Cosa dice davvero la ricerca medica sul rapporto tra cannabinoidi e cefalea?
Chi soffre di emicrania sa che esistono molte forme di mal di testa e che alcune di queste possono essere fortemente debilitanti, tanto da rovinare non solo una giornata, ma spesso interi periodi della vita. Il mal di testa ciclico o cronico è un problema che riguarda una percentuale altissima di popolazione mondiale, ma purtroppo tuttora non esistono cure specifiche risolutive. Forse però la scienza sta facendo passi avanti da quando la cannabis terapeutica è stata sdoganata perché, ebbene sì, potrebbero essere anche questa volta i cannabinoidi a togliere le castagne dal fuoco a medici e ricercatori.
Come si presenta il mal di testa
Ogni mal di testa ha caratteristiche specifiche: per alcuni aumenta la sensibilità alla luce e ai rumori forti, per altri subentra la nausea fino a scatenare veri e propri episodi di vomito, in generale un forte attacco di mal di testa può provocare disorientamento e rendere difficoltoso lo svolgimento delle normali azioni quotidiane fino al miglioramento della situazione. Anche la durata del mal di testa è variabile da persona a persona: per alcuni si tratta di attacchi molto intensi che durano alcune ore, altri ne soffrono a periodi anche per lungo tempo ma in modo meno intenso.
Classificazione dei mal di testa
A livello medico il mal di testa viene definito genericamente cefalea, termine che indica un dolore localizzato nella zona della testa e del collo. Le cefalee possono essere classificate in vari modi: il sistema standard è quello ideato dalla International Headache Society che suddivide le cefalee in due grandi categorie, primarie e secondarie. Le più comuni sono le primarie, in cui il dolore non dipende dall’insorgenza di altre patologie, nelle secondarie invece il dolore è la manifestazione di un altro problema di salute.
Le cefalee primarie si distinguono a loro volta in:
- emicrania
- cefalea di tipo tensivo
- cefalea a grappolo
La percentuale della popolazione adulta che presenta con frequenza cefalea è del 46%, di questi l’11% soffre di emicrania, il 42% di cefalea tensiva (la forma più comune in assoluto), i restanti di un mix tra le due forme di mal di testa e una ridotta percentuale di cefalea a grappolo. L’emicrania è una forma altamente debilitante che può portare anche a gravi sintomi neurologici, è più comune nelle donne e per le quali spesso insorge in età prescolare.
Cosa scatena il mal di testa
I meccanismi che scatenano le cefalee sono diversi e non abbiamo ancora un quadro risolutivo di tutte le componenti che scatenano il fenomeno. A livello fisico abbiamo certezza che influiscano la distensione, trazione o dilatazione dei vasi sanguigni, l’ infiammazione o lo stress dei nervi cranici, dei muscoli extracranici, cervicali e delle meningi.
Il disturbo vasomotorio è tipico dell’emicrania e della cefalea a grappolo, la tensione muscolare è invece fattore scatenante per la cefalea tensiva, originata dall’innaturale contrazione dei muscoli di testa, collo e spalle ed è altamente correlata a situazioni di stress. Altre cause scatenanti sono variazioni ormonali, carenze alimentari o intolleranze, predisposizione genetica e fattori ambientali.
Molti specialisti sostengono che l’emicrania possa anche essere scatenata da squilibri nei livelli di serotonina, una sostanza prodotta dal corpo umano e nota anche come “ormone del buonumore”: questo neurotrasmettitore sarebbe coinvolto in numerose e importanti funzioni biologiche, molte delle quali ancora da chiarire.
Cannabis e cefalea
La relazione tra cannabinoidi e serotonina è molto stretta, infatti i recettori cannabinoidi sono coinvolti nella produzione e inibizione di serotonina, per questo motivo molti studiosi stanno concentrando le proprie ricerche sui cannabinoidi, in particolare il CBD che può essere una manna dal cielo, soprattutto per chi soffre di mal di testa dovuti alla tensione, proprio per gli effetti distensivi e antinfiammatori per i quali questo cannabinoide è diventato famoso.
Gli studi clinici su cannabis e mal di testa
Uno studio del 2017 presentato da ricercatori italiani al Congresso dell’Accademia Europea di Neurologia ha rilevato notevoli benefici nel trattamento del mal di testa con cannabis terapeutica. Lo studio riguardava un gruppo di 48 persone affette da emicrania cronica e prevedeva la somministrazione di CBD. Il risultato è stato che i sintomi dolorosi uacuti sono diminuiti con una media del 55% nella popolazione in studio, con una riduzione del 40% di insorgenza degli episodi mensili.
Altri studi precedenti (come questo) riportano risultati efficaci per trattamento dell’emicrania con cannabinoidi molto simili a quello di cui vi abbiamo parlato.
Ovviamente siamo ancora lontani dal poter sostenere che il consumo di cannabis possa risolvere il problema del mal di testa nel mondo, anche perché sarebbe un semplicismo pensare che un fenomeno così complesso e dettato da fattori tanto diversi possa avere una sola panacea, ma ci aspettiamo che le ricerche mediche diano sempre più frutti in questa direzione, anzi (visto l’argomento) forse sarebbe il caso di dire più…infiorescenze.
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