applicazioni della cannabis terapeutica e in particolare del CBD nel trattamento di alcuni sintomi. I risultati ottenuti dai ricercatori italiani supportavano l’uso dei cannabinoidi “per arginare l’infiammazione”, confermando l’utilità della cannabis come antinfiammatorio. Nonostante la necessità di approfondire l’argomento con ulteriori studi, le ultime evidenze scientifiche sembrano dimostrare l’efficacia della cannabis e del CBD come antinfiammatorio.

Gli effetti collaterali dell’ibuprofene
Gli studi effettuati sui cannabinoidi, oltre a dimostrare la potenziale azione antinfiammatoria e antidolorifica, hanno messo in luce anche la rarità di possibili effetti collaterali derivati dall’utilizzo della sostanza. Stando agli studi clinici effettuati, il CBD sembra infatti essere ben tollerato e sicuro per i pazienti che ne fanno uso. Al contrario, l’ibuprofene, principio attivo alla base dei FANS (farmaci anti infiammatori non steroidei), largamente usati per il trattamento di dolore e infiammazione, presenta effetti collaterali molto importanti. Come precisa il sito dell’Istituto Superiore della Sanità, gli effetti collaterali più frequenti dell’ibuprofene includono nausea e vomito, diarrea o stitichezza e cattiva digestione. In casi più rari, però, possono manifestarsi anche vertigini, alta pressione, edema, gastrite, ulcera, alterazione della funzionalità renale e sanguinamento. Per questo, i cannabinoidi potrebbero rappresentare un’alternativa efficace e ben tollerata nel trattamento del dolore e delle infiammazioni, soprattutto nelle problematiche croniche, che richiederebbero la somministrazione prolungata di FANS.

 

Chiunque voglia chiedere informazioni può contattare Weedy Point al 349 1513651.

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Il negozio, aperto h24, è in via Turati 101 a Porto d’Ascoli.

Wurstel made in Castelli, un mix di qualità e gusto!

Alla Macelleria Castelli i wurstel sono fatti a mano!

Ecco come nascono queste delizie che soddisfano il palato di grandi e piccoli!

Gusto e qualità assicurati!

 

La macelleria ha due punti vendita, a San Benedetto del Tronto in piazza Garibaldi 37, e a Spinetoli, in via Alcide De Gasperi 14.

Info al numero:  0735 592842 (San Benedetto) – 0736 899948 (Spinetoli)

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Da Infrizato tutte le sere il sapore dell’Abruzzo vista mare

Infrizato ti aspetta tutte le sere con mille leccornie del territorio!

Autentici arrosticini abruzzesi, capra alla neretese, a altre tipicità….Di fronte al mare.

 

Il locale si trova a Grottammare in Viale De Gasperi 250 sul lungomare Sud.

Per info e prenotazioni 348 415 7781

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A Ferragosto abbandonati al gusto…Villa Amaranto ti aspetta a pranzo e a cena con un ricco menù!

Piatti della tradizione e abbinamenti inediti si fondono in una proposta che delizierà tutti i palati!

Info e prenotazioni: 347 229 8778. 

 

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La cannabis light influisce positivamente sulla salute delle ossa. Scopri di più con Weedy Shop

L’osteoporosi è una malattia caratterizzata da una riduzione della densità ossea. Questa patologia è causata da diversi fattori, tra cui invecchiamento, fumo, alcuni farmaci, sedentarietà e variazioni ormonali legate alla menopausa. Dal momento che il SEC influisce sul rimodellamento delle ossa, gli scienziati considerano questo sistema come un potenziale obiettivo terapeutico per la gestione della malattia.

Come accennato in precedenza, l’attivazione del recettore CB2 stimola un aumento della densità ossea. Quindi, i cannabinoidi che interagiscono con questo recettore potrebbero contribuire a trattare l’osteoporosi. Tuttavia, il discorso diventa più complicato quando si osservano i vari cannabinoidi, e i rispettivi meccanismi d’azione.

I principali endocannabinoidi prodotti dal corpo umano (anandamide e 2-AG) interagiscono sia con i recettori CB1 che con i recettori CB2. Ad ogni modo, l’anandamide si lega anche al TRPV1, un recettore associato alla riduzione del tessuto osseo.

Quando si parla di cannabis terapeutica, l’interesse scientifico si concentra soprattutto su THC e CBD. Il THC si lega ai recettori CB1 e CB2, mentre il CBD si lega al TRPV1 ed aumenta i livelli di anandamide nell’organismo. Tutte queste molecole generano effetti diversi tra loro, che potrebbero risultare sia positivi che negativi per il trattamento dell’osteoporosi.

Tuttavia, un altro cannabinoide potrebbe rivelarsi decisamente più efficace. Il terpene-cannabinoide beta-cariofillene si lega direttamente ai recettori CB2, senza attivare né i CB1, né i TRPV1. Per questa ragione, gli scienziati stanno valutando la sua capacità di promuovere l’attività degli osteoblasti e favorire la mineralizzazione delle ossa.

Marijuana ed artrite reumatoide
L’artrite reumatoide è una malattia autoimmune che colpisce le articolazioni (strutture che connettono le estremità di due ossa). Sintomi come gonfiore, arrossamento e riduzione della mobilità emergono quando il sistema immunitario non riconosce i tessuti dell’organismo e li attacca come fossero corpi estranei. Questo assalto continuo danneggia il rivestimento dell’articolazione, fino a causare erosione e deformazione dell’osso.

Gli esperti stanno iniziando a considerare i recettori del SEC come obiettivi terapeutici per il trattamento dell’artrite reumatoide. A quanto pare, questo vasto apparato svolge un ruolo fondamentale nei processi fisiologici che causano la patologia ed alcuni componenti del SEC potrebbero attenuare l’infiammazione della membrana sinoviale[2] e la distruzione della cartilagine.

Per comprendere meglio l’importanza del SEC nel trattamento dell’artrite reumatoide, dobbiamo prima analizzare il ruolo dei sinoviociti simil-fibroblasti (FLS). Queste cellule sono le principali responsabili della patologia. Esse “alimentano” la distruzione delle articolazioni, producendo proteine infiammatorie ed amplificando la lesione. È interessante notare che i pazienti affetti da artrite reumatoide presentano una maggiore espressione del recettore CB2 nelle cellule FLS.

Gli scienziati hanno scoperto che attivando tale recettore è possibile ridurre la produzione di proteine dannose. Le attuali ricerche stanno esaminando l’azione dei cannabinoidi su questo interessante recettore. Ad esempio, alcuni studiosi italiani stanno valutando la capacità del beta-cariofillene di limitare i danni alle articolazioni[3] tramite i recettori CB2 e i PPAR (un altro gruppo di recettori del SEC).

Cannabis e fratture
Il SEC regola il rimodellamento osseo, pertanto può influire anche sulla guarigione delle fratture. Una guarigione rapida consentirebbe agli atleti di tornare a gareggiare in breve tempo e ai soggetti anziani di recuperare velocemente la mobilità dopo una caduta.

La ricerca scientifica non è ancora giunta a conclusioni definitive ma, secondo gli esperti, il CBD potrebbe rappresentare un potenziale strumento per la guarigione delle fratture. Questo cannabinoide, privo di effetti psicotropi, non mostra una particolare affinità nei confronti dei recettori CB2. Tuttavia, l’obiettivo è determinare se la molecola possa stimolare la produzione di collagene e, quindi, favorire la guarigione tramite diversi meccanismi d’azione. Occorre comunque valutare in che modo il CBD possa favorire l’espressione dei geni ed innescare un effetto domino capace di supportare la formazione di collagene.

Differenze tra THC e CBD per la salute delle ossa
Per risolvere tale quesito, è necessario svolgere test approfonditi su soggetti umani. Al momento, i cannabinoidi più utili per la salute delle ossa sembrano essere il CBD e il beta-cariofillene. Studi in corso stanno testando miscele di CBD e THC, così come il CBD da solo, in modelli cellulari di guarigione delle fratture.

Probabilmente, in futuro la cannabis ricoprirà un ruolo chiave nella salute delle ossa. Il SEC è profondamente coinvolto nel mantenimento di ossa forti e nelle patologie ossee, pertanto i cannabinoidi sono i candidati ideali per modulare questo importante sistema. Nei prossimi anni, gli studi su esseri umani potrebbero confermare gli effetti delle molecole della cannabis su densità e salute ossea.

Weedy Point  informa che ha provveduto ad abbassare i prezzi delle sue migliori selezioni, mantenendo invariata la qualità delle genetiche, per dare la possibilità a chiunque di provare e gustare le migliori scelte.

 

Weedy Shop ricorda che è sempre attivo con il servizio di consegne a domicilio e/o spedizioni gratuite. Basta chiamare o scrivere al numero 3248169597.

Il negozio aperto H24 si trova in via Cesare Battisti 24, in pieno centro ad Ascoli, in viale Marconi 128 ad Alba Adriatica e in via Piemonte a San Benedetto 103/b, a due passi dal pub storico San Michele.

Se vuoi scoprire le tipologie di cannabis light disponibili, con le relative descrizioni, vai al sito http://www.weedy-shop.com

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